Chiesa

Sempre nel cuore dei messinesi: la Festa della Madonna della Lettera dopo la pandemia

MESSINA – Questa è una storia antica. Una tradizione religiosa che si rinnova ogni anno e provoca orgoglio e senso d’appartenenza a Messina. Stamani, con la celebrazione eucaristica e il solenne pontificale, iniziano i riti legati alla patrona Madonna della Lettera nella cattedrale. Ma l’attesa è grande soprattutto per la processione di stasera, alle 18.30. Un rito spezzato dai due anni di pandemia e che ora si riannoda.

Colpo d’occhio per chi arriva e per chi parte, l’immagine protettiva della Madonna si fonde con lo Stretto. La stele e la statua di Tore Calabrò, monumento inaugurato nel 1934, sono la porta della città. Risultano punto di riferimento della devozione religiosa e patrimonio culturale messinese.

Le radici della Madonna della Lettera sono antichissime e si fanno risalire al 42 d.C., quando San Paolo venne in visita a Messina. Di recente, questa storia è stata raccontata dallo studioso Marco Grassi nel libro “La devozione a Maria SS. della Sacra Lettera, Patrona Principale della Città di Messina”, realizzato dal Centro Interconfraternale Diocesano e pubblicato per Edas Editori.

La lettera ai messinesi e una ciocca di capelli custodita al Duomo

Secondo la tradizione, i messinesi, colpiti dalle parole di Paolo di Tarso su Maria, avrebbero inviato una delegazione a Gerusalemme, con una missiva, per chiederne la benedizione. Si narra che la madre di Gesù abbia risposto con una lettera legata attraverso una ciocca dei suoi capelli. Una ciocca custodita al Duomo ed esposta nel giorno del Corpus Domini.

Da qui la processione del “Vascelluzzo”, macchina processionale in argento a forma di vascello, sulla quale viene collocato il reliquiario con i capelli. In base alla rielaborazione popolare, la lettera sarebbe stata portata a Messina e in epoca imprecisata dispersa, non prima di essere tradotta in latino e tramandata in copie.

“Un sostegno spirituale per superare gli ostacoli che hanno colpito Messina”

Come ha più volte ricordato l’etnoantropologo Sergio Todesco, “a prescindere dalla sua autenticità o meno, la Sacra Lettera ha sempre dato la forza a Messina per superare tutti gli ostacoli che nel corso del tempo l’hanno colpita. A guardarla dal punto di vista antropologico, la Madre della Lettera, in fondo, altra non è che una concretizzazione fisica e storica della divina Gran Madre, garante del ciclo naturale e della vita delle creature”.

Così si legge nel romanzo “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, riferendosi a un dipinto: “Rappresenta la Madonna della Lettera. La Vergine è sul punto di consegnare la santa missiva ed invoca dal Figlio Divino la protezione sul popolo messinese”.

“Umilissima serva di Dio, Madre di Gesù crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di Davide, salute a tutti i messinesi e Benedizione di Dio Padre Onnipotente”: tutti o quasi i messinesi conoscono l’incipit della lettera. Nel dicembre 2021, la statua della Madonna della Lettera è stata restaurata grazie al contributo dell’Ammi – Associazione mogli medici italiani.

Una mostra con un pannello dedicato alla Madonna della Lettera

Al tema della Madonna della Lettera è stata dedicata una sezione all’interno della mostra “Scrittura e Comunicazione”, recentemente allestita con il coordinamento del Museo regionale di Messina al teatro Vittorio Emanuele. Una mostra visitata di recente anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fino al 5 giugno, al Museo (Mu.Me), è ancora possibile seguire un percorso con opere e un pannello illustrativo. Fra le più importanti, un dipinto di Mattia Preti.

Il pannello è stato curato dalle storiche dell’arte Alessandra Migliorato e Donatella Spagnolo. Nella mostra spicca una rara versione in cinese del testo della lettera. Come si evince dal pannello, nel 1638 si costituì a Messina una congregazione di devoti in onore della Madonna della Lettera. La sede era nella cripta del Duomo, abbellita e ornata di arredi a tema.

I dipinti della congregazione, chiamata Santa Maria degli Schiavi della Madonna della Lettera, dopo il terremoto del 1908 furono portati al museo. Alcuni di questi fanno parte della mostra.

Si legge nel pannello della mostra: “Il racconto intorno alla Lettera della Madonna è comparso relativamente tardi nella comunità e nella cultura messinesi: ha cominciato a circolare probabilmente non prima della metà del Cinquecento. Nelle arti figurative, il soggetto della Madonna della Lettera, con San Paolo, San Bacchilo e gli ambasciatori che portano la Lettera in città, ebbe un pieno sviluppo ancora dopo, nel Seicento inoltrato. Non mancano gli esempi e le interpretazioni anche nei secoli successivi”.

“Un esemplare ritenuto antichissimo, ma probabilmente cinquecentesco, oggi perduto, era l’icona un tempo nella chiesa di San Nicolò dei Greci. A essere raffigurata era la Madonna col Bambino che mostra la Lettera scritta in greco. Di questa icona – scrivono le storiche dell’arte Migliorato e Spagnolo – conosciamo solo l’incisione pubblicata da Placido Samperi nel suo libro sull’iconologia della Vergine del 1644. Sempre dell’icona si conserva al Museo una copia tarda su tavola, dove però il testo della lettera è in latino”.

“La Madonna dispensatrice di grano nei momenti di carestia”

A spiccare, nella sezione della mostra, è anche una cornice di cartagloria in argento del 1693. In primo piano la raffigurazione della Madonna della Lettera con la scritta sottostante “Messanensibus Omnibus Salutem”. I due putti, che in alto reggono alcune spighe di grano, “alludono probabilmente alla facoltà riconosciuta nel Seicento alla Madonna della Lettera – si legge nel pannello della mostra – come dispensatrice di grano nei momenti di carestia”.

Si fa riferimento al miracolo dei vascelli ricolmi di grano, apparsi nello Stretto di Messina durante l’assedio degli angioini, dopo i Vespri siciliani, e ad altre leggende successive di apparizioni provvidenziali di vascelli e galeoni.

Il programma di oggi

 Dal passato al presente. Oggi è in programma, alle ore 11.00, il solenne pontificale presieduto da S.E. Monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa, alla presenza del clero, dei fedeli, delle autorità civili e militari. L’attesa processione per le vie cittadine inizierà alle 18.30.

Il programma