Conosco un posto che mi piace: si chiama Messina

Conosco un posto che mi piace: si chiama Messina

Marco Olivieri

Conosco un posto che mi piace: si chiama Messina

domenica 31 Marzo 2024 - 06:55

Buona Pasqua a lettrici e lettori con l'augurio di non disprezzare sempre la nostra città. Una critica spietata e uno sguardo appassionato possono convivere

MESSINA – “Ho visto un posto che mi piace si chiama mondo”, canta Cesare Cremonini. Si potrebbe dire anche “conosco un posto che mi piace: si chiama Messina”. E questo potrebbe essere l’augurio di buona Pasqua 2024 per chi ci legge. Soffermandoci sul significato della parola Pasqua come passaggio, qualunque sia il nostro credo, la nostra comune umanità ci porta a insistere verso un cambiamento radicale, individuale e collettivo. E, allora, per Messina, diventa fondamentale amare la città, prendersene cura.

Noi cittadini possiamo anche imparare a smettere di disprezzarla. Una critica spietata, ma non la denigrazione e l’oltraggio quotidiani, e uno sguardo appassionato possono convivere. Non deve essere un amore acritico, sterile. Deve essere concreto e ostinatamente teso al miglioramento. Pieno di passione e capacità di guardare fino in fondo dentro le ferite del territorio. Solo così potrà avvenire un vero risanamento.

Nella foto in evidenza spicca un carillon “vivente” nell’isola pedonale 2023. Un tocco surreale e poetico adatto a una città che deve tenere insieme sogni e bisogni, poesia e prosa. La denuncia di una quotidianità spesso soffocata dal caos; le troppe violenze inferte all’ambiente e alle persone; le ingiustizie sociali, i muri, le periferie, la criminalità e il lavoro che non c’è. Tutto questo, e molto altro, lo raccontiamo con la consapevolezza che, per vedere la bellezza, bisogna passare dagli inferni giornalieri.

Solo guardando in faccia il disagio sociale ed economico di Messina, si può lavorare, ognuno nel proprio ruolo, per una rigenerazione graduale ma necessaria. Per questa ragione, insistiamo sull’idea di una Messina in crisi come tappa obbligata per poter pensare un futuro diverso. Denuncia e progetto, amore per la città e una cura appassionata, per ogni angolo di Messina, possono e devono procedere assieme.

Basta venerare gli antichi fasti e denigrare il presente di Messina

Lo abbiamo già scritto: si ha bisogno di radici ma non di un passato castrante. Basta venerare gli antichi fasti e denigrare il presente: serve cogliere le potenzialità del territorio, senza pensare che sia o tutto “bello” o tutto “brutto”. Il futuro di Messina passa da una visione complessa e aperta a tutti gli scambi possibili con il mondo. Servono più idee e progetti e meno nostalgie, che rischiano d’imbalsamare la città.

Con questo spirito, l’augurio di buona Pasqua assume una valenza anche laica per noi abitanti di una città densa di contraddizioni. Noi che spesso nemmeno guardiamo lo Stretto. E la sua bellezza e profondità.

Scrive Italo Calvino nell’incantevole “Le città invisibili”: “Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”. È dunque tempo che Messina ritrovi il desiderio di specchiarsi in un’immagine migliore rispetto a quella a cui noi cittadini vorremmo condannarla. I tanti rifiuti abbandonati, solo per fare un esempio, non ci imprigioneranno. Un’altra città, una realtà migliore, è possibile, se ne saremo capaci.

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10 commenti

  1. GRAZIE………e ricambio da vecchio messinese ……ma sono i POLITICI che fino ad oggi abbiamo mandato al potere dalle amministrazioni locali a quelle Nazionali che ci hanno tradito e mandato in crisi o no…..mi fermo qui e Buona Pasqua TEMPOSTRETTO

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    1. Marco Olivieri 31 Marzo 2024 10:08

      Buona Pasqua, grazie

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  2. Belle parole,il passato è passato,non possiamo ignorarlo nè dimenticarlo perché è esistito. Oso dire che troppe innovazioni tecnologiche e trasformazioni urbanistiche hanno stravolto questa città, per ovvie ragioni,spesso sconsiderate non bisogna parlare a sproposito. Ma chi ha un potere renda facile e semplice la vita dei messinesi,faccia il giusto e lasci le cose che hanno un senso e una storia al proprio posto, manutenzione e conservazione, di modernità ne abbiamo bisogno ma rispettando i limiti. Buona Pasqua.

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  3. Sicuramente i politici che negli anni ci hanno rappresentato hanno colpa.
    Non dobbiamo però, dimenticare i messinesi indegni, che rompono, sporcano, occupano il bene comunque (che sia una piantina o una villa). Gente che infischiandosene di tutto, rende la vita dura a noi Messinesi, che ancora crediamo nella nostra splendida città. Città Nobile, che in passato fu centro del mondo, del commercio.
    Città ricca, pulita, esempio per tante altre. Addirittura si contendeva con Palermo il capoluogo.
    Bisogna ribellarsi,battere i pugni contro i politici e contro i messinesi (anti-Messina). Solo tutti insieme potremo fare risorgere la nostra Splendida Messina.

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  4. Da originario della provincia di Messina (da molti anni al centro Italia) capisco tutti i problemi che può avere Messina e il Sud in generale, ma la solita solfa dei politici me la risparmierei, cosa c’entrano i politici con la vergognosa abitudine di lasciare sacchetti e montagne di immondizia dappertutto? Dico ma un po’ di amor proprio i messinesi non lo hanno? Poi si spera nel turismo da crociera, cosa gli facciamo vedere la spazzatura? Già mi vergogno io per loro e sono uno di li, posso solo immaginare che idea si fanno di noi chi viene lì con una nave dall’altro capo del mondo e vede quello “spettacolo”

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  5. Cominciamo a difendere Messina dalle grinfie di chi vuole guadagnare una barca di soldi a scapito del nostro territorio con questo scellerato progetto del ponte. TS scenda in campo

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  6. messinese stanco 1 Aprile 2024 10:57

    Con questa politica ormai non ci spero neanche più…

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  7. I tre che hanno messo il pollice in giù, naturalmente saranno tra i fenomeni che lasciano i sacchetti dell’ immondizia buttata per strada! Mi raccomando poi parlate sempre dei politici voi allo specchio non vi guardate mai eh?

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  8. Se Messina è ridotta così è colpa un po’ di tutti. I politici dal loro conto fanno la maggior parte dei casi i loro tornaconti, Gli zozzoni continuano a sporcare la città buttando la spazzatura dove prima capita, oltremodo cosa si può pretendere da chi è nato, cresciuto ed anche invecchiato in un porcile? Come diceva Totò, signori si nasce, non si diventa. Però per migliorare non ci vuole molto, solo un poco di educazione, buonsenso e responsabilità. Allora sì che Messina si potrà definire una bella città. Mi auguro al più presto perché Messina lo è stata e potrebbe esserlo molto più di prima.

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  9. Vivo a Messina da soli due anni, ma ho già imparato ad amarla. È bella, purtroppo poco amata dai suoi cittadini. Perché i rifiuti abbandonati, le deiezioni dei cani ovunque, non dipendono da chi amministra, ma da chi ci vive. Solo una cosa è a carico dell’amministrazione, i tanti palazzoni, vecchi magazzini in disuso, che deturpano la città.
    Basterebbe abbatterli e costruire il nuovo. Messina è davvero bella… Amatela

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