Politica

Amam, recupero crediti. “Ci scusiamo per gli errori ma i cittadini devono pagare l’acqua”

MESSINA – “Non una caccia alle streghe ma normalità”. Il sindaco Federico Basile e i vertici di Amam hanno voluto fare chiarezza sulla campagna di riscossione dei crediti. Oltre 90 milioni di euro in ballo, con 75mila raccomandate di sollecito inviate e 6mila cambi di voltura richiesti a eredi di cittadini defunti.

“Vogliamo fare un punto su queste segnalazioni – spiega la presidente Loredana Bonasera -. Abbiamo inviato circa 6mila utenze agli eredi dei defunti, con un primo percorso per bonificare la nostra banca dati. Abbiamo poi inviato queste 75mila raccomandate, altro passaggio da fare. Non possiamo più permetterci di non cercare di recuperare questi crediti. Abbiamo ricevuto queste segnalazioni, potenziando i servizi già da ottobre con un portale migliorato. Poi da 3 siamo passati a 9 sportelli. A giorni saranno abilitati anche i Caf. I crediti sono circa 90 milioni, tra utenze domestiche e non domestiche”.

Aggiunge Bonasera: “Sul 3 per cento chiarisco che non parliamo di cartelle pazze. Gli invii sono stati fatti per lotti e sono nati disguidi. Un esempio: sono arrivate fatture il 25 novembre che scadevano il 28 o diffide a chi ha già chiamato. Spesso sono problemi legati ai bollettini manuali e non sempre abbiamo riscontri diretti. Chiediamo di pagare col PagoPa che ci permette un riscontro immediato e a breve ci sarà anche l’addebito sul conto corrente. Ci scusiamo per questi problemi che ci sono stati. Ma è anche vero che la gente deve tornare a pagare l’acqua. Vogliamo recuperare il più possibile. Abbiamo fatto progetti, richiesto finanziamenti, ma Amam vive anche di questo”.

Basile: “Non è una campagna di aggressione ma la normalità”

“Questa operazione può non essere gradevole ma fa parte della normalità anche questa – dice il Basile – come le feste, il Natale, i concerti. Il messaggio è: comprendiamo che nessuno vorrebbe un avviso, ma se l’abbiamo mandato è perché non avete pagato. Siamo una città in ripresa ma tra un mese dobbiamo rispondere alla Corte dei conti sul piano di riequilibrio”.

“Sono 90 milioni da riscuotere – prosegue – perché se è vero che sono portati avanti progetti importanti non si può pensare di mantenere un atteggiamento attendista con chi sa che deve pagare e non paga. Sì, siamo in un momento storico in cui la crisi energetica non aiuta. Ma la normalità passa anche da queste cose. Chiediamo agli utenti che devono pagare, non è una campagna di aggressione, né una caccia alla streghe. Questo incontro serve a ridimensionare i dubbi su un’azione più che normale”.