Politica

De Luca e il populismo mediatico: la saga continua nel duello social con Angelo Duro

Cateno De Luca è un po’ come dottor Jekill e mister Hyde. Da una parte abile amministratore e capace leader politico. Dall’altra, astuto agitatore delle piazze mediatiche e sempre alla ricerca di spunti e occasioni per il suo protagonismo social. Sa quali sono le parole giuste per sollevare il “suo” popolo” e attirare l’odio dei “nemici”. Tutti elementi di quel “populismo urbano“, secondo la definizione dello studioso Pietro Saitta in un libro che analizza il fenomeno politico: “Populismo urbano. Autoritarismo e conflitto in una città del sud (Messina 2018-2022)”. Di conseguenza, non poteva che cogliere l’occasione d’oro datagli dal comico Angelo Duro. Uno che punta sul cosiddetto politicamente scorretto e, complici i falli disegnati sui manifesti dello spettacolo, la saga del populismo mediatico di De Luca si è arricchita di un nuovo capitolo.

Insulti, grida, argomentazioni che piaceranno ai suoi seguaci e continueranno a far venire l’orticaria, soprattutto per le espressioni utilizzate, agli avversari: è sempre lui. Il Cateno “scatenato”, con narrazioni (“Io nella vita ho vissuto di tutto, dai 18 processi all’aiuto della Caritas”) funzionali ad alimentare un ego social e un personaggio pubblico unici, nel bene e nel male, nel panorama nazionale.

Tutto questo, però, compresa l’annunciata candidatura nel collegio di Monza, rischia di far perdere di vista la necessità di dedicarsi al proprio ruolo di deputato regionale e sindaco di Taormina senza troppe “distrazioni”. Da leader regionale e nazionale, l’ex sindaco di Messina non può abusare delle proprie forze e, in vista delle europee, il rischio è che il De Luca mediatico si prenda tutta la scena.

Di sicuro il fondatore di Sud chiama Nord e Sicilia Vera risulta navigato come amministratore e riuscirà a districarsi. Ma il protagonismo mediatico è per lui una sirena troppo attraente e potrebbe offuscare o mettere in secondo piano tutto il resto. Il De Luca dottor Jekill e mister Hyde, mentre il capogruppo all’Ars Geraci lascia il suo partito e va nelle braccia della Lega, ha un avversario potente da cui guardarsi. Se si specchia, ne riconosce le sembianze: è proprio lui, con il suo stile. Punto di forza ma anche limite in una prospettiva di crescita del suo movimento.

Il Cateno “scatenato” sempre alla ricerca di protagonismo, l’amministratore, il deputato regionale e il capo politico: sono i tanti volti del lider maximo di Fiumedinisi. Quale aspetto prevarrà? O lui stesso troverà una sintesi? Vedremo.