REGGIO CALABRIA – Ma quanti giorni debbono trascorrere dal 30 settembre, esattamente, affinché Reggio Calabria torni “come prima”?
Il “prima”, con maggior precisione, è “prima della Ztl”, la Zona a traffico limitato attraverso la quale alcune aree della città sono state interdette alla circolazione stradale a vantaggio (?) degli esercenti e della movida reggina.
L’esempio più nitido è corso Matteotti (ossia la via Marina “Alta”) che, in un esperimento con luci e (parecchie) ombre, per il periodo estivo e appunto fino a tutto settembre era diventato “isola pedonale”, per la gioia dei frequentatori dei (pochi) locali che, aderendo alla sperimentazione dell’Amministrazione comunale guidata da Giuseppe Falcomatà, avevano messo in piedi i famigerati déhors.
Il 30 settembre, però, tutto questo sarebbe dovuto tornare – quantomeno fino alla prossima stagione estiva – un lontano ricordo.
Secondo l’opposizione di centrodestra e, soprattutto, ad avviso di molti commercianti – che avevano lamentato perdite di fatturato con picchi del 40% – un remoto, pessimo ricordo.
Invece, la “vera” situazione è quella che vedete nelle foto.
L’isola pedonale nella porzione “lato monte” di Piazza Orange già era del tutto incomprensibile al momento della sua istituzione. «L’hanno chiesta i commercianti della zona», spiegarono a mezza bocca, quest’estate, a Palazzo San Giorgio.
Strano, replicarono in tanti, visto che il 70% della piazza non è interessato alla misura, della quale in concreto risulta beneficiario un solo locale della movida. Curioso, insistettero altri, considerato che questo è quasi l’unico angolo della città in cui sia stata istituita una Ztl di questo tipo ben fuori dal cuore della movida reggina. Singolare, fecero notare altri ancora, nella misura in cui chiudere al traffico quella microscopica striscia d’asfalto, contemporaneamente, significava costringere gli automobilisti in transito da via Cattolica dei Greci o da via Firenze a circumnavigare la piazza per poter risalire in direzione “monte”, in maniera molto scomoda, solo da via Crisafi.
Tuttavia, nei termini già noti della sperimentazione, ci poteva anche stare.
Solo che il controverso esperimento voluto da Giuseppe Falcomatà & C. è terminato il 30 settembre: e la realtà, invece, è quella delle foto.
Due settimane dopo, il déhors è ancora lì e soprattutto è sempre lì l’artigianale (e francamente brutta) chiusura della piazza, composta da due fioriere e un bancale (!), piazzate a bella posta lungo le strisce pedonali (!).
A questo punto, qualche domanda è ineludibile.