Il total power della Barrile, i silenzi complici, il sistema malato delle coop

L’operazione Terzo Livello comporta l’approfondimento di almeno tre aspetti.

1-Il total power dell’ex presidente del Consiglio comunale non era “invisibile”, era noto e diffuso a più livelli. Da ogni pagina dell’ordinanza si evince come trattasse apertamente le questioni riguardanti le due cooperative che “ufficialmente” non erano sue, e come il suo potere fosse noto a tutti, sia negli uffici comunali che nelle partecipate, in consiglio e in giunta.

2-se la macchina comunale funzionasse non emergerebbero reati come quelli al centro dell’inchiesta e non servirebbe alcun intervento della magistratura. Pratiche ferme da anni sbloccate solo dopo l’intervento dell’ex presidente del Consiglio comunale.

3-Il sistema perverso delle cooperative va eliminato. Le “vittime” delle deviazioni del sistema sono sia i dipendenti “appesi” al bisogno, che i destinatari dei servizi. Se le cooperative sono in mano al politico di turno e la macchina burocratica e amministrativa finge di non sapere (o peggio ne ha piccoli tornaconti) si creano rapporti di forza non basati sulla qualità ma sul potere.

IL POTERE DI EMILIA BARRILE

Amam, Atm, Ato, Comune, Acr– L’inchiesta riguarda un preciso periodo storico e si focalizza su alcuni specifici servizi affidati alle 2 coop di riferimento della Barrile: la Universo e Ambiente e la Peloritana Servizi. La prima entra in piena attività nel 2009 e da quel momento si aggiudica una lunga serie di appalti e servizi, sia nelle partecipate che con il Comune, che con gli enti di formazione della galassia Genovese. Nel 2015-2016, anni di riferimento dell’inchiesta, la Universo e Ambiente è “universalmente” conosciuta da tutti come la coop della presidente del Consiglio. Eppure, nonostante una evidente situazione di “forza” rispetto alle altre società tutti fanno finta di non saperlo. La Peloritana Servizi nasce invece un mese prima della stipula del contratto con l’Acr Messina per i servizi di ristorazione e parcheggi allo stadio (e subito dopo la convenzione tra la società calcistica e l’amministrazione per la gestione del San Filippo). Successivamente la troviamo anche in altri casi.

AMAM- Ad esempio ritroviamo la Peloritana Servizi come seconda impresa partecipante all’invito dell’Amam a 5 imprese, delle quali una si ritira, due sono della Barrile e la quarta stando all’indagine aveva accordi per non ostacolare l’affidamento del servizio all’Universo e Ambiente. La presidente del Consiglio, figura elettiva e politica, “tratta” direttamente da un lato la gestione degli stipendi e dei ruoli dei lavoratori delle due cooperative e dall’altro gli appalti ed i servizi sia con i dirigenti che con i vertici dell’Amam.

Già solo questo dovrebbe far venire qualche dubbio, sulla serenità di un Consiglio comunale quando si discutevano atti relativi all’Amam o alle partecipate o interrogazioni che riguardavano alcuni settori.

Leonardo Termini ha trovato l’Universo e Ambiente che già gestiva il servizio, ma, accortosi che la cooperativa non figurava più nell’elenco delle imprese che potevano partecipare alle gare, avvisa la Barrile dell’intoppo. In men che non si dica il problema viene risolto e il servizio va ancora una volta all’Universo e Ambiente.

DIRIGENTI E GIUNTA– Dal fascicolo viene fuori una figura che entra ed esce dagli uffici comunali risolvendo ogni tipo di pratica, sia essa un’autorizzazione bloccata che informazioni anagrafiche che la “spinta” necessaria per veder aggiudicata la gestione del parcheggio in occasione di un concerto. Brandisce come “un’arma” il suo poteregli faccio un’interrogazione e lo salo a lui e Signorino” detta i tempi e agisce come se fosse un componente della giunta. Nella vicenda per l’edificio di via Felice Bisazza rassicura gli interlocutori “ la faccio passare in giunta e poi in consiglio” (cosa che accadrà realmente nella data da lei indicata) e si inalbera se l’assessore non le risponde “questa delibera, non mi ha risposto l’assessore, non ha imparato che quando lo chiamo mi deve rispondere. Ora vado e la prendo brevi mano”.

E’ un modus operandi ben noto a tutti nel Palazzo, burocrati, colleghi consiglieri e assessori, eppure non risulta agli atti una sola dichiarazione anche soltanto di rammarico o di rimbrotto, neanche sotto il profilo dell’opportunità, da parte della precedente amministrazione.

ACR- L’accordo per la gestione del servizio ristoro e per i parcheggi (nonché i passaggi per occuparsi dei parcheggi anche in occasioni dei concerti) è gestito direttamente da lei. Quando il vice presidente dell’Acr, Gugliotta, irritato perché alcuni aspetti relativi ad eventuali contro partite attraverso i patronati collegati alla Barrile non erano stati rispettati revoca il contratto, la reazione è molto ferma. E’ in questa occasione che Emilia Barrile dice la frase “ci fazzu attraversare u mari chi zoccula” e aggiunge “gli faccio revocare la cosa”, ovvero la convenzione per la gestione dello Stadio San Filippo, parlando come se lei fosse l’amministrazione stessa. Gugliotta però viene arrestato per l’operazione Totem e il presidente Stracuzzi cede a più miti consigli e la coop resta.

ATM- Al direttore generale De Almagro spiega “ che lui vada d'accordo con me è una cosa che si deve mantenere segreta…lui è il direttore del personale dell'ATM, direttore generale, ma è anche vero gli ho detto tu hai un contratto a tre anni……possibilmente rinnovabile, è facile che un altro anno l'amministrazione se ne va!!!!, giusto?…come si dice… "poche parole" no!!…, gli ho detto le amicizie si ritrovano sempre nei tempi e nei momenti più di bisogno, giusto?, pure lui se poi se ne và Accorinti se ne va a casa si fa le valigie no!…, dice ci siamo capiti va!!!”. Dopo una serie di incontri la Barrile ottiene l’assunzione di una persona come autista (con un punteggio altissimo pur non avendo i requisiti). La selezione è affidata ad una ditta esterna ma pochi giorni dopo la scadenza della presentazione delle domande una nota firmata da Foti e De Almagro “alleggerisce” i requisiti, eliminando, paradossalmente, la prova tecnica.

UN SISTEMA NOTO

Il potere di “fare e disfare” era quindi noto a Palazzo Zanca. Ed in alcuni casi ci sono state anche denunce e segnalazioni specifiche.

Cambiamo Messina dal basso ha sempre avversato la nomina di Leonardo Termini alla presidenza dell’Amam (per via del processo in corso per truffa) e più volte ha chiesto ad Accorinti la sua revoca. Il sindaco non ha mai inteso ascoltare neanche il movimento che a lui fa riferimento. CMdB consegnò al sindaco anche un dossier denunciando in conferenza stampa proprio la questione dell’affidamento alla cooperativa della Barrile (leggi qui). Nonostante ciò, Accorinti ha lasciato Termini al suo posto fino quasi alla fine del mandato.

In una conferenza stampa del 2014 l’ex consigliere comunale Zuccarello segnalò l’anomalia degli affidamenti diretti all’Universo e Ambiente grazie, grazie ad importi di 39 mila euro, di poco inferiori alla soglia che impone la gara d’appalto, 40 mila euro (leggi qui).

Le diverse selezioni all’Atm sono state accompagnate da interrogazioni di consiglieri comunali che chiedevano maggiore trasparenza e da segnalazioni sindacali.

Negli anni scorsi è anche scoppiata la questione dell’assegnazione alloggi popolari. L’allora dirigente del Dipartimento, Canale, denunciò in Commissione consiliare d’aver subito “pesanti pressioni politiche” nelle operazioni di assegnazioni degli alloggi (leggi qui). Nessuno dell’amministrazione si prese mai la briga di approfondire quelle dichiarazioni. (leggi qui)

Nei 5 anni trascorsi la cooperativa Genesi è arrivata ad aggiudicarsi gli appalti con il 100% del ribasso (leggi qui). Il fatto, che avrebbe fatto saltare sulla sedia chiunque, fu segnalato da sindacati e dal consigliere comunale Burrascano al sindaco Accorinti. Non cambiò nulla. Poi scattarono gli arresti (leggi qui) e le reazioni (leggi qui).

La domanda, dopo l’operazione Terzo Livello e i comunicati stampa di autocompiacimento dell’ex sindaco è: dov’erano Le Donne e Accorinti?

Oggi De Luca si chiede, a proposito delle selezioni 2016 all’Atm se non fossero un modo per portare ad assunzioni senza concorso in modo indiretto. Stessa domanda si sono posti in tanti, negli anni scorsi, a proposito del passaggio dei lavoratori Feluca all’Amam. (leggi qui) e vi fu anche un'ispezione (leggi qui)

LE COOPERATIVE– Il sistema, nato con nobili motivazioni, è diventato malato. Fa accapponare la pelle leggere che ad un certo punto viene assunto un ex detenuto, per “proteggere” la Barrile da lagnanze e rimostranze dei dipendenti delle cooperative per ritardi negli stipendi e problemi vari.

Il sistema è degenerato. I dipendenti diventano vittime di un circuito che non li affranca ma li rende strumenti in mano al politico di turno. Il servizio è scadente e a volte non è neanche reso. Fin quando dietro le cooperative ci saranno consiglieri comunali, politici, patronati, il sistema sarà perverso. A incancrenire la situazione è la complicità (spesso con tornaconti personali) di singoli sindacalisti o pezzi di macchina comunale. Intere carriere politiche sono state costruite sulle cooperative, sulla pelle dei lavoratori e degli utenti. Questo falsa anche le campagne elettorali.

In un sistema normale nessun dirigente o vertice amministrativo dovrebbe discutere di un appalto con politici collegati alle cooperative. Il problema è che la magistratura arriva sempre dopo. Nonostante i segnali ci siano.

Fin quando la politica continuerà a non prevenire, a non cambiare, a non agire, ci ritroveremo con inchieste “sostitutive” di un problema essenzialmente culturale.

Se la qualità della vita a Messina fa schifo è anche conseguenza diretta e indiretta delle degenerazioni di un sistema nato per aiutare i cittadini e trasformatosi in altro.

Rosaria Brancato