REGGIO CALABRIA – Auguri di Buon Anno? Sarebbe bello, specie alla luce dell’«orribile periodo trascorso» causa Covid. Ma «non me la sento – spiega in una nota il presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio – perché gli auspici non sono per nulla buoni, anzi, a ben guardare sono disastrosi».
La situazione pandemica è un gravissimo pericolo per la Calabria e per il suo tessuto imprenditivo, che «rischia quindi di ricevere un’altra devastante mazzata quando è ancora al tappeto e cerca faticosamente di rialzarsi» già a gennaio, mentre in un biennio sono scomparsi «200 miliardi di consumi (ed è probabilmente una stima per difetto)» su scala-Paese.
Il tutto mentre l’unica “ripartenza” che si vede all’orizzonte, ahinoi, è «quella delle tasse, delle cartelle esattoriali, delle rate dei mutui. A questo si aggiunga il probabile stop della Cassa integrazione guadagni (Cig) che, se confermato, una volta decaduta la norma che al momento li vieta, porterà a un impressionante numero di licenziamenti nell’arco di qualche mese».
Una situazione che Aloisio non esita a definire «disperata»: la crescita sbandierata – dai governanti a livello nazionale, si presume – «al momento è solo sulla carta e non si riverbera certamente nella vita reale».
Ancor prima della maxi-rata di fine novembre, «in cui si richiedeva di pagare in una sola volta tutte le scadenze del 2021», con la Rottamazione-Ter già 800mila contribuenti di settore su 1,8 milioni «non erano riusciti a saldare i propri debiti. Probabilmente adesso saranno aumentati di quasi il doppio».
Ad avviso del responsabile reggino di Confesercenti, c’è un «assoluto bisogno di chiarezza» per consentire a chi fa impresa di poter programmare la propria attività, sì; ma prima di tutto c’è drammaticamente bisogno «di supporto, di liquidità e di essere sgravate dal pensiero, dall’incubo, che tutto riprenda come prima dal punto di vista tributario senza che nulla, in realtà, sia ancora tornato alla normalità».
Le imprese non vanno spremute come limoni, ragiona il leader reggino di Confesercenti, ma fatte germogliare. L’idea è di finirla con le «sospensioni» che servono a ben poco: « Si metta mano a una vera pace fiscale, si spalmino i debiti erariali delle imprese nell’arco di almeno dieci anni, si eliminino le sanzioni lasciando solo il reale debito tributario – è l’invocazione di Claudio Aloisio – e si preveda uno sconto graduale per chi voglia saldare in tempi più brevi, si proroghi la cig, si attuino provvedimenti che incentivino assunzioni, nuova occupazione e mantenimento dei posti di lavoro sgravando, ad esempio, per un certo numero di anni il pagamento dei contributi e si lavori per rendere più semplice l’accesso al credito, soprattutto nelle aree disagiate come la nostra».