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Se Messina si arrende allo scarso uso della Metroferrovia. Invece bisogna insistere

Il costo del biglietto troppo alto, si diceva, ed era vero. Dal primo maggio 2021 (era previsto dal primo febbraio ma poi era stato rinviato di tre mesi), grazie ad una “spinta” decisiva data dal nostro giornale, il costo del biglietto della Metroferrovia è abbordabile (1.50 euro fino a 90 minuti solo treno) ed è integrato con quelli di Atm (2 euro per una corsa treno e bus/tram fino a 100 minuti).

Ci si può anche abbonare: solo per il treno 10 euro a settimana, 35 al mese, 350 l’anno, mentre il costo dell’abbonamento treno più bus/tram è di 55 euro al mese.

Eppure l’utilizzo, anche se leggermente aumentato, continua ad essere scarso. Avevamo spiegato che il biglietto unico integrato, per quanto fondamentale, non bastava. E che dovevano essere curati altri due aspetti altrettanto importanti: l’accessibilità delle stazioni e l’integrazione del servizio (non solo del biglietto) con Atm.

Le stazioni della Metroferrovia

Partiamo dal primo: 6 stazioni su 10 hanno un parcheggio a servizio (Giampilieri, Ponte Santo Stefano, Galati, Tremestieri, Gazzi e Messina Centrale, anche se nell’ultima e più importante manca l’ascensore di collegamento, previsto nell’appalto di riqualificazione del tram). Nessuna stazione è ben indicata, tanto che molti messinesi neppure sanno dove siano gli ingressi.

Messina Centrale a parte, solo 4 stazioni su 9 (Giampilieri, San Paolo, Galati e Mili Marina) sono sulla strada statale 114, quindi facilmente individuabili. Quelle di Ponte Schiavo e Ponte Santo Stefano sono sulla via Nazionale, parallela a monte della ss114. Poi le tre stazioni “a mare”: Tremestieri (a 150 metri da via Consolare Valeria e 300 metri dalla ss 114) e soprattutto Contesse e Gazzi, raggiungibili a piedi solo dai “temerari”. Percorsi male illuminati, isolati e spesso pieni di rifiuti. Ecco perché si era pensato di prolungare di 300 metri il capolinea sud del tram proprio fino alla stazione di Gazzi, ma servono i soldi, ecco perché la II Municipalità chiedeva l’accesso alla stazione di Contesse a monte del sottopasso, ma anche in questo caso niente.

Solo il mese scorso Rfi ha presentato un piano di manutenzione straordinaria delle stazioni. Fra gli interventi previsti: opere murarie, il ripristino di intonaci degradati e dei percorsi tattili a tutela dei disabili, verniciature e pulizia di vetrate, rivestimenti ed elementi metallici, rimozione di graffiti e varie opere di mantenimento del decoro.

Integrazione del servizio Trenitalia – Atm

Poi andiamo alla nota dolente degli ultimi giorni, l’integrazione del servizio fra Trenitalia e Atm, terreno dell’ennesimo scontro tra l’Azienda Trasporti e la Uil. Senza entrare nel merito della diatriba, vogliamo analizzare la situazione con l’unico interesse di dare un servizio alla città. Anche perché la Metroferrovia è costata 40 milioni, che non possono andare sprecati, e dovrebbe servire a trasferire su ferro parte del traffico gommato, quel che avviene in tante altre città italiane.

Atm prima dice di aver adeguato più possibile i suoi orari alle fermate dei treni ma poi la sua risposta sa di resa. Va bene il periodo specifico della pandemia (“Abbiamo dovuto erogare servizi sussidiari per gli studenti” – sottolinea l’azienda) ma dire che la “metroferrovia dovrebbe avere un respiro metropolitano più che urbano” equivale a dire che in queste condizioni non ci sia niente da fare. E non è esattamente così.

Che il servizio sia metropolitano o urbano cambia poco, che attraversi più Comuni o uno solo pure, quel che conta è che si tratta di una linea ferroviaria di poco più di 15 chilometri che attraversa l’intera zona sud della città fino al centro, un’area abitata da 55mila abitanti se si considerano solo le prime due municipalità e da oltre 110mila se si aggiunge la terza.

Quel che dice Atm è vero: “Il nucleo abitato dei villaggi si trova distante dalle stazioni difficilmente accessibili non certo per colpa nostra”; ed è il problema di cui abbiamo parlato prima.

Ma i chilometri che li separano dal centro urbano non sono affatto pochi e solo alcuni dei villaggi sono distanti mentre altri si trovano vicini alla linea di costa, lì dove passa la ferrovia. Il treno è sicuramente il mezzo più comodo e più veloce rispetto al bus, visto che non deve affrontare il traffico. Allora c’è da spendersi per migliorare ancora le stazioni e il servizio a pettine e anche per una campagna di comunicazione per la quale Atm lamenta di non aver avuto collaborazione da parte di Trenitalia.

L’unica altra soluzione è arrendersi. Una soluzione che Messina non merita venga contemplata.