Cultura

L’intervento dei marinai russi a Messina nel 1908-1909 dopo il terremoto

Centotredici anni fa, in queste stesse giornate, le squadre di marinai russi di navi della Flotta del Baltico erano a terra, a Messina, soccorrendo le vittime del terremoto che straziò Messina e Reggio, lo Stretto che sin dal tempo del mito è luogo di tremori e tempeste. È il caso di ricordarsi di questi eroi, che, sebbene siano sempre ben ricordati dalla popolazione, ultimamente non ricevono la giusta attenzione.

Qui di sèguito, una conversazione con Franz Riccobono, esperto studioso della storia peloritana, a proposito degli antichi rapporti con la Russia, del soccorso prestato nel 1908 e dei futuri possibili risvolti culturali e diplomatici. Partiamo dal Monumento ai Marinai Russi, per illustrarne al pubblico le circostanze della nascita e la sua importanza: cos’avvenne in quella commemorazione del 2012?

Un pezzo di Russia a Messina

Oltre a simbolo della riconoscenza dovuta, è grande l’importanza che ha questo monumento a Messina, perché è un pezzo di Russia nella nostra città e ne fa un punto di riferimento importante nei rapporti culturali tra Messina e la Federazione Russa, privilegio che le altre città dell’Italia non hanno. Bisogna considerare che il consolidamento dei rapporti tra la Città dello Stretto e la Russia risalgono addirittura al periodo bizantino e sono andati consolidandosi nel corso dei secoli, circostanza questa che, se adeguatamente considerata, potrebbe portare grandi benefìci alla nostra città non solo per quanto riguarda la memoria, la cultura ma soprattutto il turismo verso un luogo lontano geograficamente ma vicino nella memoria dei Russi che non a caso nella nave Aurora ancorata nel porto di Sanpietroburgo hanno realizzato un museo relativo all’intervento della Flotta del Baltico a favore delle popolazioni messinesi colpite dal terremoto del 1908. Purtroppo questa è stata fino ad ora un’occasione mancata perché non si è saputa cogliere l’importanza di fatti avvenuti oltre un secolo fa ma ben presenti nella memoria del popolo russo, tant’è che pochi anni fa è stato donato ed installato il monumento in bronzo realizzato sul modello dello scultore Küfferle nella villetta per l’appunto dedicata agli eroici Marinai Russi. La complessa operazione fu resa possibile grazie all’impegno della fondazione russa di Sant’Andrea Apostolo (Saint Andrew the First-Called Foundation), del Ministero dei Trasporti della Federazione Russa e dell’impegno profuso per anni dal Console di Russia in Sicilia Vladimir Korotkov, coadiuvato a Messina dall’allora Presidente della Provincia, onorevole Nanni Ricevuto. Fu creata in quell’occasione un’associazione culturale intitolata “Mezzogiorno d’Italia-Russia” (MIR), che organizzò una mostra documentaria con reperti originali che documentavano i rapporti secolari tra le due popolazioni; l’idea dell’Associazione Amici del Museo era quella di trasformare in mostra permanente questa prima raccolta che documentava l’intensità e la durata di rapporti di amicizia culturali e commerciali tra Messina e la Grande Russia nel corso dei secoli, ipotesi questa che purtroppo non è arrivata a buon fine ma che potrebbe essere sicuramente ripresa anche in considerazione degli importanti documenti di cui si dispone.

Questi sono dei dettagli storici molto curiosi, che dobbiamo invitare il nostro pubblico ad approfondire. Come avvenne il primo contatto di Messina con genti russe?

Il ricercatore Alessandro Fumia ha ritrovato importanti documenti che dimostrano come tra i due popoli l’intesa risalga addirittura al periodo bizantino, tant’è che dei guerrieri provenienti dalla Russia intervennero in difesa dei Messinesi arroccati a Rometta nella strenua difesa della Cristianità contro l’avanzata mussulmana in Sicilia; siamo nel X secolo d.C., ma non mancano ulteriori testimonianze databili ad età medievale e via via succedutesi nel corso dei secoli, quando nel XVIII secolo l’imperatrice Caterina la Grande nominò nella Città di Messina un proprio Console, circostanza unica tra le città italiane del tempo. Di tale nomina si conserva fortunatamente una circostanziata documentazione. Tutto ciò avveniva perché i nostri due popoli erano accomunati sotto il profilo religioso in quanto condividevano come religione il Cristianesimo nella forma dell’ortodossia orientale, tant’è vero che noi siamo rimasti sempre “greci”; e poi, quando Caterina di Russia nomina il Console, ha come suo aggancio statale l’Archimandrita di Messina che era greco e conosceva anche i caratteri cirillici.

Oggi molti nell’opinione pubblica stanno cercando di ridimensionare i meriti dell’intervento russo, spesso a favore di quello italiano, ma è incontestabile che nella memoria collettiva i marinai russi abbiano un posto d’onore. Qual è la verità?

È bene sottolineare che, malgrado l’intervento russo sia durato appena sette giorni, la loro azione ha creato il mito dei marinai russi capaci, onesti e generosi, cosa che non riscontriamo per quanto riguarda tutti gli altri intervenuti – e furono tanti – in occasione della grande disgrazia di Messina. Nel popolo messinese, a distanza di oltre un secolo, rimane traccia di questi “angeli venuti dal mare” giovani, biondi ed audaci, che pur parlando una lingua sconosciuta entrarono in stretto ed indelebile contatto con le popolazioni colpite dal sisma. A maggior riprova, basterebbe guardare le fotografie dei soccorritori russi dove è evidente la loro intraprendenza laddove si osservino le divise lacere e sporche a sèguito degl’interventi in soccorso dei Messinesi, circostanza non riscontrabile nella pur vasta documentazione sugli altri soccorritori, italiani compresi.

Questo ritratto e questo ricordo contrastano del tutto con la versione spesso propagandata come ufficiale che vede questi marinai come esecutori prepotenti di sommaria giustizia nei confronti di cittadini scambiati per ladri!

Dalle testimonianza degli stessi marinai sappiamo della fucilazione di alcuni ladri sorpresi nell’atto di rubare; fu di fronte a incontestabili prove del delitto compiuto che i marinai russi procedettero alla fucilazione di questi sciacalli, ma solo successivamente durante lo stato d’assedio si procedette da parte italiana ad esecuzioni sommarie talvolta di messinesi superstiti, che scavavano in casa propria nel tentativo di salvare i proprî parenti o beni, con superficialità scambiati ed uccisi quali ladri.

Sfatati miti e rispolverata la verità, dobbiamo pensare al futuro, dimodoché ci sia prospero e fruttuoso.

Messina di recente ha goduto della nomina di un Console Onorario della Federazione Russa nella persona dell’onorevole Nanni Ricevuto. Sarebbe veramente il caso di sviluppare l’amicizia con queste popolazioni che nel passato sono state sempre amiche della Città di Messina e che nel recente passato hanno dimostrato concretamente il loro affetto nei confronti di una città spesso ingrata ma che certamente potrebbe guardare alla storia remota e recente per trovare spunto a rapporti culturali ma anche economici con chi nel tempo ha dimostrato concretamente amore per gli abitanti dello Stretto.

Ben detto: è proprio questo che Messina tutta dovrebbe fare in quest’epoca: ritrovare quel senso di gratitudine e d’altezza di pensiero che nel corso dei secoli si è ossidato.

Con l’occasione, buon anno nuovo!