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De Domenico: “Dal Pnrr al lungomare tutto da vivere ecco le priorità per Messina”

MESSINA – Sulle recenti dichiarazioni di Cateno De Luca e Federico Basile non intende intervenire e si concentra su programmi e incontri con l’elettorato. Franco De Domenico (nella foto), candidato della coalizione di centrosinistra, indica le sue priorità per Messina: «Dalla necessità di una task force permanente per intercettare le ingenti risorse del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla valorizzazione del waterfront. Un lungomare tutto da vivere a partire dalla zona della Fiera e il recupero della zona falcata».

Altre priorità? «Puntare sulle potenzialità dell’hinterland collinare dei Peloritani, con orti e campi urbani, e riorganizzare la macchina amministrativa. Il Parco “Aldo Moro”? Deve tornare ai messinesi. Intanto torniamo nella zona sud, lì dove è partito il nostro viaggio elettorale», annuncia De Domenico.

Oggi la terza tappa nei villaggi: alle 17 il segretario cittadino del Pd e candidato sindaco sarà nella piazza principale di Pezzolo. A seguire Santo Stefano Briga (capolinea autobus); Santo Stefano Medio (Piazza Pioppo); quindi in Piazza Chiesa a Santa Margherita e a Santa Margherita Marina.

De Domenico, come sta andando il viaggio elettorale?

«Benissimo. Sono momenti importanti di confronto e approfondimento con i cittadini, durante i quali sto incontrando tantissimi messinesi che hanno voglia di fare proposte per il presente e il futuro della città. Cittadini che non si abbattono, anzi mostrano amore e orgoglio per Messina. Ogni giorno mi suggeriscono spunti interessanti per arricchire il mio programma e mi trasmettono tanta energia. Mi stanno convincendo che, grazie a loro, possiamo dare concretamente vita alla nostra idea di città, inclusiva, di tutti e per tutti».

Che ne pensa della situazione del Parco “Aldo Moro”, ieri occupato per qualche ora da un gruppo di cittadini come provocazione per la mancata riapertura?

«Ho seguito la vicenda dell’occupazione. Visti gli accordi già presi tra Comune e Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, non ci sono più alibi: è un’area che deve essere restituita alla fruizione dei messinesi».

Una priorità da candidato sindaco?

«C’è una priorità immediata a cui si legano tutte le altre: il Pnrr. Occorre immediatamente attrarre più finanziamenti possibili e, per questo, è necessario avere pronti tanti progetti cantierabili. L’intervento più urgente sarà quello di istituire una task force di tecnici permanente, finalizzata alla captazione delle risorse».

A cosa servirà la task force?

«I prossimi mesi saranno decisivi per Messina, così come per tutte le amministrazioni italiane: potranno arrivare in città grandi risorse economiche ma a patto che si riescano a intercettare attraverso progetti credibili, concreti e soprattutto utili. Il futuro è adesso».

Un’altra priorità?

«Partendo da questa premessa, reputo che Messina debba innanzitutto riconquistare il proprio waterfront, a partire dalla zona della Fiera. La gestione di quelle aree deve essere condivisa con il Comune. Non a caso, uno dei primi passi della mia campagna elettorale è stato quello di incontrare il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Mario Mega. Il dibattito in atto sul futuro di quella parte del territorio è un patrimonio fondamentale».

Perché?

«Le idee elaborate e concretizzate porteranno lavoro e innalzeranno la qualità della vita. Basti pensare al percorso compiuto da città come Salerno per comprendere quali meccanismi virtuosi si possano innescare grazie a un lungomare tutto da vivere. Un punto di partenza per una visione completata dal recupero della zona falcata e da interventi sul waterfront della parte sud della città. Potremmo realizzare un percorso unico al mondo».

Su quale altro aspetto si concentrerà se sarà eletto come sindaco?

«Un’altra priorità è quella rappresentata dall’hinterland collinare dei Peloritani. In città abbiamo esempi virtuosi di aziende agricole che sono state capaci di conquistare importanti segmenti di mercato attraverso il recupero e la valorizzazione di colture tradizionali del nostro territorio. L’esempio ideale di come agricoltura, tutela ambientale e creazione di posti di lavoro possano andare a braccetto. Il Comune deve agevolare queste esperienze, mettendo a disposizione terreni per creare non solo orti ma anche campi urbani. E, lì dove c’è l’opportunità, l’amministrazione deve dialogare con altri enti, penso ad esempio alla Forestale, per agevolare queste dinamiche».

Tutto questo avrà bisogno di una macchina comunale al passo con l’esigenza di rispondere in tempi brevi alle esigenze della città…

«Come esigenza primaria, assieme alle altre indicate, propongo infatti la riorganizzazione della macchina amministrativa, che poi è essenziale e senza la quale ogni ragionamento diventa astratto. Ci sono troppi pochi dipendenti comunali e mancano qualifiche specializzate in settori strategici, come quelli che richiedono competenze avanzate. Le unità in organico, in ogni caso, risultano troppo poche rispetto al numero minimo in rapporto alla popolazione. E, soprattutto, manca un’organizzazione stratificata per livelli di competenze».

In che senso?

«Essendo carenti le posizioni organizzative e le rispettive responsabilità, i livelli dirigenziali, peraltro ridotti al lumicino, diventano colli di bottiglia dell’operatività quotidiana. È necessaria, pertanto, una riorganizzazione dei dipartimenti che sono stati ridotti all’osso. Serve pure una maggiore qualificazione dei dipendenti, con adeguata formazione finalizzata all’apprendimento delle best practice degli enti più virtuosi».