“Reazione a Cateno”: la contro-relazione sull’operato del sindaco De Luca

Si chiama “Reazione a Cateno”, ricordando il titolo di una trasmissione tv. 117 pagine di numeri, analisi, dati, approfondimenti. Un documento corposo che si presenta come la controrelazione alla relazione annuale del sindaco di Messina Cateno De Luca. «Il sindaco ha confezionato 1800 pagine di relazione sul suo ultimo anno di amministrazione, noi le abbiamo lette, esaminate e abbiamo deciso di aprire un dibattito». Hanno esordito così i portavoce di Articolo Uno Messina, Cambiamo Messina dal Basso, Messinaccomuna, Partito della Rifondazione Comunista, Più Europa, Rete 34+ . Hanno unito le forze, le esperienze e le menti, hanno posto la lente di ingrandimento su quanto messo nero su bianco dal sindaco De Luca e hanno deciso di consegnare la loro controanalisi per dare ai cittadini una narrazione diversa. Senza idee e opinioni, ma basata su numeri e dati. 

Una fotografia al photoshop

L’ex assessore Daniele Ialacqua, esponente di CMdb, ha esordito così: «Abbiamo preso la relazione del sindaco e sulla base delle nostre esperienze e verifiche abbiamo iniziato a eliminare gli effetti speciali, i ritocchi, i fotomontaggi per far emergere la vera fotografia della città. Perché è chiaro che quella fatta dal sindaco è photoshoppata. Il nostro lavoro è suddiviso in 6 capitoli dedicati alla macchina comunale, società partecipate, servizi sociali e resoconto degli assessori. Non abbiamo fatto l’elenco delle cose non fatte perché un mandato dura cinque anni. Ma crediamo che due siano sufficienti per rendersi conto per esempio che De Luca ha totalmente cancellato quelle che erano le sue “idee guida”. Dall’abolizione partecipate mai portata avanti, alla cancellazione delle circoscrizioni, il tram volante, l’eliminazione del direttore generale, De Luca ha cambiato idea con grande nonchalance. Su altre cose si è tirato un po’ a campare su progetti di altri, basti pensare a Masterplan, Capacity e grandi opere.

Leggendo le 1800 pagine della relazione di De Luca ci siamo presto accorti che in tutti i tomi è presente una grande quantità di fake news ed eventi distorti. Questo dà il senso della spregiudicatezza dell’amministrazione del sindaco. L’obiettivo di questo lavoro è un ulteriore passo verso un percorso che porti le forze di questa città ad unirsi per costruire un’alternativa».

Gettare nuove basi di dialogo

Domenico Siracusano, Articolo 1, ha sottolineato che l’interlocutore a cui si rivolgono non è il sindaco de Luca, ma la città e tutte quelle forze civiche, politiche e sindacali che credono in una diversa idea di città. «Il nostro stile non è polemico, abbiamo svolto un approfondimento faticoso e rigoroso. Non vogliamo solo guardare a quanto è successo in questi anni, ma gettare le basi per qualcosa di nuovo. Pensiamo che questo sia un passo e tanti dobbiamo farne ancora. Le partecipate sono una vicenda emblematica: si svela la cifra politica di questa amministrazione comunale. Si è assistito in questi anni di una sostanziale esternalizzazione della macchina comunale. Non si sentiva il bisogno di tutte queste partecipate che sono emanazione diretta dell’amministrazione comunale e per questo sfuggono al controllo del consiglio comunale. Non hanno determinato un miglioramento dei servizi pubblici in città. E’ migliorato forse solo il sistema di potere. Noi pensiamo ad una gestione dei servizi pubblici centrata sulla città».

I numeri

All’altro ex assessore Guido Signorino, esponente di MessinAccomuna, inevitabilmente il compito di passare in rassegna i numeri. «Il vizio della propaganda è terribilmente amplificato dallo stile del sindaco che ci proietta in una campagna elettorale continua. Sentiamo la necessità di offrire alla città elementi di verità sull’attuale amministrazione. La relazione del sindaco sul risanamento finanziario del Comune è un gioco delle tre carte degno del mago Otelma. E’ facile gonfiare la cifra del debito provato per poi dire che è stato lui bravissimo ad abbassare la massa debitoria. Un illusionistico gioco di prestigio.  In una parte De Luca afferma che dal 2016 al 2018 i debiti del Comune sono cresciuti di 35 milioni, ma in qualche tabella successiva si vede che invece i debiti diretti del Comune in quei due anni calano di quasi 70 milioni.

Qual è il trucco? Un aumento importante del debito delle società partecipate. Per la sola Atm viene portato da 32 milioni a 81. Peccato però che questi debiti sembrino del tutto finti perché Atm viene posta in liquidazione. L’esposizione debitoria è artificiosamente gonfiata per quasi 50 milioni di euro. Operazioni simili sono state fatte per altre partecipate. Nelle pagine successive de luca si vanterà di aver cancellato questi debiti senza averli neanche pagati. E’ ovvio che 70-80 milioni di debiti che scompaiono senza che nessuno chieda di essere pagato è un bluff. Questi giochi di prestigio sono rischiosi e devono essere monitorati. Tutta la relazione è un gioco di specchi che butta la croce su quelli che c’erano prima. La nostra relazione offre solo un campionario di questi sviamenti di propaganda. Il lavoro fatto è soltanto l’inizio di un’operazione verità necessaria per costruire un’alternativa seria».

Il risanamento

Durissime le parole di Antonio Currò per Rifondazione Comunista. «Siamo davanti ad un illusionista, manipolatore, mentitore seriale. Uno degli esempi più lampanti è il caso della sentenza del Ttribunale di Messina sui contributi km dell’Atm. Nel Salva Messina De Luca diceva che era tempo perso perché era chiaro l’obiettivo di cancellare l’Atm azienda speciale. Ora invece brindano ai soldi che arrivano. 

Parliamo invece di risanamento? Anche su questo fronte, la relazione è un prodotto commerciale dell’influencer De Luca. Nel 2018 aveva promesso che in due mesi avrebbe demolito 3 mila baracche. Ha offeso l’intelligenza di tutti i messinesi. Ha paralizzato il processo della macchina amministrativa del risanamento con un’inutile richiesta di stato di emergenza. Poi promette 600 alloggi, 500 da acquistare e 100 da costruire con fondi del risanamento. Il bluff è continuato però. La tombola degli acquisti degli alloggi sul mercato è andata avanti. I finanziamenti sventolati da questa amministrazione sono patetici. Un anno fa aveva promesso 9 milioni per il rione Taormina per 69 alloggi. Non c’è traccia. E’ un susseguirsi di notizie gonfiate».

La giornalista Palmira Mancuso, in rappresentanza di Più Europa si è concentrata sul diritto dei cittadini ad essere informati e sull’uso smodato da parte del sindaco dei canali alternativi come i social. Nel mirino anche il linguaggio e la cifra stilistica dei messaggi con cui De Luca bombarda ogni giorno i messinesi. «Abbiamo la responsabilità politica di mostrare le criticità del linguaggio di De Luca perché dietro a questo c’è un’idea politica, il rispetto del nostro interlocutore».

Servizi sociali

Per Rete34 c’era invece Angela Rizzo. La sua analisi si è concentrata sui servizi sociali. «Questa amministrazione non ha mai preso in considerazione il fatto che i servizi sociali scaturiscono dalle politiche sociali. A Messina non ci sono politiche sociali. Leggendo la relazione emerge chiaramente. Abbiamo i servizi basici, non si parla di altro. Non è stata messa al centro la persona. Eppure il denaro arriva. Questa amministrazione aveva fatto una campagna elettorale scoppiettante sbandierando il cambiamento. L’unico cambiamento è stata la Messina Social City. Lui ha fatto votare il Salva Messina e la Messina social city dicendo che i servizi sociali a Messina costavano 20 milioni di euro. Noi oggi spendiamo molto di più perché hanno incamerato tutti i fondi extra bilancio. 

I servizi sociali a Messina sono bocciati e ancora peggio della passata amministrazione. Non è possibile che si offrano servizi a una platea di soli 1800 utenti. I problemi sono molti, siamo una città depressa. Con la vecchia amministrazione si dava assistenza solo a 1050 anziani e disabili, oggi sono solo 665. Per non parlare di come sono state fatte le assunzioni».

La carne al fuoco è tantissima. Questa controrelazione vuole essere uno strumento per chiunque voglia andare oltre. Dal consiglio comunale a tutte le forze cittadine che insieme vogliono costruire un’alternativa.