Politica

Ponte di Genova inaugurato dopo 2 anni. La frana di Letojanni è ancora lì dopo 5

Il 14 agosto 2018 il crollo del ponte di Genova, ieri, 4 agosto 2020, l’apertura di quello nuovo. Due anni esatti. Il 5 ottobre 2015 la frana di Letojanni, sull’autostrada Messina – Catania. Ci sono voluti 4 anni solo per iniziare i lavori, partiti nello scorso novembre e, nelle previsioni, dovrebbero concludersi a maggio 2021, quasi 6 anni dopo la frana.

Sono serviti 5 anni, invece, dal 10 aprile 2015, giorno della frana, al 1 agosto 2020, per la riapertura del viadotto Himera, sull’autostrada A 19 Palermo – Catania, tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli, in provincia di Palermo.

E ancora il viadotto Ritiro, a Messina, corsia unica dal 2012, lavori iniziati nel 2016 che dovevano finire nel 2018 e invece sono ancora in corso, con tutti i disagi che ne conseguono.

E’ l’emblema di un’Italia a due velocità, quella del nord che corre, pur con i suoi problemi, e quella del sud, che procede sempre con estrema lentezza, su tutti i fronti, a partire da quello infrastrutturale. Colpa di Governi che non riescono a fermare la deriva e a ridurre il divario tra le due zone del Paese. In Sicilia, ad esempio, di Ponte sullo Stretto si continua a parlare a vuoto e i treni continuano a impiegare due ore per attraversare 3 chilometri di mare.

Altre parole a vuoto si sprecano per la “alta velocità” Palermo – Catania – Messina. Se ne parla dal 2013, finora di concreto ci sono i lavori solo sul tratto iniziale della Catania – Palermo, 38 chilometri da Catania Bicocca a Catenanuova (Enna). Non è previsto nulla sulla Palermo – Messina, nonostante sia una linea più importante rispetto alla Catania – Palermo, perché sulla direttrice tra il capoluogo regionale e la capitale.

E poi ci sono i costanti ritardi per il raddoppio Giampilieri – Fiumefreddo della Messina – Catania. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva annunciato la gara entro l’estate, ora la ministra delle infrastrutture, Paola De Micheli, sposta la linea a ottobre. “In ‘Italia Veloce’ per la Sicilia ci sono quasi 18 miliardi per strade e autostrade. Di questi, 11 sono per il ferro – dice -. A ottobre faremo la gara per la Palermo-Catania-Messina e stiamo chiedendo la fattibilità per completare l’anello di tutta la costa siciliana. Dobbiamo far fare il salto di qualità a questa regione. Ci vogliono le stesse condizioni con cui ci si muove nel resto del Paese”. A parole sì, nei fatti molto poco.