Politica

E venne l’epoca del sindaco “normale”: Basile dopo Accorinti e De Luca

MESSINA – E venne l’epoca del sindaco “normale”. Dopo le anomalie di Renato Accorinti e Cateno De Luca, pur nelle loro profonde differenze, Federico Basile rappresenta un ritorno a uno stile istituzionale più tradizionale. Prima le eccezioni, tanto da fare esclamare a Lorenzo Jovanotti in una diretta Instagram “che a Messina un sindaco normale non si trova”. Ora, seppure voluto da quel De Luca protagonista di un “populismo urbano”, secondo la definizione dello studioso Pietro Saitta, il sindaco Basile si mantiene in una sfera di comportamenti politici più sobri. E il risultato della classifica del Sole 24 Ore, con il primo cittadino di Messina solo 74esimo, ultimo dei sindaci siciliani, è anche il frutto del suo profilo di tecnico prestato alla politica, non incline alla demagogia ma che deve anche apprendere i rudimenti della comunicazione politica. E la capacità di entrare in empatia con i “suoi” cittadini.

Come abbiamo sottolineato ieri, di positivo va evidenziato l’indice di gradimento:  49,5%. In base a questo criterio, quasi un messinese su due voterebbe per la sua rielezione. Ma siamo lontani dal secondo (2020), in piena pandemia, e ventiduesimo (2021) posto di De Luca, che spesso utilizzava toni e parole da non rimpiangere. De Luca a cui, però, una parte di cittadini ha riconosciuto capacità amministrative e abilità mediatica nel mettere al centro della scena, assieme alla parlamentare Matilde Siracusano, il tema del risanamento.

In sostanza, ora Basile deve trovare la sua identità politica, per i prossimi quattro anni, il suo stile e la sua comunicazione in maniera più netta. Di recente ha incontrato il sindaco più apprezzato, secondo i criteri del Sole 24 Ore: Beppe Sala, primo cittadino di Milano. Ma, al di là delle differenze abissali fra le due città, va anche sottolineato che, in una realtà così indietro come Messina, “l’impresa eccezionale è quella di essere normale”, per citare Lucio Dalla. Dare risposte in termini di servizi e attenzione al terrritorio, combattendo con la burocrazia: è quella l’impresa eccezionale.

Basile deve diventare più “divisivo”

Solo che poi questa normalità – che potremmo tradurre nel non urlare e cercare facili nemici a tutti i costi – va tradotta in un profilo politico più netto e all’altezza delle sfide immani che attendono la città dello Stretto. Di certo, come rivela l’episodio della lunga transizione nel caso dell’isola pedonale, non si possono accontentare tutti.

Assieme a una necessaria attenzione ai problemi sociali, Messina ha troppe emergenze e disagi, il sindaco Basile dovrà diventare più “divisivo”. Se vuole coinvolgere di più la cittadinanza, dovrà andare oltre la sua comunicazione da ex direttore generale del Comune. Non solo numeri, insomma, niente demagogia, ma è lecito attendersi un’evoluzione nella sostanza e nella forma.