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Il Cnr-Itae di Messina: nel laboratorio dove si “riabilita” la C02, “non più rifiuto” VIDEO

Di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico

MESSINA – Continua il nostro viaggio a puntate nell’attività del Cnr-Itae di Messina. Un’eccellenza messinese inserita in un circuito scientifico internazionale: il Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di tecnologie avanzate per l’energia “Nicola Giordano“. Sottolinea il direttore Antonino Aricò (nella foto): “Vi presentiamo, tra gli altri, un laboratorio che studia il riciclo della CO2 (gas incolore e inodore, detto genericamente anidride carbonica o biossido di carbonio, o più correttamente diossido di carbone, n.d.r.) considerata giustamente come una delle principali responsabili dell’effetto serra”.

La ricercatrice Serena Todaro

Precisa il direttore: “In realtà, tutti i processi di combustibili fossili derivati dal petrolio, o dal gas naturale, producono CO2, che va in atmosfera e crea l’effetto serra. Si tratta del principale responsabile dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Ma l’obiettivo della ricerca, in questi anni, è di giudicare la CO2 non come un rifiuto da mandare in fondo all’oceano, o nei giacimenti esausti o nelle rocce basiche, ma, al contrario, il nostro laboratorio studia la possibilità di riciclarla”. Di conseguenza, osserva il direttore, “non è più da demonizzare ma è qualcosa che può essere utile ad altri processi come i cicli neutrali del carbonio”.

Il tutto in linea con un istituto di ricerca che punta su un futuro sostenibile e sull’idrogeno verde nel segno della transizione energetica, in modo da rispondere alle emergenze del presente. Non mancano le urgenze, dai cambiamenti climatici al riscaldamento globale, e l’impegno del Cnr-Itae è concentrato su questo in chiave innovativa.

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