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Aperto il nodo Atm. Ora è “menza” via don Blasco e finalmente è utile

Due chilometri di strada continuativa da via Salandra al viale Gazzi. Da oggi, finalmente, la via don Blasco darà i primi frutti. Il taglio del nastro, poco prima delle 11, ad opera del sindaco Federico Basile, insieme al vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Salvatore Mondello, e al direttore dei lavori Antonio Rizzo.

Logica avrebbe voluto l’inaugurazione a opera completa, 3,8 chilometri, invece siamo alla terza e dovranno seguirne altre, visto che manca la metà nord, che conta ancora tre intoppi.

La prima risale al dicembre 2020, per il tratto di via Acireale, che è stato solo riqualificato senza nuove alternative per la circolazione. La seconda è quella del febbraio 2022, in salsa palesemente elettorale, due giorni prima delle dimissioni dell’ex sindaco De Luca. Da quel giorno ad oggi c’è stato solo un piccolissimo vantaggio per mitigare il traffico, l’apertura di 170 metri tra via Salandra e via Roma, che hanno permesso di agganciarsi alla da sempre esistente via Maregrosso.

Alternativa alla via La Farina

Da oggi quel tratto si collega a via Acireale e al viale Gazzi, grazie a un’apertura di appena cento metri, in corrispondenza del deposito Atm. Ma questi cento metri sono utili per aggirare un tratto di via La Farina di 500 metri, trafficatissimo, compreso tra gli incroci di via Bonsignore e via San Cosimo, lì dove non sono mancati gli incidenti. Quindi consentono di avere una strada alternativa e di alleggerire via La Farina.

I tre nodi rimasti

Come già accaduto per altri tratti, anche stavolta i tempi si sono allungati a dismisura e ogni previsione è stata smentita. La speranza, allora, è che possano contrarsi per la parte mancante, dove ci sono da risolvere tre questioni: spostandoci da sud a nord, la prima è il trasferimento della Rifotras, con bonifica dell’area e costruzione della strada che permetterà di unire viale Europa a via Salandra; la seconda è il ponte Rfi di via Santa Cecilia, che deve essere consolidato prima di poter abbassare la quota stradale, passaggio verso la vecchia via don Blasco; la terza è il cavalcavia tra via Tommaso Cannizzaro e la costa, che dovrà essere demolito e ricostruito, non prima di aver creato una strada alternativa.