La discarica a Pace si può fare, nessun vincolo paesaggistico: il Tar di Palermo ribalta tutto

La discarica a Pace si può realizzare. Non ci sono vincoli paesaggistici che la vietano. E così, a distanza di un anno esatto da quello stop che era arrivato dal Ministero all’Ambiente, si ricomincia tutto da capo. Anzi, non esattamente da capo. Perché per l’impianto di Pace era già stata fatta una gara d’appalto, nel maggio 2015 era arrivata anche l’aggiudicazione definitiva dei lavori che ammontano a più di 12 milioni di euro e l’impianto di Pace era piaciuto così tanto anche all’assessore Daniele Ialacqua che l’amministrazione Accorinti lo aveva inserito in tutte le progettazioni a lungo termine per riprogrammare la gestione dei rifiuti. Quindi adesso si riparte proprio da quei lavori di realizzazione che possono essere avviati.

Lo ha deciso il Tar di Palermo con la sentenza emessa lo scorso 10 marzo e depositata il 12 maggio, accogliendo il ricorso del Consorzio Cooperative Costruzioni, capogruppo della rete di imprese che si erano aggiudicata la gara milionaria per la costruzione dell’impianto di Pace. I giudici amministrativi della Prima Sezione del Tar hanno stabilito che il ricorso è fondato e va accolto per la contraddittorietà di alcune norme su cui si basavano pareri e provvedimenti dell’Assessorato regionale ai Rifiuti che si era trovato costretto a stoppare anche il suo Piano regionale sui rifiuti che conteneva anche l’impianto messinese. Il Tar scrive nella sentenza che «la Regione non ha ancora normato la materia “tutela del paesaggio” con una propria disciplina omogenea» e proprio per questo il legislatore nazionale «ha operato una differente modulazione degli effetti tra la prescrizioni di tutela, ossia le specifiche e puntuali disposizioni relative a ben individuati “beni paesaggistici” che ostano, sin dall’adozione del Piano alla realizzazione di “intervenenti” di segno contrario, e le più generali “previsioni”, ossia gli indirizzi di massima stabiliti dal Piano, che invece acquistano cogenza solo con l’approvazione in sede regionale del Piano che non è mai intervenuta». Quindi la mancata approvazione del Piano paesaggistico da parte della Regione invalida qualsiasi parere basato su previsioni e non su prescrizioni.

Partendo da queste premesse la Sezione ha affermato che l’atto di adozione del Piano non può genericamente ed indistintamente impedire la realizzazione degli interventi, pur già autorizzati dalla Soprintendenza, che siano in contrasto con le “disposizioni” del Piano stesso, giacchè tale forza preclusiva è propria solo delle specifiche, puntuali e concrete “prescrizioni”. Per il Tar la misura di salvaguardia deve valere solo in casi specifici in base al principio secondo cui “i Piani paesaggistici soltanto adottati ma non ancora definitivamente approvati dalla Regione non possono creare nuovi ed ulteriori vincoli”. Su questa impalcatura il Tar di Palermo ha dunque annullato il provvedimento reso dall’assessorato ai Beni Culturali e il parere della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina e dà ragione alle imprese che si erano aggiudicate l’appalto.

L’impianto di Pace si può dunque realizzare. In barba a quanto un anno fa aveva affermato il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo che aveva messo nero su bianco che «il sito di contrada Pace rientra nel Paesaggio Locale 1- Stretto di Messina, dunque soggetto a specifiche norme tra cui il recupero ambientale delle discariche» e soprattutto quella che stabilisce che in quell’area «non è consentito realizzare discariche o qualsiasi altro impianto di smaltimento rifiuti» (VEDI QUI).

Guai a chiamarla discarica, così aveva ammonito più volte l’assessore Ialacqua che proprio sull’impianto di Pace si è ritrovato contro i compagni ambientalisti di mille battaglie. «Quella di Pace non è una discarica vecchio modello ma un progetto molto più ampio che consentirà a Messina di uscire da un’emergenza che altrimenti non potrà che peggiorare» ha sempre dichiarato Ialacqua per difendere fin un progetto che si è sempre rivelato poco in linea con le velleità ambientaliste di questa amministrazione comunale, ma che era diventato pilastro del Piano Aro varato dall’amministrazione per la nuova gestione rifiuti (VEDI QUI). Un progetto che però proprio in queste settimane era già tornato di grande attualità perché tirato in ballo anche dal Presidente della Regione Rosario Crocetta. Nella recente ordinanza regionale per la gestione rifiuti nata dall’intesa con il Ministero all’Ambiente, tornano infatti in pista gli impianti di biostabilizzazione di Messina, Gela ed Enna, quindi c’è anche l’input regionale ad avviare i lavori al più presto. Questa sentenza del Tar sblocca tutto quindi a Pace sorgerà presto un impianto con annessa discarica.

Francesca Stornante