Coronavirus

Messina. Ospedale Piemonte, Amata: “Nessuna riconversione Covid”

MESSINA – “All’ospedale Piemonte di Messina non ci sarà la riconversione di 40 posti letto Covid come paventato nei giorni scorsi ed anche la chiusura del pronto soccorso e non è previsto un ridimensionamento della normale attività. Lo ha assicurato oggi l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, che è stato oggi audito in commissione salute”. Lo dice Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, dopo che si sono levate una serie di proteste da parte di consiglieri comunali, del mondo sindacale e dei cittadini.

La delicata questione, tra gli altri, era stata sollevata da Libero Gioveni, capogruppo di Fdi in consiglio comunale e dai consiglieri municipali Alessandro Cacciotto e Maurizio Di Gregorio. “Sono molto più tranquilla e rassicurata dopo aver ascoltato in audizione l’assessore Razza che ha di fatto smentito le voci di riconversione di 40 posti – aggiunge Amata – perché non può non prevalere il buon senso quando in ballo vi è la salute di una buona porzione della popolazione messinese e delle sorti dell’unico ospedale presente in centro città. È ovvio che continuerò a vigilare affinché a queste parole di Razza si dia un seguito con i fatti, quelli che chiedono tutti i cittadini messinesi che hanno tutto il diritto di usufruire dei principali servizi sanitari”, conclude Amata.

Azione Messina: “Dalle parole si passi ai fatti”

“Accogliamo con un sospiro di sollievo questa notizia che però, ad ora, resta un titolo di stampa, per quel che ne sappiamo. Infatti, a tuttora, sulla carta rimane quanto disposto l’8 gennaio scorso”, così Francesco De Pasquale (responsabile organizzazione provinciale Azione Messina) ed Eleonora Urzí Mondo (promotore regionale Azione Sicilia).  “Dunque aspettiamo che si passi dalle parole ai fatti con urgenza e che chi è responsabile di questo caos e di quello che scaturirà dal ping pong a cui stiamo assistendo, ne risponda. Così come è essenziale si chiarisca come si è potuto anche solo immaginare di pensare al Piemonte come Ospedale Covid, consapevoli dell’assoluta assenza di quel che serve per far fronte ai casi specifici”, concludono i rappresentanti del partito di Carlo Calenda.