Politica

La Messina incivile: quando prevale l’interesse privato

MESSINA – 28 marzo, viale San Martino. Un uomo prende una pianta dal vaso e la porta via, mettendola in una busta. Un comportamento che ha colpito tanti lettori. Non è una situazione infrequente. Ci si appropria di qualcosa che appartiene a tutti per soddisfare un interesse individuale e privato. Ipotizziamo che, dopo averla sottratta, l’avrà ripiantata a casa sua. Un comportamento che caratterizza molte persone a Messina e non solo.

Allora, questo “piccolo” episodio diventa il simbolo, la metafora del rapporto predatorio che spesso abbiamo con il territorio. L’abbandono dei rifiuti in strada; il desiderio di sacrificare l’interesse collettivo e pubblico alle proprie esigenze individuali e private; il disprezzo per ciò che appartiene alla collettività: sono tutte facce della stessa medaglia. Così come la logica del pagare meno tasse, tanto poi se le prestazioni sanitarie e la scuola pubbliche vanno allo sfascio chi se ne frega…

Sono considerazioni ovvie che il semplice gesto di un cittadino incurante del benessere della comunità ha innescato. Riflessioni ovvie ma che, in questo periodo di politica spesso miope e incapace di lasciare il segno, vanno ricordate. Da qui pure la provocazione in un editoriale di questi giorni: parafransando una canzone di Cesare Cremonini, conosco un posto che mi piace: si chiama Messina.

Come dire, a Messina non tutto “fa schifo”. Non tutto è da buttare. E la città, se eviteremo di godere del degrado e dell’incuria, può compiere piccoli e grandi salti di qualità. Passi in avanti salvifici se, ricordando la lezione di Italo Calvino, eviteremo di di crogiolarci nell’inferno dei viventi. E, soprattutto, anche nella negletta Messina, sapremo “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

L’obiezione di un lettore: “Non pensate ai pesci piccoli”

Riportiamo l’obiezione di un lettore: “Guardiamo al pesce piccolo, quando sappiamo tutti che a predare il territorio sono i soliti nobili di questa città. Ma di loro non abbiam contezza, come mai? Altro che piantina portata via da un imbecille”.

Messina depredata da poteri politici e imprenditoriali parassitari

La risposta è semplice: l’episodio può essere anche rivelatorio dell’atteggiamento dei cosiddetti poteri forti. In una dimensione più grande, Messina è stata depredata negli anni da poteri politici e imprenditoriali e da una borghesia parassitari. Quindi, il cittadino che prende la pianta in strada può anche rappresentare, simboleggiare chi comanda e non agisce per l’interesse collettivo.

In questo, dal più “piccolo” al più “grande”, non esistono distinzioni, se non in termini di responsabilità. Ovviamente maggiori per chi detiene o ha detenuto il potere.