Cronaca

Operazione antidroga, 3 fratelli di Fondo Fucile i capi e un infermiere complice VIDEO

MESSINA – Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Ma anche detenzione e porto illegale di armi, peculato e falsità materiale commessa dal privato. 26 gli arresti e 120 gli agenti coinvolti nell’operazione. Dalle prime luci dell’alba, la polizia di Stato di Messina, guidata dalla questora Ioppolo, è stata impegnata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica – Dda, Direzione distrettuale antimafia, a carico di 26 indagati. 13 i provvedimenti di custodia in carcere e 13 agli arresti domiciliari. Tra questi, un infermiere di una struttura ospedaliera risultato a stretto contatto con i membri dell’associazione, guidata da tre fratelli del rione Fondo Fucile.

Nelle indagini coinvolti pure altri 5 operatori sanitari e l’infermiere è indagato pure per il rilascio di falsi tamponi negativi nel periodo Covid.

I tre fratelli capi dell’organizzazione e le intercettazioni

L’operazione rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina e condotte dalla squadra mobile. In primo piano la detenzione e cessione di grandi quantità di droga. Il tutto attraverso un’organizzazione deliquenziale guidata dai tre fratelli, ritenuti i capi, nell rione Fondo Fucile”.

Tutto parte da una serie di controlli nel novembre 2020, comprese perquisizioni effettuate in alcuni locali e abitazioni del rione.
Con servizi d’intercettazione e videosorveglianza sul nucleo familiare, è emersa l’attività di traffico e spaccio di cocaina e marijuana, con approvvigionamento, custodia e lavorazione della droga, poi rivenduta sul territorio cittadino e in provincia (Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca).

Un infermiere coinvolto e altri cinque operatori sanitari complici con kit di tamponi sottratti all’Azienda ospedaliera

Fa sapere la polizia: “Durante le indagini è emersa la posizione di un infermiere, in servizio
presso una struttura ospedaliera della città di Messina, in frequente contatto con i membri dell’organizzazione guidata dai tre fratelli a Fondo Fucile. L’infermiere si rendeva disponibile, all’occorrenza, a svolgere per conto loro e nel loro interesse varie attività tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose ad altre persone”.
I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di “accertare il coinvolgimento dell’infermiere
anche in ulteriori affari illeciti, in concorso con altri 5 colleghi. Questi operatori sanitari si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda ospedaliera, impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente in cambio di denaro. Inoltre, si sono appropriati furtivamente di farmaci e di materiale sanitario di cui avevano la disponibilità in ragione del loro impiego, utilizzandoli per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti”.

False certificazioni negativi di tamponi nel periodo del green pass

E ancora: “Un’altra condotta illecita dell’infermiere è risultata la compilazione di false certificazioni che attestassero l’esito negativo di tamponi mai effettuati. Così era possibile entrare in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti”.
Così, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione distrettuale antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 13 indagati.

120 agenti in azione

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra mobile di Messina, con l’ausilio di personale della Sisco (Sezione investigativa del servizio centrale operativo) di Messina, delle squadre mobili di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Enna e Vibo Valentia, del Reparto prevenzione crimine “Sicilia orientale” e “Calabria meridionale” e dei commissariati di pubblica sicurezza della Questura di Messina, per un totale di 120 agenti della polizia di Stato.