Politica

Messina. De Luca si candida alla presidenza della Regione ma il suo lavoro di sindaco è incompleto

“Per ora sto finendo di formare la squadra degli assessori. Sto già pensando alla giunta. L’Assessore alla Sanità sarà una donna con tre p….di Catania. Presenterò il mio governo ombra a marzo prossimo. A quel punto faremo pelo e contropelo a quel che rimane di Musumeci e i suoi sodali ma soprattutto ci prepariamo a fare un governo veramente rivoluzionario con un programma veramente rivoluzionario: questo vogliono i siciliani.” Queste le dichiarazioni rilasciate, con il suo eloquio forbito, dal candidato alla presidenza della Regione Sicilia, Cateno De Luca, nel corso di Casa Minutella, la trasmissione che va in onda contemporaneamente su BlogSicilia, Tempostretto e VideoRegione.

De Luca protagonista della politica siciliana

Conoscendo l’attuale sindaco di Messina e le sue manovre propagandistiche, non è escluso che alla fine decida di recedere dalla corsa alla presidenza dopo aver approfittato di questa “provocazione” o, per qualcuno di questa “minaccia” per accrescere la sua popolarità. In ogni caso è chiaro che in questa fase De Luca sta dedicando le sue energie a un percorso che, comunque, nelle sue aspirazioni, lo veda protagonista dello scenario politico regionale. Anche il tour musicale che lo sta portando ai diversi angoli della Sicilia non è che un pezzo di questa strategia. Andando a suonare nelle varie città dell’isola, De Luca sfrutta l’indubbia popolarità acquisita attraverso i social per incontrare persone, organizzare la sua rete politica, e, soprattutto, intrecciare relazioni con le forze produttive del territorio. Molti imprenditori siciliani, in particolare quelli onesti, sono stanchi della politica regionale che certamente non li aiuta, anzi, per molti versi, li ostacola nel loro tentativo di emergere in un contesto di mercato globale fortemente competitivo. A loro Il nostro sindaco si propone come un’alternativa credibile. Da questo punto di vista, lo schema si ripete. Sembra di rivedere, infatti, il De Luca che decise di correre, tra lo scetticismo generale, per la carica di sindaco di Messina. Anche allora lo si vedeva girare quasi da solo per ogni negozio della città, dal centro alla periferia, proponendosi con il suo consueto stile a una comunità stanca di esperienze amministrative inconcludenti.

Aiutare Messina da presidente della Regione

A distanza di tre anni a mezzo dalla sua elezione a sindaco, De Luca sostiene che i risultati ottenuti a Messina offrano legittimazione concreta alla sua candidatura come presidente della Regione. Egli ritiene di avere determinato le condizioni per la svolta da troppi anni attesa nella nostra città e, pertanto, ormai non ha più nulla da dare come primo cittadino. È convinto, invece, che possa aiutare meglio la nostra comunità da leader del governo regionale, sbloccando tante situazioni che Musumeci ha lasciato sospese a detrimento della città. In realtà questa è una promessa che fa a chiunque incontri alle varie latitudini della Sicilia. L’ultimo beneficiario di questo impegno, al momento virtuale, è stato Davide Faraone, in quanto candidato a sindaco di Palermo. Anche a lui, nel caso diventasse primo cittadino, ha assicurato il suo sostegno operativo come presidente della Regione.

Messina è davvero migliorata?

Naturalmente è possibile che Messina possa trarre qualche beneficio dall’elezione di De Luca al primo scranno di Palazzo d’Orleans. Però mi chiedo, e vi chiedo, ha veramente portato a termine in così pochi anni il suo progetto di rinascita della città? Un’analisi oggettiva dei fatti, induce a concludere che tanti risultati sono stati ottenuti ma quasi tutti hanno la caratteristica di un cantiere aperto, con stati di avanzamento lavori più o meno vicini al completamento. Vediamo di approfondire alcune delle situazioni più importanti.

La finanza comunale

L’efficienza nella gestione finanziaria del comune è una delle acquisizioni più importanti da ascrivere a De Luca. Approvare i bilanci preventivi per tempo è un grande merito e al tempo stesso la cartina di tornasole di un’adeguata e ordinata amministrazione contabile. Per questa via è stato possibile programmare in maniera efficace e più trasparente, attingendo a risorse che prima sfuggivano.

Il Piano di Riequilibrio, frutto del Salva Messina è stato approvato dal Ministero dell’Interno. In attesa che si pronunci anche la Corte dei Conti, si può dire che il risanamento dei conti è avviato sulla buona strada ma non si può dire concluso. Lo dimostrano i tanti debiti fuori bilancio che ancora il consiglio comunale è chiamato a ratificare e la notevole, seppur ridotta, massa debitoria esistente pari a 150 milioni di euro.

Il santuario dei dirigenti

La rimodulazione dell’assetto dirigenziale era atteso da tempo per superare finalmente posizioni di privilegio, troppe volte associate ad inefficienza e arroganza. Le drastiche decisioni portate avanti da De Luca, con il forte ridimensionamento delle cariche apicali ha snellito l’organizzazione burocratica consentendo un notevole risparmio economico e una possibile velocizzazione delle decisioni. Quel che manca adesso è una forte e diffusa digitalizzazione che assicuri efficienza alla pubblica amministrazione e consenta di affrontare meglio la contrazione di organico dovuta ai pensionamenti. Sappiamo che ci sono progetti in corso ma la realtà è ancora quella di un comune che opera in gran parte alla vecchia maniera. Forti criticità si registrano, poi, nei processi autorizzativi non ancora sottratti alle interpretazioni personalistiche di funzionari che rendono la vita difficile a progettisti ed imprenditori, frenando di fatto la crescita economica della città.

La gestione dei rifiuti

Gli ottimi risultati ottenuti nella raccolta differenziata, che ci hanno sottratto all’emergenza vissuta da altre realtà urbane della Sicilia, si associano ancora a un livello di spazzamento ancora ben al di sotto delle necessità. De Luca si giustifica sostenendo che l’incremento della TARI bocciato dal consiglio comunale non ha consentito l’assunzione degli operatori ecologici di quartiere. Dicendo così, omette di considerare il notevole ritardo nella lotta all’evasione tributaria che, nonostante gli sforzi compiuti per individuare utenze non dichiarate, pesa come un macigno posto a carico dei contribuenti onesti. In questo campo c’è davvero ancora tanto da lavoro da svolgere.

La viabilità a Messina, ancora troppo caotica

Sul fronte della viabilità, è stato elaborato il nuovo Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) all’esame della Regione ed è stato adottato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Stanno andando in appalto proprio in questi giorni i 15 parcheggi d’interscambio finalizzati a favorire l’uso del mezzo pubblico e a ridurre l’ingresso delle auto nel centro cittadino. Sono lavori meritori, certamente essenziali, da ascrivere alla capacità di programmazione e di realizzazione dell’assessore Salvatore Mondello. Tuttavia la gestione della viabilità a tutt’oggi vede ancora il prevalere delle solite insopportabili condotte tra auto parcheggiate in seconda e terza fila e attività di scarico delle merci svolte a qualunque orario. Soprattutto nelle ore di punta il traffico continua ad essere un problema.

La nuova A.T.M. S.p.A. sta compiendo uno sforzo di cambiamento importante. Il Consiglio d’Amministrazione guidato da Pippo Campagna, si è mosso in direzione dell’ampliamento nell’organico di autisti da anni assurdamente deficitario, dell’incremento della flotta di autobus e della riparazione delle vetture del tram. Allo stato attuale, tuttavia, non si può ancora dire che il servizio di trasporto pubblico consenta di ridurre in maniera significativa il ricorso alle autovetture private, offrendo un valido supporto al miglioramento del traffico urbano.

Sono innegabili, poi, gli sforzi condotti dalla Giunta De Luca per rendere più efficiente la Polizia Municipale attraverso soprattutto l’ingresso di nuovi vigili. Così come è certamente da encomiare l’azione di controllo del territorio svolta per contenere i conferimenti illeciti di rifiuti che ammorbano la nostra città. Sul fronte della viabilità, tuttavia, la presenza e l’autorevolezza dei vigili urbani è piuttosto impalpabile e comunque inadeguata a favorire la scomparsa di comportamenti scorretti da parte degli automobilisti incivili. La nomina di un Comandante dalle dimostrate competenze aprirebbe la strada ad un recupero di efficacia.

Le opere incompiute

Il porto di Tremestieri che consentirebbe finalmente di eliminare la piaga dei TIR in città e di liberare dagli approdi la Rada di S. Francesco è ben lungi dall’essere completato. Anche la nuova via don Blasco, seppure a circa il 75% di avanzamento non è ancora a disposizione e potrà esserlo solo tra diversi mesi, soprattutto nell’area che coinvolge il sottopasso di Via S.Cecilia, rispetto al quale R.F.I. deve completare alcuni passaggi non definiti nella loro cadenza temporale.

L’acqua h24

L’Amam sta lavorando per rinnovare la condotta idrica, ma il contenimento delle perdite di acqua sinora è solo un’aspirazione e con il 50% del prezioso liquido che si perde prima di arrivare alle abitazioni l’obiettivo di abbandonare il razionamento orario è ancora una chimera per tanti messinesi.

Il risanamento

L’azione svolta dall’amministrazione De Luca sul risanamento delle aree baraccate non conosce precedenti paragonabili nella storia amministrativa della città. Anche in riferimento a tale problematica, però, si può sostenere che il percorso è segnato ma i tempi per vedere realizzato questo sogno sono ancora lunghi.

La cultura e le scuole

In campo culturale, gli eventi organizzati in estate sono stati senz’altro positivi. Tuttavia, in linea generale, non si registra un’effervescenza di iniziative che strutturalmente facciano compiere un salto di qualità alla nostra città. De Luca vuol far diventare Messina la città della musica. Ottimo proponimento, anche questo, però, ben lungi dal manifestarsi concretamente.

Un buon lavoro è stato svolto nelle scuole per giungere alla loro regolarità sismica e per migliorare l’assetto strutturale. Sono stati, inoltre, ottenute risorse finanziarie che dovrebbero migliorare ulteriormente la situazione. Permane assolutamente deficitaria, invece, la dotazione di asili nido comunali, con gravi disagi per le famiglie.

I finanziamenti ottenuti da Carlotta Previti e l’emigrazione che non si ferma

Di sicuro valore l’attività della Vice-Sindaco Carlotta Previti che è riuscita ad intercettare consistenti fondi extra-bilancio. Molte di queste risorse, tuttavia, sono ben lontane dall’avere allo stato attuale una refluenza concreta nella vita dei cittadini. Nel frattempo che i fondi individuati e non ancora spesi si trasformino in opportunità per l’asfittica economia cittadina, prosegue l’emorragia di giovani costretti a lasciare la loro terra per cercare opportunità di realizzazione altrove. Quasi ogni famiglia messinese ormai conosce o ineluttabilmente conoscerà questa triste dimensione che mortifica la speranza di felicità.

Il precedente di Peppino Buzzanca

Alla luce di questa analisi, certamente incompleta è possibile sostenere che il sindaco De Luca e la sua Giunta hanno introdotto spiragli di rinnovamento in molti settori, che ancora, tuttavia, non hanno determinato un tangibile miglioramento nella vita dei messinesi. Quindi si può legittimamente affermare che il primo cittadino se decide di candidarsi alla presidenza della Regione lo fa senza avere completato il suo lavoro.

C’è un precedente sul quale De Luca farebbe bene a riflettere. Nel 2012
l’allora sindaco di Messina, Peppino Buzzanca decise di candidarsi a deputato regionale. Anche lui fece questa scelta prima della scadenza naturale del suo mandato amministrativo. Anche lui sostenne di avere completato il suo programma: ma non era vero e gli elettori lo hanno bocciato. De Luca non è Buzzanca ed è probabile che lui sarà capace di vincere la sua sfida, puntando sulle incertezze delle coalizioni concorrenti e sulle loro divisioni interne. Sarà un successo per lui ma lo avrà ottenuto lasciando Messina in una non certo auspicabile condizione di incertezza e avendone fatto uno strumento per la sua affermazione personale. E comunque farebbe bene a tenere a mente che gli elettori non sono stupidi e capiscono più di quanto i politici talvolta riescano ad immaginare.