Cronaca

Anziana violentata e rapinata a Messina, i minori chiedono la scarcerazione

I ragazzini protagonisti della rapina alla Arancia Meccanica in centro città vogliono uscire dal centro di accoglienza della giustizia minorile, dove si trovano dallo scorso 14 settembre.

Gli avvocati Ernesto Marcianò, Alessandro Trovato e Giuseppe Carrabba, hanno chiesto al Tribunale della Libertà di riesaminare l’ordinanza di convalida del fermo effettuato dalle Volanti poche ore dopo. Ordinanza che ha disposto per loro la “reclusione” nel centro minorile.

In particolare i difensori del diciassettenne puntano a far cadere per lui la complicità nel cruento episodio di violenza sessuale nei confronti della novantenne, bloccata a terra e costretta a subire le “voglie” del quattordicenne, mentre l’altro rovistava nella stanza da letto in cerca di denaro.

Dall’altro lato invece la Procura di Messina mira a stringere i tempi, e cristallizzare le accuse nei loro confronti. Il sostituto procuratore Annalisa Arena, titolare del caso, ha chiesto l’incidente probatorio, che sarà fissato dal GIP nei prossimi giorni, per acquisire una volta per tutte la denuncia della vittima.

In una sala appositamente attrezzata per permettere a giudici e avvocati di esaminare persone in situazioni delicate, vittime di reati gravi come la violenza sessuale o bambini, sarà ascoltata la donna che è stata abusata da due tagazzini poco più che adolescenti, precedentemente accolti in casa sua insieme al nipote.

In aula sarà lei stessa, che ha lasciato l’ospeda ed in via di guarigione fisica, a ricostruire quel drammatico sabato sera. Le fasi dell’irruzione in casa dei ragazzi, che erano tornati a suonarle dopo pochi minuti e ai quali lei non ha voluto aprire. Loro però avevano la chiave, e sono entrati ugualmente. Poi, i giovani che la strattonano, malgrado le sue proteste, la colpiscono con una statuetta di ceramica, la buttano a terra e, mentre il più grande rovistava nella stanza accanto, il più giovane le si mette addosso.

Un lungo e drammatico racconto, che la vittima ha già svelato una prima volta agli agenti del commissario capo Giovanni Puglionisi, capo delle Volanti, il primo ad intervenire quando sua figlia ha avvisato la Polizia. E’ stato lui, in poche ore, a identificare e fermare i ragazzi, che hanno subito confessato.

Durante l’incidente probatorio – tecnicamente una fase durante le quali si acquisisce materiale in contraddittorio tra accusa e difesa, così che diventi prova a tutti gli effetti – la novantenne dovrà anche andare al confronto con i due minorenni, per il riconoscimento.