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Psicosi da guerra: a Reggio file chilometriche ai distributori di benzina FOTO

REGGIO CALABRIA – Una sera come tante. O no?
In realtà, dopo l’invasione dell’Ucraina nulla sembra più come prima. E una psicosi robustissima, forse inestirpabile ha preso il sopravvento su molti cittadini di Reggio Calabria.

Già da diversi giorni si segnalano lunghe code alle principali farmacie cittadine, ad esempio, con una sorta d’accaparramento dei medicinali più comuni. Come ci svela la nostra gallery, non è molto diverso coi distributori di carburante; anzi…

Così, in particolare ai frequentatissimi distributori nei pressi dell’uscita autostradale delle “bretelle” del Calopinace – periferia Sud della città -, si registrano scene da “assedio” ormai da diversi giorni. E, come duplice effetto, code infinite e, spesso, un notevole pregiudizio alla regolarità della circolazione stradale…

Risulta necessario anche stare un’ora in fila, per poter fare l’agognato pieno di benzina o magari riempire pure qualche tanica portata vuota da casa.
Uno spiacevole quanto irrazionale effetto-guerra che però è difficile da respingere psicologicamente. Per il cibo, per le medicine – generi di prima necessità, insomma -, ma anche quanto ai petroliferi, benché il conflitto russo-ucraino non metta minimamente a rischio l’approvvigionamento di benzina.

Fattore ulteriore di panico immotivato e d’acquisti compulsivi di carburante, le “notizie” intorno allo sciopero degli autotrasportatori (che, paradossalmente, nasceva proprio dal caro-nafta…).
Ma così come la moneta cattiva, ahinoi, scaccia sempre quella buona…, allo stesso modo le “voci” incontrollate o il frequente attingere a fake news diffusissime specialmente sui social network per “informarsi” hanno avuto la meglio sui fatti. E i fatti sono che non solo la protesta degli autotrasportatori non avrebbe inciso sul prezzo dei derivati dal petrolio; ma soprattutto che lo sciopero è rientrato ormai un po’ ovunque, nelle aree italiane interessate.

Ragionamento diverso potrebbe imporsi per il metano delle auto ibride; ma soltanto nel caso in cui davvero la guerra si rivelasse di lunga durata e “senza esclusioni di colpi” anche sotto il profilo degli scambi economici e delle sanzioni reciproche.