Politica

Messina: a mezzanotte si scioglie l’enigma dimissioni. De Luca resta sindaco o no?

Che cosa vuol fare Cateno De Luca in merito alle sue dimissioni, in questo momento, è solo lui a saperlo. La scadenza prima che diventino esecutive è alla mezzanotte di oggi. Fino ad allora le probabilità che le ritiri o le mantenga sono le stesse, al 50%.

Fine di una fase

Il post che ha fatto ieri, dopo l’esito del voto, lascia aperte entrambe le ipotesi ed evidentemente il sindaco avrà voluto tempo per riflettere ulteriormente. In quel post non utilizza mai la parola dimissioni. Parla invece di chiusura (o commiato) di questa fase amministrativa. Fissa anche l’ultima riunione di giunta, indicandola sempre come quella di “questa fase amministrativa”. Potrebbe essere la parola fine o allo stesso modo la chiusura di una fase (i primi due anni e mezzo) e l’avvio di una nuova stagione caratterizzata dall’ufficializzazione dei rapporti burrascosi con il Consiglio. Dalla sua ha i 6 consiglieri che hanno votato la mozione Pergolizzi e quelli che, esattamente come fatto in questi anni, in base alle delibere ritenute nell’interesse collettivo o meno, gli hanno garantito la maggioranza in Aula. Non è probabilmente l’idillio perfetto tra due co-inquilini dello stesso Palazzo ma è quello che è accaduto ad Accorinti ed a centinaia di altri sindaci.

Entro mezzanotte

Prima di mezzanotte il sindaco dovrà quindi decidere se ritirare le dimissioni o mantenere quella lettera e aprire una nuova fase, quella che porta al commissariamento ed a nuove elezioni. A mezzanotte, come Cenerentola, le cose potranno cambiare. Nel tunnel, sia chiaro, ci si è messo lui, con il famoso aut aut su La Paglia. Non è la prima volta che innesca un braccio di ferro con i consiglieri sulle sue dimissioni, ma è la prima volta che l’Aula reagisce (se non altro alle raffiche di epiteti).

Dimissioni o no?

Sul piatto della bilancia c’è per De Luca la possibilità di continuare e concludere il mandato a scadenza naturale portando avanti il suo programma amministrativo consapevole che in Aula non avrà sempre la maggioranza. O quantomeno non avrà il tipo di maggioranza che a lui piace (quella totale). Sull’altro piatto della bilancia ci sono le elezioni che potrebbero portarlo ad una vittoria con una sua maggioranza.

Le urne sono un’incognita

Le elezioni però, com’è noto, sono sempre un’incognita ed in questo caso non è detto che siano dietro l’angolo e non è neanche detto che finiscano come ognuno legittimamente immagina. Adesso inoltre l’elezione scatta con il 40% dei consensi. Se non si raggiunge c’è il ballottaggio ma De Luca, che sciocco non è, sa bene che sarà un tutti contro di lui e che (come insegnano le elezioni del 2013 e del 2018) il ballottaggio a Messina non porta a un voto “per” ma a un voto “contro”. Lo sa Accorinti, divenuto sindaco grazie a un ballottaggio “contro” e lo sa benissimo De Luca, diventato sindaco allo stesso modo. Tutto questo lo sa bene, ma è anche uno stratega politico quindi utilizzerà fino agli ultimi minuti per soppesare le decisioni e le parole stesse. Un fatto è certo. Se dovesse ritirare le dimissioni il rapporto tra lui il Consiglio sarà completamente diverso rispetto al passato. E forse è quello che intende quando scrive “fine di questa fase amministrativa”. In questa nuova fase amministrativa, qualora lui dovesse restare, i rapporti di forza sarebbero alla pari. Da un lato l’Aula avrebbe la certezza che l’arma delle dimissioni è del tutto “spuntata”, lasciando quindi modo all’opposizione di compattarsi, dall’altro l’amministrazione resterebbe un’amministrazione forte. Due fronti uno davanti all’altro che sanno però che le elezioni non sono dietro l’angolo. E neanche lo spauracchio delle urne.