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Tari 2019: costi in aumento e irregolarità. CMdB manda tutto alla Corte dei Conti

Irregolarità nella Tari 2019, costi aumentati quando invece dovevano diminuire, premi di risultato per i lavoratori che non si possono permettere neanche multinazionali come Ferrari, Porsche o Lamborghini. E poi la privatizzazione di MessinaServizi, la volontà politica di demolire quello che era stato fatto prima, la “fake scadenza” del porta a porta dal 1 giugno.

Cambiamo Messina dal Basso ha passato sotto la lente di ingrandimento tutta l’azione dell’amministrazione De Luca sulla gestione rifiuti. A partire dalla Tari 2019.

Il movimento oggi in conferenza stampa ha spiegato non solo i tanti motivi delle irregolarità riscontrate, ma ha annunciato un esposto-segnalazione alla Corte dei Conti.

Un esposto alla Corte dei Conti

«Nonostante i nostri ripetuti solleciti ai consiglieri comunali sull’ingiustificato aumento dei costi della Tari, da cittadini che hanno individuato possibili illegittimità abbiamo deciso di rivolgerci alla Procura della Corte dei Conti, dettagliando quelle che secondo noi sono tutte le incongruità di questa delibera che farà pagare la stessa quota di Tari dello scorso anno, anzi con un leggero aumento, quando secondo noi invece questa Tari avrebbe dovuto essere minore» ha spiegato il rappresentante di CMdB Giovanni Pirrotta.

Perché non è diminuita la Tari?

Giampiero Neri e l’ex assessore Daniele Ialacqua hanno elencato i numeri che hanno portato a questo esposto. Il movimento ha confrontato la Tari 2017 con quella 2019 e dall’analisi emerge che quest’anno la tassa sui rifiuti doveva essere di 5-6 milioni in meno rispetto a due anni fa. Che si dovevano tradurre in 70-80 euro in meno in bolletta per ogni famiglia.

Premio di risultato per i lavoratori

De Luca ha annunciato 10 milioni di euro come premio per i dipendenti di MessinaServizi se verrà raggiunto il 65% di differenziata. «Abbiamo grossi dubbi di legittimità perché oltre al fatto che neanche le grandi multinazionali si permettono premi di più di 5 mila euro, crediamo che questo costo non possa essere caricato sulle spalle dei contribuenti. E invece sono nella Tari».

Gestione del verde

Altra voce anomala per CMdb. La legge prevede che i costi per questi servizi non rientrino nei costi della gestione rifiuti. Il sindaco De Luca si è inventato una legge e li ha caricati nella Tari.

Nel 2017 l’amministrazione Accorinti aveva destinato 900 mila a questi servizi, ma sotto un’altra voce. Oggi si prevedono 1,2 milioni e sono tutti nella tari 2019.

Costo del Personale

Quest’anno sono andate in pensione 33 persone e quindi dovrebbe esserci un risparmio di circa 1 milione di euro, ma la voce del costo del personale non diminuisce e dunque neanche la Tari.

Costo per disagio sociale

Fino all’anno scorso il Comune provvedeva per circa 600 mila euro per le esenzioni per le fasce deboli, nel 2019 questa voce sparisce. Ma la Tari aumenta.

Costi della discarica

Dal 2011 al 2019 diminuiscono i rifiuti che finiscono in discarica, ma i costi per MessinaServizi continuano ad aumentare, nonostante sia cresciuta la differenziata.

Costi amministrativi

Cambiamo Messina dal Basso rileva un aumento spropositato dei costi amministrativi. L’amministrazione Accorinti aveva scelto l’amministratore unico per MessinaServizi, così come prevede la legge Madia. Invece l’amministrazione de Luca ha fatto un Cda che costa 60 mila euro in più l’anno.

Recupero evasione fiscale

In questi anni è stato fatto un grosso recupero. Nell’ultimo biennio sono stati recuperati 5 milioni di euro allargando la platea dei contribuenti, oggi dove sono finiti?

Ricavi Conai

Se aumenta la raccolta differenziata aumentano i ricavi Conai. Quindi se quando la differenziata era intorno al 10% il ricavo si attestava sui 400 mila euro, oggi con l’obiettivo del 65% dovrebbe essere intorno ai 2,8 milioni. Mentre l’amministrazione De Luca ne ha conteggiati 700 mila. Quindi o non si crede realmente a quest’obiettivo o è stato sottostimato il ricavo, riportato ai livelli del 2015.

L’affondo di Ialacqua

Per l’ex assessore Daniele Ialacqua non si può contestare l’obiettivo del 65% di differenziata: «Condividiamo tutti gli sforzi che si stanno facendo in questa direzione e se oggi si punta a questo obiettivo è perché negli anni abbiamo lavorato per muoverci in questa direzione, soprattutto con la nascita di MessinaServizi e l’aumento della differenziata. Per raggiungere il 65% però bisogna evitare di fare errori in direzione opposta. Il più grosso è la privatizzazione, ma anche il piano Tari. L’anno scorso si era avuto un considerevole diminuzione di 3 milioni del costo dei rifiuti. La Tari doveva diminuire per dare un segnale positivo ai cittadini per gli sforzi fatti in questi anni. Invece si è deciso di dare un segnale opposto e negativo, come a dire “avete fatto sacrifici e non è servito a nulla”.

Ialacqua contesta anche la logica del premio di risultato per come è stato impostato: «Non è un premio di risultato puro, ma un premio politico per un obiettivo politico che questa amministrazione si è posta. E’ come se un’azienda avesse un aumento di produttività di 100 e dà un premio di risultato di 200. Abbiamo l’impressione che il sindaco vada al bar e dice “offro io, ma paga lui” cioè i cittadini».

La privatizzazione di MessinaServizi

L’altra portavoce Vittoria Faranda ha annunciato che lunedì il deputato regionale Claudio Fava presenterà un’interrogazione all’Ars sull’applicazione della Legge Madia su MessinaServizi. L’obiettivo è capire se la regione abbia già ufficializzato una risposta per il Comune di Messina e se non si ritenga di rispettare la volontà espressa dal consiglio comunale in tema di gestione dei rifiuti.

Francesca Stornante