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Messina. L’Anpi: “Ci accolliamo le spese pur di eliminare le scritte Mussolini”

MESSINA – “Spariscono o no? Non si capisce bene, dopo gli ultimi sviluppi, se le due scritte “Mussolini” sul palazzo Magaudda del Coppedè, in corso di restauro, spariranno”. L’Anpi di Messina, Associazione nazionale partigiani d’Italia, se lo domanda e auspica una soluzione definitiva. “Al pari di Pd, e del prefetto e degli architetti Celona e Marabello, con tutte le cautele scientifiche del caso, trattandosi di “restauro”, riteniamo che sia chiaro che quelle scritte non hanno ragione di persistere”, si legge in una nota.

Si legge nel comunicato: “Se poi il problema è quello di far intervenire un camion col “cestello” e un operatore, visto che il ponteggio è stato spostato sull’altro lato del palazzo liberty, l’Anpi di Messina chiarisce che è pronta ad accollarsi la spesa. Non sarà certo questo costo a fermare due idee dell’Associazione partigiani”.

In questo periodo, la polemica ha investito l’ambito politico. La scritta era stata cancellata con una vernice speciale ma è riapparsa con il rifacimento, a cura della Soprintendenza, dell’edificio liberty risalente all’inizio degli anni Venti. Un edificio nel cuore del centro storico, tra le vie Cesare Battisti, Garibaldi e Castellammare. E storica sede del Pci, Partito comunista italiano, e poi dei Ds, Democratici di sinistra.

Ricorda l’Anpi: “Il 15 settembre scorso la Soprintendenza di Messina ha effettuato un sopralluogo al palazzo in stile liberty eclettico, con la partecipazione del direttore dei lavori, della progettista del restauro, della restauratrice e dell’amministratore del condominio dell’is. 314 (via Garibaldi – via Cesare Battisti – via Castellammare). Si è immediatamente constatato che le scritte “Mussolini”, frutto di un rifacimento con colore smaltato nero, disturbano esteticamente la visione del prospetto dopo il recupero. Non hanno ragione di permanere in piena evidenza. La Soprintendenza considera opportuna la “velatura” delle scritte in modo da ridurne l’impatto visivo”.

Ma l’associazione, “che per prima in città si è mossa su questa vicenda della “riemersione” e del rifacimento delle scritte”, si chiede cosa si intenda per “velatura”. “La velatura è una tecnica pittorica che consiste nella stesura di uno strato di colore sopra un altro già asciutto. Lo strato fresco deve essere sufficientemente sottile da lasciare trasparire il tono sottostante”: così si legge su Wikipedia. E sulla Treccani: “Nella tecnica pittorica, il sottile strato di colore che il pittore distende sul dipinto ben secco, sia per intonarlo meglio, sia per addolcire il modellato, sia per modificare la forza di un tono; l’uso della velatura non è un ripiego, bensì un preordinato artificio”.

Di conseguenza, l’Anpi chiede risposte: “Si eliminino quelle scritte nel rispetto per la storia urbana della Messina post-terremoto e la condanna di qualsiasi “esperimento” di esaltazione immeritata per chi tanto male ha fatto all’Italia e a Messina in particolare”.