Messina: morte Ilaria Boemi, altre due condanne

Erano passate abbondantemente le 22 quando i giudici della II sezione penale (presidente Samperi), sono entrati in aula per leggere il verdetto. Palazzo Piacentini era praticamente deserto e avvolto nel buio, e ad ascoltare la sentenza, che ha scritto un primo punto fermo su una vicenda delicata e dolorosa, non c’erano che pochissime persone.

Le condanne sono di 4 anni e 4 mesi per Pietro Triscari, 10 anni e 4 mesi per Giuseppe Restuccia, che hanno incassato alcune assoluzioni parziali. La Corte ha disposto il risarcimento dell'unica parte civile rimasta, da liquidarsi in sede civile.

Hanno deciso così i giudici, alla fine di un dibattimento caratterizzato da molti “colpi di scena” processuali e da un’accesa dialettica tra le parti, culminati nel revoca della costituzione di parte civile della famiglia di Ilaria. In mezzo, lo scontro dei periti sull'esatta causa della morte della sedicenne e sulle indagini medico legali svolte.

L'accusa, rappresentata dal PM Stefania La Rosa, aveva chiesto la condanna a 10 anni per Triscari, 11 anni per Restuccia.

Ilaria è morta la sera di San Lorenzo del 2015, sulla battigia della chiesa del Ringo. Un uomo e una ragazzina hanno fermato un passante in bicicletta, dicendole di chiedere aiuto per una giovane agonizzante sulla spiaggia, poi si sono dileguati.

Quando i soccorsi sono arrivati Ilaria era riversa sulla sabbia, gli occhi serrati e senza più un filo di respiro e vita, sotto il cielo scuro, sereno, stellato. Le indagini hanno scoperto che a stroncarla era stata un mix letale di anfetamine, ed i poliziotti in poche settimane hanno fatto piena luce su tutti gli eventi succedutisi nell’ultimo giorno di vita della giovane, individuando chi le aveva procurato la metanfetamina, chi era stata con lei mentre la consumava, chi si era appartata con lei e l’amica sulla spiaggia, per poi lasciarla agonizzante e scappare.

Hanno difeso gli avvocati Salvatore Stroscio e Giuseppe Carrabba.

Alessandra Serio

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