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“L’affaccio al mare negato”, Michele Ainis e Lelio Bonaccorso per la zona falcata di Messina VIDEO

Di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo

MESSINA – Metti un intellettuale e un artista, messinesi doc, a sostegno di quell’afffaccio a mare negato da troppi decenni. Un male antico a cui bisogna rimediare. Il gruppo “La banda della Falce”; guidato dal consulente finanziario e da anni impegnato in questa battaglia civica Elio Conti Nibali, ha coinvolto a San Raineri il costituzionalista Michele Ainis e il fumettista Lelio Bonaccorso in un’iniziativa diretta a ricordare quanto sia necessario riappropriarsi della zona falcata. Di questo scenario unico del paesaggio dello Stretto.

Nello spazio all’aperto del locale “Ricrio Ammare”, l’artista ha disegnato la sua visione della Falce libera da ciò che ne impedisce la fruizione e Ainis, che ieri giovedì 27 ottobre ha presentato il suo ultimo libro alla Feltrinelli Point, “Trilogia degli specchi” (La nave di Teseo), ha dialogato su un tema a lui caro con i cittadini presenti.

Ainis: “L’identità negata di Messina”

Intellettuale a tutto tondo: uno dei più importanti costituzionalisti italiani, figlio della scuola di Temistocle Martines, scrittore e uomo di cultura che, quando torna nella sua città d’origine, Michele Ainis riflette sulla “identità negata di Messina. Negata da noi stessi messinesi. Altrimenti non avremmo permesso di oscurare l’affaccio a mare. Una città di mare a cui viene negata la vista del mare, di questo mare su cui ci sono pagine di Omero ed eccetera, è una pulsione suicida. Noi siamo qui in uno dei punti restituiti alla città ma, da ragazzo, non ci sono mai stato. Così come, su impulso del presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Mega, spero che presto pure la zona della fiera sarà restituita alla vista dei messinesi”.

Bonaccorso: “Il nostro impegno pensando a chi verrà dopo di noi”

Mette in evidenza l’artista Lelio Bonaccorso, che il 7 dicembre riceverà a Messina il Premio Colapesce: “Un tema del genere, l’affaccio a mare, deve essere trasversale e comune a tutti. Ne parliamo da tantissimo tempo e, se si può fare qualcosa a livello artistico, intellettuale e politico, è bene metterci tutti in gioco. Lo dobbiamo ai nostri antenati e chi verrà dopo di noi”.