Comune senza bilancio, a rischio finanziamenti Masterplan e Pon Metro

C’è il timore di perdere finanziamenti importanti dietro la scelta della giunta Accorinti di allontanare il dirigente comunale Antonino Cama dalla Ragioneria generale di Palazzo Zanca. Senza bilancio di previsione, la cui data di presentazione viene continuamente rinviata, il Comune di Messina non potrà incassare e spendere i finanziamenti straordinari legati al "PonMetro", al “Bando per le Periferie” e all’ “Agenda Urbana”. In assenza dello strumento finanziario di programmazione su cui mettere per iscritto le risorse assegnate nell’ambito degli specifici bandi, Messina rischia infatti di rimanere a bocca asciutta e non vedere arrivare in riva allo Stretto neanche un centesimo.

Come emerge chiaramente dal comunicato diramato dall’Ufficio Stampa del Comune per annunciare la rotazione dei dirigenti dell’area finanziaria, la giunta Accorinti imputa la responsabilità dei ritardi nell’approvazione del documento contabile a Cama, il quale non solo non avrebbe rispettato gli impegni assunti ma avrebbe anche messo in dubbio decisioni già prese (vedi qui).

Secondi indiscrezioni, a volere fortemente un cambio di guardia al vertice del Dipartimento Servizi finanziari è stato in particolare l’assessore alla mobilità nonché vice sindaco Gaetano Cacciola, che ha trovato sponda sia nel sindaco Renato Accorinti che nei colleghi di giunta, stanchi dell’atteggiamento poco collaborativo di Cama.

Al di là del provvedimento di rotazione in sé, secondo molti addirittura tardivo con riferimento alla “defenestrazione” di Cama, a far discutere e ad alimentare polemiche è soprattutto il sostituto scelto dalla giunta per imprimere un nuovo slancio all’area finanziaria di Palazzo Zanca, vale a dire Antonio Le Donne, già segretario e direttore generale che nei mesi scorsi – va ricordato – si era anche autoassegnato il potere sostitutivo nei confronti dei dirigenti comunali in caso di inerzia del procedimento. Dovendo adesso svolgere pure il ruolo di ragioniere generale, è innegabile che i suoi “superpoteri" sono cresciuti a dismisura e sempre meno netta è la linea di demarcazione tra le sue funzioni di controllore e garante e quelle di controllato. Circostanza questa che, con un post su Facebook, è stata sottolineata dall’ex presidente del Collegio dei revisori dei conti Dario Zaccone, il quale – sentenza del Tar alla mano – evidenzia i profili di illegittimità del triplice ruolo affidato al super burocrate Le Donne.

Fonti accreditate raccontano comunque che l’assegnazione di ulteriori competenze sia stata subìta – e non indotta – da Le Donne, il quale era ben consapevole che la decisione della giunta di metterlo a capo della Ragioneria – seppur nelle more di assumere un nuovo dirigente – lo avrebbe esposto a numerose critiche, puntualmente piovutegli addosso.

Entrando adesso nel merito del decreto firmato da Accorinti, oltre alla bocciatura di Cama, risulta chiaro ed evidente un giudizio negativo anche sull’operato di Romolo Dell’Acqua, spostato dal Dipartimento Tributi al Dipartimento Risorse umane, rimasto senza guida dopo il pensionamento della Canale. Sottolineare la «necessità di promuovere lo sviluppo di un progetto connesso al sistema della riscossione delle entrate comunali» equivale infatti a dire che sino ad oggi non si è fatto bene o comunque non si è fatto abbastanza in questo settore fondamentale, da cui dipendono molte delle entrate di Palazzo Zanca.

Sui trasferimenti di Cama e Dell’Acqua una riflessione è d’obbligo, soprattutto viste le difficoltà finanziarie con cui deve fare quotidianamente i conti il Comune di Messina: alla giunta Accorinti sono serviti ben quattro anni per capire che il Dipartimento Servizi finanziari e il Dipartimento Tributi, entrambi strategici per la tanto agognata stabilità finanziaria, non garantivano prestazioni adeguate. Eppure in questi anni le avvisaglie non sono mancate, così come non sono mancati consigli alla giunta da parte di persone molto vicine al sindaco Accorinti, che per mesi hanno invocato la sostituzione di Cama e hanno criticato aspramente la scelta di avviare una selezione pubblica per assumere un dirigente all’Ufficio di Gabinetto ed uno ai Servizi sociali senza pensare invece a portare dentro Palazzo Zanca un ragioniere generale esperto. Sindaco ed assessori si sono mostrati sordi a qualsiasi suggerimento e solo oggi, ad un anno dalla fine del mandato, devono implicitamente ammettere di aver sbagliato. Il paradosso è che ai posti di comando dell’area finanziaria viene messo, non importa se solo provvisoriamente, colui il quale nell’ottobre del 2013 ara arrivato al Comune di Messina, con doppio ruolo e doppio stipendio (quasi 190 mila euro all’anno) per far funzionare al meglio la macchina amministrativa. I fatti dicono che l’obiettivo è fallito, ma per Le Donne – contrariamente a quanto accaduto a Cama e Dell’Acqua – è arrivata una promozione.

Il fallimento della riorganizzazione della macchina burocratica è sotto gli occhi tutti, ma c’è ancora chi dentro Palazzo Zanca vorrebbe far credere che in realtà – grazie anche all'ultimo provvedimento sulla rotazione – siamo di fronte ad una rivoluzione.

Danila La Torre