Politica

Il Pd sul Ponte come le targhe alterne: sì nei giorni pari, no in quelli dispari

Appena pochi giorni fa e per ben due volte, in occasione del Piano per “Italia Veloce” e poi per l’ordine del giorno sul Ponte, il Pd, nonostante le aperture delle settimane precedenti, ha detto no all’opera. Invece, in modo assai bizzarro, il 15 luglio, con una risoluzione a firma di deputati Pd (tra i quali anche il messinese Pietro Navarra) i dem cambiano di nuovo idea.

Il Pd cambia di nuovo idea

Così, in 8 pagine di risoluzione dell’VIII e IX Commissione il Pd, oltre a “scoprire” l’ampiezza del gap tra Nord e Sud  e l’arretratezza infrastrutturale, inserisce, tra le proposte nientepopodimenoche IL PONTE. Ecco infatti il punto c delle proposte per ridurre le distanze tra Nord e sud sotto il profilo economico.

“Sì al Ponte”

“c) garantire l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina attraverso la realizzazione di una infrastruttura idonea a porre definitivamente fine all’isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese estendendo, così, l’alta velocità fino a Palermo e Siracusa e favorendo il rilancio del trasporto delle merci e delle persone via terra.Le firme sono: Bruno Bossio, Del Basso De Caro, Gariglio, Cantini, Pizzetti, Andrea Romano, Bordo, De Luca, Frailis, Lacarra, Gavino Manca, Miceli, Mura, Navarra, Ubaldo agano, Pezzopane, Raciti, Siani, Topo, Viscomi

Sì a giorni alterni

Cambiare idea, si sa, è prova d’intelligenza ed umiltà. Certo è un po’ strano dire sì ad inizio luglio (i ministri Franceschini e De Micheli) , no l’11 luglio e di nuovo sì il 15. E’ stranissimo bocciare un ordine del giorno e pochi giorni dopo intitolarsi la battaglia per lo stesso Ponte. O si è distratti nello scrivere le risoluzioni o si è distratti quando si vota no. Val la pena riportare anche le premesse che spingono i Dem a dire sì al Ponte (non sappiamo se questa posizione durerà fino a lunedì 20….).

La risoluzione del Pd

Le premesse infatti sono le stesse che hanno finora spinto tutti i fautori dell’opera a reclamarne l’inserimento tra i progetti per il sud. “Le complesse complementarietà che legano il sistema economico e sociale del Mezzogiorno con quello del Nord d’Italia alimentano un’interdipendenza commerciale, produttiva e finanziaria che rende l’obiettivo del recupero del divario tra il Nord e il Sud e le isole del Paese fortemente connesso a un disegno di complessivo rilancio della crescita nazionale. Il ritardo economico del Mezzogiorno è, al tempo stesso, inaccettabile e ingiustificabile. Infatti, lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno offrirebbe un mercato di sbocco e un volano di crescita anche per le produzioni di altre aree, innescando un circolo virtuoso di investimenti e crescita sia nelle regioni meridionali che in quelle del Centro Nord”.

Il gap Nord-Sud

Dati alla mano i deputati dem ricordando che nel Mezzogiorno gli investimenti pubblici in rapporto alla popolazione tra il 2008 e il 2016 sono risultati sistematicamente inferiori rispetto al Centro nord. La spesa in conto capitale della pubblica amministrazione nel Mezzogiorno nel 2018 rispetto al 2008 è dimezzata. La spesa infrastrutturale dal 1970 al 2018 è diminuita al nord dello 0,9% a nel Mezzogiorno del 4,6%. Oggi gli investimenti al sud sono un sesto del totale nazionale.

Indietro di 20 anni

L’infrastrutturazione stradale del Mezzogiorno, rimasta sostanzialmente invariata dal 1990, si caratterizza per una carente dotazione di grandi reti autostradali. La rete ferroviaria nel Mezzogiorno nel 2016, a fronte dei 16.788 chilometri complessivi distribuiti nell’intero territorio del Paese, dispone di 5.730 chilometri nel Mezzogiorno, 7.533 chilometri nel Nord e 3.457 chilometri nel Centro. c) per quanto attiene alle caratteristiche della rete ferroviaria nel nostro Paese, la sotto-dotazione del Mezzogiorno emerge con tutta evidenza e lo sviluppo dell’Alta Velocità è fortemente carente”.A fronte di tutto ciò i deputati propongono tra le opere indispensabili a colmare il gap il Ponte sullo Stretto. Lo stesso Ponte che hanno bocciato nei giorni precedenti.

Non poteva mancare il commento ironico di chi, come Matilde Siracusano, si è vista affondare un ordine del giorno sul Ponte appena pochi giorni fa proprio dagli stessi Pd. “Fa sorridere la notizia della presentazione da parte del Partito democratico di una risoluzione, depositata in Commissione Trasporti della Camera, con la quale si chiede al governo di inserire il Ponte sullo Stretto di Messina tra le grandi opere che dovrebbero usufruire dei finanziamenti europei per far ripartire il Paese. Bene, anzi benissimo. Peccato che pochi giorni fa proprio i deputati dem abbiano affossato tutte le proposte di Forza Italia al decreto rilancio che riguardavano la realizzazione del Ponte sullo Stretto, l’avvio di un’analisi costi/benefici, la possibilità di finanziare questa infrastruttura strategica anche attraverso il Recovery Fund. Adesso il Pd ha cambiato idea? Perfetto, noi siamo pronti a collaborare per portare a casa il risultato. La costruzione di questa grande opera non può e non deve essere una battaglia di partito o di coalizione ma deve rappresentare una grande occasione per l’intero Paese, per la Sicilia, per la Calabria e per il Mezzogiorno. Aspettiamo il Partito democratico in Parlamento per concretizzare questa loro iniziativa e le tante altre nostre presentate in questi anni”.

Certo, per trovare l’intesa però bisognerà anche accordarsi sul giorno della settimana, perché a quanto pare i Pd sono favorevoli nei giorni pari e contrari nei giorni. O viceversa.