Il “giallo” della relazione di Croce. Che svela il segreto di pulcinella ed agita i consiglieri

Sono giorni inquieti questi a Palazzo Zanca. C’è una relazione, vecchia di due anni e ai tempi ampiamente diffusa, che agita i sonni degli attuali consiglieri comunali. Si tratta della relazione dell’ex commissario straordinario Luigi Croce, che mette uno dietro l’altro i passi amministrativi compiuti durante la sua “reggenza” ed è accompagnata da una lettera, datata 21 maggio 2013, indirizzata al vecchio Consiglio comunale, tramite l’allora presidente Pippo Previti; al Collegio dei revisori dei conti; al segretario generale, ai tempi Santi Alligo; e al ragioniere generale, che in quel momento storico era Ferdinando Coglitore (VEDI CORRELATI) .

In pratica, una settimana dopo la bocciatura del contratto di servizio con l’Amam (vedi qui), che costituiva la colonna portante del piano decennale di riequilibrio targato Croce, in quanto avrebbe dovuto garantire al Comune di Messina 150 milioni di euro in dieci anni , il commissario straordinario aveva deciso di alzare bandiera bianca e premere sull’acceleratore del dissesto, per di più scaricando ogni responsabilità sui dirigenti dell’area finanziaria e sul Civico Consesso , reo quest’ultimo di aver respinto (perché illegittimo) il contratto di servizio elaborato dal super esperto Nino Dalmazio (vedi qui).

Tutto questo però è storia, anzi preistoria, ma sembra invece essere la novità del secolo per gli attuali consiglieri comunali, alcuni dei quali, per la verità, c’erano anche nel maggio 2013. Probabilmente, erano troppo presi dalla campagna elettorale, visto che le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale erano fissate per l’8 e 9 giugno dello stesso anno.

La relazione di Croce, vecchia di due anni e nota a tutti, sta infatti creando non poco scompiglio in quel di Palazzo Zanca, dove comunque un fatto anomalo si registra. Secondo quanto scrivono l’Ufficio di Presidenza e l’Ufficio di Gabinetto , la relazione di Croce non è mai stata protocollata o se è stata protocollata è scomparsa. Il fatto inquietante, questo sì, è che una copia di quell’ importante documento è in possesso di alcuni consiglieri del tempo (non di quelli rieletti evidentemente), ma non risulta agli atti del Comune. Non ci sarebbe traccia neanche nell’Ufficio di Gabinetto del sindaco Accorinti.

La cosa, però, più bizzarra di tutta questa vicenda è che a preoccupare la maggior parte dei consiglieri non è la “sparizione” della relazione dagli uffici comunali né il suo contenuto, che dipingeva una situazione allarmante delle casse comunali. A fare “tremare” alcuni di loro è l’uso che eventualmente possano fare di quel documento alcuni colleghi .

A portare alla luce il “giallo” della relazione di Croce- “giallo” non perché era ignota sino ad oggi come alcuni ritengono ma perché non si trova negli uffici – è stata l’attivissima consigliera Nina Lo Presti (nella foto), la quale volendo approfondire il nuovo contratto di servizio Amam, predisposto dalla giunta Accorinti ed attualmente al vaglio della commissione bilancio , ha chiesto agli uffici vecchie carte, su cui ha ritrovato citata quella relazione e ha cominciato ad indagare.

La posizione pro-dissesto dell’ex accorintiana mette in allarme i consiglieri comunali che hanno detto sì al piano di riequilibrio targato Signorino-Le Donne e temono che questa relazione – a loro sconosciuta – possa provocare un effetto boomerang sull’attuale Consiglio comunale, anche alla luce della inchiesta sui bilanci. Nell’indagine in corso a Palazzo Piacentini, la Procura parte, infatti, dal presupposto che dal 2009 al 2011 i documenti contabili siano stati “taroccati” per evitare la dichiarazione di dissesto.

I consiglieri comunali di oggi vogliono sapere come eventualmente quella relazione potesse influire sulla procedura di riequilibrio e sull’iter intrapreso da questo Consiglio comunale, che da luglio 2013 supporta la giunta Accorinti, con i propri voti in Aula sui bilanci e sul piano di riequilibrio (versione uno, versione due e versione rimodulata) , nell’estremo tentativo di salvare il Comune dal default. La presidente Emilia Barrile ha già inviato una nota al sindaco Accorinti, al suo vice Signorino, al segretario generale Le Donne per chiedere lumi in tal senso.

La preoccupazione degli attuali consiglieri comunali nasce anche dal fatto che, nella relazione del 2013, il commissario Croce chiamava direttamente in causa il Consiglio comunale, invitandolo implicitamente ad adottare la delibera di dichiarazione di dissesto, allorquando scriveva, «non ritenendo, pertanto, che non sia possibile recuperare in alcun modo le gravi criticità segnalate, richiedo a codesto onorevole Consiglio di voler prendere atto di quanto esposto e di adottare urgenti ed indifferibili provvedimenti consequenziali».

Come detto in precedenza, quando l’ex procuratore capo scriveva era il 21 maggio 2013 e l’allora Consiglio comunale tornò a riunirsi per l’ultima volta il 28 maggio, ma l’argomento non fu nemmeno sfiorato, perché tutti ormai erano con la testa alla tornata elettorale che ci sarebbe stata da lì a poco.

La patata bollente sarebbe dovuta passare nelle mani del nuovo Consiglio comunale, ma la relazione cadde invece nel dimenticatoio, quasi non fosse mai esistita, anche in forza della sopravvenuta normativa nazionale, che ha concesso ulteriori chance di salvezza agli enti in pre-dissesto.

Il Comune di Messina, per volontà della giunta Accorinti – che nella prima parte della campagna elettorale predicava l’opportunità di dichiarare il dissesto- sta tentando da quasi due anni di accedere al Fondo di Rotazione.

Tuttavia, qualche consigliere, tra cui la consigliera Nina Lo Presti, si chiede se la giunta Accorinti, una volta insediatasi, non avrebbe avuto l’obbligo, morale ed amministrativo, di rappresentare al Consiglio la situazione descritta dal commissario Croce nella sua lunga relazione, informando soprattutto i neo eletti dello stato in cui versava Palazzo Zanca. Del resto, tutti i candidati a sindaco, Accorinti compreso, erano stati messi a conoscenza di quella relazione nel famoso incontro nella stanza del commissario a pochi giorni dalla due giorni elettorale.

L’esecutivo comunale in carica , invece, ha preferito tacere su questa relazione ed avventurarsi nei vicoli e vicoletti del salva-comuni, attraverso un percorso tortuoso che ancora oggi non è arrivato al traguardo.

Il Comune è sempre lì, ad un passo dal fallimento.

Danila La Torre