Il decreto sviluppo non spaventa la Stretto di Messina. E il Comune rilancia

Un falso problema. Potrebbe ridursi a questo il “caso” delle opere compensative del Ponte sullo Stretto, sul quale sembra sia nata una qualche preoccupazione negli ambienti vicini alla Stretto di Messina. Proprio fonti ufficiali della società amministrata da Pietro Ciucci ci confermano, invece, che il decreto sviluppo, divenuto una sorta di “pietra della discordia”, non spaventa la Stretto, pronta ad andare avanti e ad approvare nel prossimo Cda il progetto del Ponte. E’ utile, in ogni caso, fare un breve riepilogo. Come da noi evidenziato qualche giorno fa (leggi QUI) e come poi sottolineato a livello nazionale da Rizzo sul Corriere della Sera (leggi QUI), il decreto sviluppo varato dal ministro Tremonti prevede tra le novità anche l'introduzione di limiti alle opere compensative dell'impatto territoriale e sociale che non possono superare il 2% della spesa, anziché il 5%. Il che significherebbe, se applicato al Ponte, 140 milioni di euro di opere compensative anziché 700-800. Cioè nulla. Ma il vero quesito, che in questi giorni si stanno ponendo alla Stretto di Messina, è un altro: il decreto sviluppo si applica al Ponte? Tra Ciucci e soci si fa largo l’idea che no, non si applica. Il perché lo si legge tra le maglie del decreto stesso: «Il progetto preliminare (…) deve indicare (…)il limite di spesa, comunque non superiore al due per cento dell'intero costo dell'opera, per le eventuali opere e misure compensative dell'impatto territoriale e sociale strettamente correlate alla funzionalità dell'opera». E al comma successivo si legge che le disposizioni «si applicano alle procedure i cui bandi o avvisi con i quali si indice una gara sono pubblicati successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o avvisi, alle procedure in cui, alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, non sono ancora stati inviati gli inviti a presentare le offerte». Quest’ultimo non è certamente il caso del Ponte, il cui progetto preliminare, tra l’altro, è stato approvato nel 2003. Ecco perché si fa strada, in casa Stretto di Messina, il pensiero che questo sia un falso problema (si attende comunque che il decreto diventi legge) e che in realtà se ci sono freni al passo decisivo, l’approvazione del progetto definitivo, essi siano di natura politica, legati alle perplessità della Lega il cui potere contrattuale è sempre alto. Intanto, decreto sviluppo o meno, a Messina si prova a rilanciare. Con una nota congiunta il presidente della Commissione Ponte di Palazzo Zanca, Nicola Barbalace, ed il presidente del consiglio comunale, Pippo Previti, hanno trasmesso al sindaco Buzzanca ed all'assessore allo sviluppo Economico Gianfranco Scoglio un documento di sintesi relativo alle “Aree di possibile sviluppo ed alle potenzialità dello Ponte sullo Stretto”, con proposte da inserire nel nuovo accordo di programma quadro. Il documento, approvato all'unanimità nella seduta di Commissione del 24 giugno scorso, cui ha preso parte il prof. Cesare Boffo, nelle intenzioni dei sottoscrittori è propedeutico alla discussione relativa al nuovo accordo di programma quadro, previsto per la prima settimana di luglio. L'inserimento nell'accordo delle richieste «risulta importante per la probabile ipotesi di riduzione delle opere compensative e connesse al Ponte». Questo il documento trasmesso al sindaco: «Area scientifica energetica: predisposizione per l’eventuale istallazione di strumenti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Verificata l’esistenza di una valutazione del ponte da un punto di vista dell’efficienza energetica, e eventuale predisposizione di un protocollo archetipo per opere analoghe, eventualmente fruibile anche a livello internazionale. Possibilità di creare intorno al ponte nuclei di ricerca e di esperimento per energie alternative e rinnovabili, a partire dalla produzione dell’energia necessaria e sufficiente per la realizzazione e l’utilizzo del ponte, fino allo sfruttamento intensivo delle fonti energetiche potenziali dell’area (sole, vento, maree, geotermico ecc.) per le esigenze del territorio. Area politico – economica : Il ponte come fulcro di una nuova area di scambio culturale, politico ed economico fra popoli e nazioni, anche in relazione alla futura zona di libero scambio euro mediterranea (Trattato di Barcellona), allargata ai paesi arabi (accordo di Agadir). Area turistico – commerciale : predisposizione per l’inserimento di ascensori panoramici; predisposizione per la costruzione di ovovia panoramica; predisposizione per l’inserimento di passerella ciclabile e pedonabile (anche attraverso tapis roulantes) per la percorribilità del ponte; eventuale sfruttamento delle volumetrie allocabili tra i pilastri del ponte, con destinazione turistico – terziaria, istituzionale».