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Ospedale di Sant’Agata, Nebrodi sulle barricate per riaprire il punto nascita

La riapertura del punto nascite, la riattivazione dello stroke unite, Utic, e della terapia intensiva. Sono queste le richieste del comprensorio nebroideo alla politica regionale sull’ospedale di Sant’Agata, che serve 105 mila utenti su 24 comuni dei Nebrodi.

Il sit in di protesta, convocato dal comitato civico di volontariato di Alcara Li Fusi, coordinato da Calogero Naso, ha raccolto davanti al presidio sanitario tutti i sindaci del comprensorio, insieme a personale medico e semplici cittadini.

“Non ci fermeremo fino a che non si potrà tornare a partorire nel nostro ospedale”, ha spiegato Calogero Naso, annunciando altre azioni di protesta fino a quando le richieste della comunità nebroidea non saranno accolte.

Dopo il sit in, i primi cittadini dei 24 comuni hanno inviato all’assessorato regionale alla Salute una richiesta urgente di riattivazione dei servizi sospesi.

L’ospedale di Sant’Agata è un presidio essenziale per la vasta comunità del comprensorio, fisicamente isolata rispetto agli altri accessi ospedalieri del messinese, con molti piccoli centri arroccati sulle montagne e tanti paesi popolosi costieri comunque collocati a diversi chilometri di distanza dai primi punti nascita e terapie intensive operative raggiungibili.