sanità

Nessuno tocchi il Papardo. Il caso approda alla Regione

Nessuno tocchi il Papardo. Per la verità ormai è un fatto a scadenza periodica. Anzi, per dirla tutta è come se la Regione, a turno, inizi a tirare freccette verso Messina, ora contro un presidio sanitario ora contro un altro. Adesso tocca all’ospedale Papardo che si è visto bocciare la Pianta organica con ovvie conseguenze sul piano dei servizi e dell’occupazione.

Il caso all’Ars

Martedì il caso approda all’Ars, in commissione Salute, così come promesso dal deputato regionale Antonio De Luca (M5S). In quella sede saranno ascoltati il Direttore Generale Papardo, Mario Paino; il Dirigente Generale dell’Assessorato Salute, Mario La Rocca; il presidente della Regione Nello Musumeci,  assessore Regionale della Salute ad interim; ed i sindacati FP-CGIL Medici ; UGL Medici; CISL Medici; UIL FPL Medici; AAROI-EMAC; ANAAO; FVM; Nursing Up; FSI; Nursind.

La bocciatura

C’è una levata di scudi contro la decisione della Regione di bocciare la programmazione degli anni 2022/2023 del Piano Triennale inviata dall’Azienda Ospedaliera “Papardo” di Messina. Il taglio al tetto di spesa di circa 8 milioni si ripercuoterà negativamente sulle assunzioni e sui carichi di lavoro del Personale Medico e, dunque, sulla qualità delle prestazioni erogate.

No allo scippo

“ Farò tutto quanto in mio potere affinché Messina eviti quest’ennesimo scippo- commenta De Luca– L’Ospedale Papardo è un presidio fondamentale per la città dello Stretto, come abbiamo avuto modo di vedere anche durante questa pandemia. Non è tollerabile che vengano tagliati fondi ad una struttura ospedaliera così importante, penalizzando sia il personale medico che i cittadini”.

Assemblea il 28

In campo da giorni anche i sindacati mentre nel frattempo Cgil, Fp Cgil, Uil e Uil Fpl hanno convocato per domani mattina alle 11 l’assemblea presso l’auditorium del Papardo durante la quale si decideranno eventuali nuove mobilitazioni per salvare l’importante presidio ospedaliero e salvaguardare tutti i posti di lavoro seriamente minacciati dalla recente decisione assunta dall’assessorato regionale alla salute.