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Ponte sullo Stretto, in Consiglio spunta (di nuovo) l’ipotesi referendum

MESSINA – Nella giornata in cui il governo pone la fiducia sull’opera, in Aula consiliare torna in auge l’ipotesi referendum. Durante la prima commissione, con ospiti i vertici di “Invece del Ponte”, alcuni consiglieri comunali hanno riaperto le porte all’idea, per dar voce ai cittadini e alla città, permettendo loro di scegliere il proprio destino.

Calabrò: “Che fine ha fatto la Commissione?”

Durante il dibattito, infatti, è stato per primo Felice Calabrò, capogruppo del Pd, a parlarne. Prima ha attaccato la maggioranza sul ritardo nella costituzione della commissione dedicata al Ponte: “Che fine ha fatto la delibera di Trischitta? È tutto bloccato per il conflitto interno alla maggioranza. Questo Consiglio è bloccato, ci siamo arenati su questo scontro. I nostri amici dicono bene: i quesiti vanno posti. Vogliono distruggere la parte più bella del nostro territorio, ma non in 20 o 30 anni, lo faranno ora. Torre Faro, Ganzirri, la riviera, ce li dimenticheremo. Oggi sta a noi consegnare il territorio alle future generazioni, ma bisogna farlo in maniera consapevole”.

“Dovremmo fare un referendum sul Ponte”

Poi il passaggio chiave: “Abbiamo fatto un referendum su Montemare, a me piacerebbe che si facesse sul Ponte, in maniera consapevole, con i cittadini messi da parte a ogni elemento. Non possiamo essere messi davanti al fatto compiuto e a un’opera che sarà devastante. La commissione ponte va fatta subito. Invece facciamo riunioni e discussioni su temi inutili”.

Gioveni: “Il Consiglio può indire il referendum”

E gli dà manforte Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia: “Ero tra i contrari, e non lo dico per posizione politica, ma oggi sono convinto che bisogna guardare agli aspetti politici. Penso all’emorragia demografica. Ci sono tante valutazioni da fare e la Commissione diventa centrale, abbiamo il diritto di comprendere. E concludo parlando del referendum consultivo che citava il collega Calabrò. Il consigliere Gioveni lo propose già da tempo, perché è previsto dall’articolo 30 dello Statuto. Il Consiglio lo deve deliberare, a chi aspettiamo? Facciamolo. Siamo noi a poterlo indire. L’articolo 30 lo prevede, facciamolo”.