Cronaca

Tragedia del mare a Milazzo, Aurelio ucciso dallo scontro con le onde?

Aurelio Visalli non è morto affogato. Ancor prima di finire in balia delle onde, un violentissimo trauma, una lesione, potrebbe essergli stato fatale. E’ questa la prima conclusione dell’autopsia, eseguita ieri pomeriggio dalla dottoressa Elvira Ventura Spagnolo per conto della Procura di Barcellona sul corpo del sottufficiale della Guardia Costiera, morto sabato scorso durante le operazioni di soccorso di due adolescenti in balìa delle onde.

Il consulente si è riservato circa 3 mesi per consegnare ufficialmente la sua relazione al sostituto procuratore Rita Barbieri, titolare del caso insieme al procuratore capo Emanuele Crescenti. Intanto però l’esame medico legale effettuato ieri rivela già alcuni dati importanti, in particolare questo profondo trauma, violentissimo, che potrebbe essere stato inferto ad Aurelio dall’onda altissima che lo ha travolto a riva, mentre tentava di lanciare il salvagente ai giovani di 13 e 15 anni. Un muro d’acqua che probabilmente lo ha fatto sbattere col capo a terra o gli ha procurato una lesione spinale, poi privo di sensi è stato trascinato in mare dalla furia delle acque.

Questa è ovviamente una ricostruzione che toccherà ai magistrati avvalorare o meno, sulla scorta dell’autopsia e degli altri accertamenti acquisiti. Terminato questo delicato passaggio, a cui ha partecipato anche il dottor Alessio Asmundo come perito di fiducia della famiglia Visalli, stamane la salma potrà essere restituita alla famiglia per i funerali, ancora non ufficialmente fissati ma che saranno celebrati nella chiesa di Santo Stefano al Duomo di Milazzo. Nel giorno delle esequie sarà lutto cittadino sia nella cittadina mamertina che a Venetico, dove Alessio viveva, e Rometta, centro d’origine della famiglia.

Intanto ieri, con una lunga intervista ad un quotidiano nazionale, uno dei due giovani ha provato a spegnere le polemiche sorte dopo i video girati in cui i ragazzi raccontavano l’accaduto e affermavano di essersi “salvati da soli”. Il giovane ha spiegato di non aver ancora saputo, al momento di girare il video messaggio, della sorte del sottufficiale, e di essere molto addolorato per l’accaduto e per i suoi figli.

A chiedere che venga fatta luce sulla morte di Aurelio sono stati i familiari, assistiti dagli avvocati Tommaso Calderone e Sebastiano Campanella. I legali hanno depositato alla Procura una memoria in cui hanno indicato tutti i loro dubbi e chiesto di ricostruire la dinamica dell’accaduto e la gestione delle fasi dei soccorsi, secondo loro inadeguata.