La riflessione

“Il vocabolario del Reddito di cittadinanza: tra furbetti e nuovi poveri”

Anche nel 2021 si continuerà a parlare del reddito di cittadinanza, tra detrattori e favorevoli. Ci sono una serie di parole chiave che Annamaria Raffa “riepiloga” in questa riflessione:

Sul banco degli imputati

Beneficiari del reddito di cittadinanza: colpevoli in primo, secondo grado e cassazione, porteranno loro l’Italia sul baratro, dopo la casta e i furbetti del cartellino, da quando ricevono il reddito sono i poveri sul banco degli imputati. Poco importa che la platea dei beneficiari è in effetti largamente costituita da invalidi, donne e uomini separati, con figli, ultra cinquant’enni difficilmente collocabili al lavoro. Fa notizia l’eccezione, mai la regola, e fa altrettanto riflettere il cattolicesimo a corrente alternata dell’Italia, che sa essere più integerrima, nel considerare i poveri colpevoli della loro condizione, dell’Inghilterra calvinista-protestante.

I navigator

Navigator: colpevoli anche loro, accusati come nella più antica tradizione del pubblico impiego, di essere assenti assenteisti, vincitori di concorso, sono andati ad ingrossare le fila dei centri per l’impiego, accolti più o meno a braccia aperte. Sicuramente in una posizione non facile non hanno navigator in buone acque, nella ricerca quasi impossibile di un incrocio fra un’offerta di lavoro più o meno volenterosa al fronte di una domanda di lavoro più o meno inesistente. I navigator si deve aver pensato erroneamente portassero con sè un bagaglio di imprese desiderose di assumere una sconfinata forza lavoro, come se il centro per l’impiego fino ad allora avesse pettinato le bambole. Vorrei vedere voi al loro posto.

I “colpevoli a metà”

Case manager: colpevoli…a metà. Vincitori anche loro di concorso, per lo più assistenti sociali in forza lavoro presso i Comuni, analizzano i nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza al fine di rilevare necessità di tipo sociale e attivare la presa in carico, il famoso Patto per l’inclusione sociale. Il Patto per l’inclusione sociale è quello che anticamente nella professione veniva chiamato progetto personalizzato, un progetto concordato con l’utente finalizzato alla rimozione della causa che determina il bisogno sociale. Non trascurabile è il fattore “ricatto”, ossia il mancato rispetto del patto concordato può determinare la sospensione del beneficio. Quale migliore presupposto per un intervento sociale: uomini (e donne), tremate, le assistenti sociali sono tornate! E occhio ai bimbi che poi si sa come gli finisce.

Puc: croce e delizia

Puc: progetti di utilità civica, organizzati dai comuni anche in rete con il terzo settore, “impiegano” i beneficiari del Rdc in attività utili alla cittadinanza. Croce e delizia per le amministrazioni comunali, che sperano in un supporto alla carenza strutturale dei propri servizi tecnici, mannaia punitiva per la cittadinanza assetata di vendetta verso i parassiti del Reddito di cittadinanza. Se avessi 1 euro per tutte le volte che mi sono sentita dire la frase “mandiamoli a pulire le strade”, potrei finanziarli io i prossimi 18 mesi di reddito.

Le piattaforme

Piattaforme: a ciascuno la sua, la star indiscussa del provvedimento. La mia si chiama Gepi, come un’amica di aperitivi, è dato il tempo che passiamo assieme, mi è diventata praticamente moglie. Bizzosa appunto come una star, mi costringe ad un constante dinamismo neanche fosse un tapis roulant; come funziona oggi, non vuol dire valga anche per il domani, senza contare le volte in cui è assolutamente irreperibile, magari proprio quando hai l’utente davanti. Ed è una star che ci “costringe”, a noi assistenti sociali allergici agli schemi e dalle prolisse produzioni scritte perché prediligiamo sicuramente il colloquio (“quanto ci piace chiaccherà”!), a stare negli schemi ed a tradurre, il nostro animo naif e il nostro intervento in obiettivi e pianificazione. Per molti un autentico inferno.

I patronati

Caf: centri propulsoridelle domande del reddito di cittadinanza, sappiano che, di fronte alle dichiarazioni fantasiose dell’utente su residenze e composizioni del nucleo familiare, lo stesso dichiara candidamente “me l’ha consigliato il patronato”!

I punti deboli

Punto nevralgico: assenza di interrelazione fra i vertici del triangolo del provvedimento (INPS, Centri per l’impiego e Comuni), per cui il terreno prolifica, ahimè, di trucchi, trucchini e trucchetti per accedere al beneficio, ai furbetti del quartierino e del cartellino aggiungiamo rassegnati anche quelli del redditino. Questa è la pecca maggiore della misura, difficoltà nell’incrociare dati e informazioni, interstizi ed escamotage in cui, con il solito ingegno, il popolo italiano sa destreggiarsi con maestria.

Facciamo tutti animo e coraggio anche perché, dati i tempi che corrono, la tanto vituperata misura economica si appresta ad essere richiestissima, e con un po’ di scaramanzia e lungimiranza starei attenta a sputare in cielo, che poi, anche qui, si sa come finisce.

Di Raffa Annamaria