Messina. Il Piemonte ospedale Covid, ancora tante polemiche

Messina. Il Piemonte ospedale Covid, ancora tante polemiche

Redazione

Messina. Il Piemonte ospedale Covid, ancora tante polemiche

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martedì 11 Gennaio 2022 - 09:38

La decisione del governo Musumeci continua a far discutere. Trasformare l'ospedale Piemonte in ospedale Covid, "dimenticandosi" di altre malattie, è segno del «fallimento della programmazione della sanità siciliana»

MESSINA – Continuano ad arrivare i pareri contrari circa la trasformazione dell’ospedale Piemonte in ospedale Covid. Già ieri quando si paventava l’ipotesi molte voci discordanti si erano alzate da Messina, nella giornata di oggi sono arrivate altre critiche e prese di posizione.

Molte arrivano dagli avversari politici del governatore Musumeci e del suo assessore Razza, i deputati regionali 5 Stelle rimproverano al Governo regionale di non essere stato in grado di programmare interventi con i fondi che in questi due anni, dall’inizio della pandemia, sono arrivati dal governo centrale.

La Cisl di Messina, tramite Alibrandi, Bicchieri e Costa, invece sottolinea come bisogna dare una risposta all’aumendo dei casi Covid in città, ma definiscono inaccettabile privare la città di una struttura ospedaliera, come è quella del Piemonte, punto di riferimento per le altre malattie e uno dei pronto soccorso più utilizzato. Il rischio di morire a Messina per una malattina diversa dal Covid c’è.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il deputato regionale Calderone di Forza Italia che rimarca come non si muoia solo di Covid e sottolinea come per molti malati oncologici il rischio è di finire in liste d’attesa e non essere assistiti. In conclusione il parere del vicepresidente della IV circoscrizione, Renato Coletta, che pesa su una bilancia a due piatti la decisione: da una parte la richiesta di 40 posti letto ordinari in più, dall’altro per ottenerli chiudere “Pronto Soccorso, sale operatorie, 8 posti di rianimazione, 8 posti di Unità Coronarica, Chirurgia ed Ortopedia”, un intero ospedale insomma. Anche lui rimarca la mancata organizzazione per tempo della Regione Siciliana e avanza l’ipotesi che la sanità in Sicilia dovrebbe essere commissariata.

Le posizioni del Movimento 5 Stelle

“Dopo 2 anni di pandemia e nonostante i fondi trasferiti dal Governo nazionale per potenziare le dotazioni dei reparti Covid senza smantellare gli altri reparti, l’Ospedale Piemonte sarà costretto a trasferire i malati con patologie differenti dal Coronavirus in altre strutture e a chiudere il pronto soccorso. Siamo di fronte ad un fatto
di una gravità inaudita, che penalizzerà tantissimi cittadini. Il Governo regionale ha dimostrato tutta la sua incapacità nel programmare utilizzando i fondi stanziati da Roma e a distanza di due anni dall’inizio della pandemia continua a navigare a vista”. Il deputato del Movimento Cinque Stelle Antonio De Luca interviene a muso duro sulla decisione di trasformare l’unico ospedale del centro cittadino in un presidio interamente dedicato al Covid e fa sapere di aver chiesto la convocazione in commissione sanità dell’Assessore Razza e che presenterà un’interrogazione urgente per conoscere le ragioni che hanno portato ad assumere questo assurdo provvedimento che potrebbe celare il reale intento di affossare una volta per tutte le attività dello storico presidio.

Gli fa eco la collega Valentina Zafarana: “Le scellerata chiusura del Pronto Soccorso del Piemonte, unico ospedale del centro cittadino della terza città metropolitana di Sicilia, con un bacino d’utenza di decine di migliaia di persone, che riuscimmo a bloccare ben sei anni fa grazie a mesi di dure battaglie portate avanti, in prima persona in Assemblea Regionale Siciliana e a fianco della cittadinanza in protesta, oggi potrebbe diventare drammatica realtà a causa all’inadeguatezza dell’Assessore Razza”.

Cisl Messina: “Macchina organizzativa disorganizzata”

“L’ipotesi di trasformare il Piemonte in ospedale Covid è la testimonianza di come la macchina organizzativa della Sanità sia …disorganizzata”. A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, insieme ai segretari generali di Cisl Fp Messina e Cisl Medici Messina, Giovanna Bicchieri e Giuseppe Costa, che evidenziano come “in due anni, dall’inizio della pandemia, non c’è stata alcuna programmazione né sulla gestione della malattia e dei pazienti, né sulla realizzazione di nuovi posti letto Covid in strutture ospedaliere e non”.

Il nodo principale, per la Cisl, è quello delle cure. “Siamo consapevoli che l’aumento vertiginoso dei contagi delle ultime settimane necessitano di una risposta immediata – proseguono Alibrandi, Bicchieri e Costa – ma riteniamo inaccettabile che una struttura così importante ed in una posizione strategica nel cuore della città, diventi dall’oggi al domani un ospedale Covid abbandonando la gestione delle altre cure. Una scelta calata da Palermo senza conoscere la città, senza comprendere che il Pronto Soccorso del Piemonte è uno dei più richiesti, che si abbandonano pazienti non Covid che andranno a riempire i reparti di altri ospedali, come il Policlinico e il Papardo, già alle prese con grandi difficoltà di gestione Covid e non. Il rischio, qui a Messina, diventa quello di morire di una malattia diversa dal Coronavirus perché non è stata fatta una programmazione sulle necessità reali del territorio”.

Ma la realizzazione di un ospedale Covid al Piemonte porta anche altre perplessità. “Come quella – continuano i rappresentanti della Cisl – di una struttura che deve essere adeguata in poche ore alle necessità di una pandemia: servono medici ed infermieri specializzati, servono macchinari, strumentazione, dispositivi di protezione personale in misura sufficiente per tutti. Tutti punti che andrebbero discussi anche con le Organizzazioni sindacali perché il prezzo di questa decisione rischia, alla fine, di essere pagato proprio dai sanitari e dai lavoratori. Anche perché ricordare come il carico di lavoro, nei Covid Hospital, è fisicamente e mentalmente superiore ad altri nosocomi ed è necessario implementare gli organici per garantire il turnover giornaliero e la sostituzione dei sanitari che, purtroppo, potrebbe rimanere contagiati”.

Il parere del deputato Calderone

“La conversione dell’Ospedale Piemonte di Messina in Centro Covid non può gettare nella disperazione e nello sconforto i malati oncologici e le loro famiglie”. Ad affermarlo è l’onorevole Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia all’Ars che ha presentato una mozione sull’argomento. “Da notizie pervenute – scrive Calderone – ci
sarebbero parecchi pazienti oncologici nel Reparto di Urologia costretti a una lunga lista d’attesa per potere effettuare importanti esami che potrebbero presupporre consequenziali interventi e altri pazienti oncologici che attendono già da diversi mesi di essere sottoposti a vitali operazioni chirurgiche. Tale inverosimile situazione parrebbe sia vissuta in tutti gli ospedali del territorio convertiti in Centro Covid. Ciò è di una gravità assoluta, poiché non si muore solo di Covid”. Proprio su queste basi si fonda la mozione dell’onorevole Calderone che impegna il Governo della Regione Siciliana ad avviare urgentemente l’iter per pervenire “a una tempestiva soluzione alla gravissima lacuna creatasi a discapito dei malati oncologici, lasciati nell’insicurezza, senza nessuna tutela per la salvaguardia della propria salute, in considerazione che l’ultimo Decreto Legge del Governo Nazionale ha stabilito e sancito che i malati oncologici debbano necessariamente essere assistiti, come da protocollo, senza subire nessun rinvio e nessuna lista d’attesa”.

Coletta: “Colpo di grazie all’ospedale Piemonte”

“Inferto il colpo di grazia a quello che resta del grande ospedale Piemonte la Regione, pur avendo avuto due anni di tempo e le risorse economiche necessarie per far fronte alla quarta ondata pandemica, chiede perentoriamente all’Irccs di attivare 40 posti di area medica Covid (quindi a bassa complessità assistenziale)”. A dirlo il vicepresidente della IV municipalità Coletta che aggiunge: “Questo potrei capirlo all’inizio di una pandemia che ha colto tutti di sorpresa ma non dopo due anni nei quali sono anche stati riconosciuti alle aziende sanitarie, gli strumenti, normativi e finanziari per attuare una politica seria di programmazione che consentisse di affrontare i periodi di emergenza senza andare in affanno e senza dover improvvisare soluzioni estemporanee quanto dannose. Se siamo a questo punto vuol dire che si è dormito. Questa è la verità. C’era tutto il tempo e i mezzi per organizzare un piano pandemico realmente efficace.La verità è che bisognerebbe chiedere il commissariamento della sanità siciliana e mandare a casa gli incompetenti responsabili di questo disastro.

Anziché individuare all’interno della struttura i locali necessari ad allocare i 40 posti letto, converte tutto l’ospedale in area Covid, chiudendo Pronto Soccorso, sale operatorie, 8 posti di rianimazione, 8 posti di Unità Coronarica, Chirurgia ed Ortopedia. Salteranno le principali reti dell’emergenze: infarto, traumatologia e stroke. Quindi la regione chiede soltanto 40 posti letto e per questo si chiude un ospedale? Questa incredibile forzatura quali interessi nasconde? Le soluzioni per impedire questo disastro? Individuare all’interno del nosocomio di viale Europa un’area medica Covid; utilizzare la struttura dell’ex ospedale militare; valutare l’utilizzo del presidio sanitario di Casazza”.

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Un commento

  1. Vergogna
    A scapito del diritto alla salute di tutta la cittadinanza, si portano avanti solo gli interessi di politici e amministratori, senza alcuna coscienza

    3
    1

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