Vullo ricorre al Tar sul caso Piemonte. E affida a Claudio Clini un incarico da 130 mila euro

Il direttore generale del Papardo Michele Vullo ricorre al Tar contro l’ordinanza di Accorinti anti-chiusura del Pronto soccorso del Piemonte e nel contempo affida un incarico da 130 mila euro in 2 anni a Claudio Clini, fratello dell’ex ministro Corrado e con il quale il manager ha più volte lavorato in passato, pubblicando anche un libro scritto a 4 mani.

Da un lato con il ricorso al Tar tira dritto verso la chiusura del Piemonte, quasi una sorta di accanimento terapeutico, dall’altro stanzia la bellezza di 65.248 euro lordi l’anno per un incarico biennale al dottor Clini, peraltro risultato unico partecipante al bando di selezione nel luglio scorso (vedi qui ). come in articolo allegato.

Un modo singolare di gestire l’azienda pubblica.

IL RICORSO AL TAR

La delibera 688 del 15 ottobre, pubblicata ieri sul sito ufficiale dell’azienda, dispone di dare mandato all’avvocato Marco Parisi, per il ricorso al Tar contro l’ordinanza firmata da Accorinti pochi giorni prima dell’annunciata chiusura del Pronto soccorso sabato 10 ottobre. Nella delibera 688 si fa riferimento alla delibera n 602 del 16 settembre, quella con la quale si disponeva l’accorpamento strutturale ed il trasferimento delle unità operative duplicate del Piemonte al Papardo (in sostanza lo smantellamento) ed alla disposizione data ai direttori di dipartimento, ai responsabili delle varie unità, alla direzione medica di presidio, di predisporre gli adempimenti per il trasferimento. Era stato dato inoltre mandato al direttore medico di presidio di predisporre le operazioni di trasferimento in modo tale da ultimarle entro e non oltre il 30 ottobre. Alla luce dell’ordinanza contingibile ed urgente firmata dal sindaco il 6 ottobre n.protocollo 231867 Accorinti ordinava a Vullo di astenersi dall’attuare la delibera. Ebbene, nell’autorizzazione al ricorso firmata da Vullo con la delibera 688 si legge: “Ritenuto che la predetta ordinanza presta il fianco a varie censure sia nel merito che sotto il profilo della legittimità e che pertanto dovrà essere impugnata. Ritenuto che l’ufficio legale interno è oberato da eccessivo carico di lavoro da citazioni in giudizio ed è pertanto necessario individuare un legale esterno cui conferire l’incarico di ricorso giurisdizionale davanti al Tar al fine di ottenere la declaratoria di annullamento dell’ordinanza del sindaco, questa azienda ha individuato quale legale esterno l’avvocato Marco Parisi”. Su proposta del dirigente responsabile dell’ufficio legale Antonino Comunale viene quindi affidato l’incarico. Sul mantenimento del Pronto soccorso quindi da ieri grava ufficialmente un ricorso urgente al Tar.

L’INCARICO A CLINI DA 130 MILA EURO

Sempre ieri sul sito dell’azienda Papardo-Piemonte è stata pubblicata la delibera n°679 del 12 ottobre con la quale il direttore generale Vullo conferisce l’incarico biennale al dottor Clini per la cifra di oltre 65 mila euro l’anno. Con delibera n°465 del 7 luglio scorso infatti era stata bandita una selezione, per titoli e colloquio, per un incarico biennale a laureati in Medicina e chirurgia specialisti in igiene o medicina preventiva. L’avviso pubblico scadeva il 3 agosto ed incredibile a dirsi si è presentato un solo candidato. Un solo medico ha partecipato all’avviso pubblico con il quale il Papardo chiedeva un laureato che potesse occuparsi “Dello sviluppo degli strumenti per l’individuazione di pratiche ad alto rischio di in appropriatezza in Sicilia”. Si tratta del noto professionista Claudio Clini, nato a Latina, fratello dell’ex ministro Corrado, autore di numerose pubblicazioni, consulente per diverse Procure e che con il dg dell’azienda sanitaria Papardo ha già avuto modo di collaborare più volte negli anni passati (vedi articolo allegato). Nella determina con la quale veniva bandita la selezione non era indicata la cifra dell’incarico, con questa di ottobre si scopre che in 2 anni il dottor Clini incasserà 130 mila euro lordi, dettaglio questo che probabilmente farà inquietare centinaia di laureati in Medicina e chirurgia distratti, indaffarati o meno fortunati che a luglio non hanno partecipato al bando. Il 21 settembre si sono concluse le operazioni di valutazione dell’unico candidato partecipante da parte di una Commissione ed il 28 si è proceduto con l’assegnazione dell’incarico. Si legge nella delibera del 12 ottobre: “Dato atto che il compenso deve essere determinato in considerazione della retribuzione media di un dirigente medico a rapporto non esclusivo comprensivo di tutte le spese sostenute (mezzi di spostamento, albergo, computer etc) e che lo stesso risulta proporzionato alla qualità ed alla quantità del lavoro da espletare, l’importo annuo è pari a 65.248 comprensivi di oneri contributivi e fiscali”.

Le somme derivano dal progetto finanziato dall’assessorato regionale alla salute “Fare di più non significa fare meglio” attinente allo sviluppo di strumenti per individuare pratiche ad alto rischio di inappropriatezza in Sicilia. Per questo progetto la Regione sborserà 130 mila euro in 2 anni, anche se nella delibera di ottobre viene precisato che l’esecutività del contratto è subordinata al controllo di legittimità della Corte dei conti.

Non è la prima volta che i destini di Clini e Vullo s’incontrano.

Il fratello dell’ex ministro e il manager hanno avuto modo di lavorare nella stessa azienda altre volte negli anni scorsi, sia al Santobono Pausulipon di Napoli, azienda sanitaria nella quale Clini nel 2001 venne scelto come direttore generale, che nel 2006 quando il professore divenne direttore generale nella Laziosanità (l’azienda sanitaria del Lazio). In entrambe le aziende l’attuale manager del Papardo ebbe incarichi nel settore sanitario. Ad unirli è anche l’arte dello scrivere. Il dottor Clini, consulente in materia di sanità per numerose Procure tra le quali quella di Palermo, ha scritto gli approfondimenti “La medicina di Cosa nostra” (sulle confortevoli degenze dei boss) e “la mancata realizzazione della rete di emergenza in Sicilia” con riferimento all’emergenza-urgenza, del libro “Bisturi e nuvole, la faccia triste della sanità siciliana tra riforme ed illegalità” di Michele Vullo.

Adesso, coincidenze della vita, i due manager tornano ad incontrarsi, ma ad indossare i panni del direttore generale è Vullo.

Rosaria Brancato