La qualità della vita a Messina tra le peggiori d'Italia. Leggiamo bene i dati

La qualità della vita a Messina tra le peggiori d’Italia. Leggiamo bene i dati

Pippo Trimarchi

La qualità della vita a Messina tra le peggiori d’Italia. Leggiamo bene i dati

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lunedì 15 Novembre 2021 - 16:20

Nella provincia di Messina le condizioni di vita non sono affatto soddisfacenti ma le responsabilità sono diffuse e non coinvolgono solo il sindaco

Messina precipita al 98° posto tra le 107 province italiane nella classifica sulla qualità della vita stilata da Italia Oggi in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Dopo quella sull’Ecosistema Urbano è un’altra tegola sulla convinzione del sindaco di Messina Cateno De Luca di avere portato a termine la sua personale missione per Messina potendosi così candidare alla carica di Presidente della Regione Sicilia. In realtà di lavoro ce n’è ancora tanto da fare per portare a compimento le azioni intraprese in direzione del cambiamento e del rilancio di Messina. Peraltro, l’indagine di ItaliaOggi riguarda le realtà provinciali e quindi investe la figura di De Luca anche nella sua qualità di sindaco metropolitano.

Ad onor del vero, però, bisogna sottolineare che i parametri presi in considerazione dall’indagine di ItaliaOggi chiamano in causa non soltanto il primo cittadino ma anche altri soggetti con funzioni politiche, istituzionali ed economiche. In sostanza la pessima posizione nella classifica della qualità della vita mette in luce la diffusa inadeguatezza di gran parte della nostra classe dirigente.

Ci vuole più coraggio in favore dell’Ambiente

La parte della classifica riservata all’Ambiente conferma il pessimo andamento evidenziato dall’indagine sull’Ecosistema Urbano di Legambiente. Anzi, la posizione è ancora peggiore visto che ci lasciamo alle spalle solo 3 province. Bisogna tenere conto, comunque, che i dati si riferiscono al 2019. Per un’analisi il più possibile attualizzata conviene soffermarsi su componenti che ad oggi non hanno registrato cambiamenti tangibili. Tra questi si può considerare l’estensione delle piste ciclabili riferita nello specifico al capoluogo. Nel 2019 se ne registravano 3,30 Km su 100 Km quadrati, una quota davvero infinitesimale rispetto ai 184,90 Km su 100 Km quadrati di Padova. La situazione, purtroppo, non è migliorata. Anche quelle in programma non determineranno l’auspicabile svolta in termini quantitativi. Su questo fronte bisogna avere più coraggio e lungimiranza.

Restituire alla città le aree militari

Anche la densità di verde urbano ad oggi non si è modificata e ci posiziona tra i capoluoghi peggiori (93° posto) con un misero 3% che fa vergognare rispetto al 35,83% del primo capoluogo in classifica (Monza-Brianza). La stessa città di Cagliari che è più simile a noi può vantare una densità di verde ben più ampia della nostra (22,45%). Questa componente è importante sul fronte della qualità della vita ma anche della salute perchè un’adeguata quantità di verde consente una più efficace difesa contro le insidie dell’inquinamento da anidride carbonica. Su questo fronte ci sono progetti in itinere come ForestaMe che dovrebbero ampliare decisamente la dotazione di alberi. Ma anche in questo caso serve ancora più coraggio: dobbiano smetterla di asfissiare la città con il cemento. Dobbiamo recuperare spazi di vivibilità con una più vasta dotazione di verde urbano. Da questo punto di vista attenzione massima bisogna dedicare sul tipo di progettualità da riservare alle aree di risanamento. Così come si dovrebbe finalmente porre in maniera concreta la questione delle aree pregiate della città assegnate ai militari, che dovrebbero tornare alla pubblica fruizione diventando fondamentali polmoni verdi.

La raccolta differenziata

Come era avvenuto nella classifica sull’Ecosistema Urbano la rilevata performance negativa della raccolta differenziata nel capoluogo si fonda su un dato superato, riferito al 2019 (18,82%). Non vengono, così, recepiti i rilevanti progressi ottenuti nel corso di quest’anno. La percentuale del 58% a settembre è indicativa di uno sforzo che ha ottenuto riscontri apprezzabili.

Reddito e ricchezza

Per Reddito e Ricchezza siamo al 98° posto. La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti in provincia di Messina è di 14.201 Euro, meno della metà di quella di Milano prima in classifica (30.594 Euro) con dati riferiti al 2019. Se pensiamo che non è il raro il caso in cui in busta paga viene dichiarata una somma superiore a quella effettivamente percepita dai lavoratori si può facilmente arguire come il reddito a disposizione degli impiegati messinesi sia in realtà ancora più basso. Questa situazione indebolisce la domanda e alimenta un circolo vizioso che deprime l’economia provinciale.

Situazione occupazionale e crisi economica

Il tasso di occupazione, cioè il rapporto tra gli occupati e la popolazione messinese, migliora rispetto al 101° posto dell’anno scorso ma rimane tra i più bassi d’Italia (41,74% contro il 72,19% di Bolzano che registra il risultato migliore) e colloca Messina al 95° posto. Il tasso di disoccupazione, cioè il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e la forza lavoro globale, va ancora peggio (quasi il 24%) facendoci guadagnare il terz’ultimo posto in gradauatoria.

Lascia davvero interdetti il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni (58,7%) che fanno guadagnare alla provincia di Messina il poco edificante 104° posto in classifica. E’ vero che l’ingresso nel mondo del lavoro avviene ad un’età sempre più avanzata ma comunque questo dato fa riflettere molto sulla situazione economica messinese da troppo tempo e ancora oggi avviluppata in uno stato di grave crisi.

A determinarla è prima di tutto la mancanza di visione rispetto a praticabili ipotesi di sviluppo e la carenza di progettualità. Questo due decisivi aspetti ci hanno fatto perdere tante occasioni di finanziamento e tante, purtroppo, rischiano ancora di farcene perdere con riferimento soprattutto al PNRR. In questo caso i nostri politici, impegnati a garantire la loro sopravvivenza, hanno responsabilità precise.

Sul nostro poco invidiabile assetto economico influisce anche un tessuto imprenditoriale troppo spesso improvvisato, privo di una solida cultura di azienda e della capacità di intercettare il futuro e farne occasione di sviluppo.

Pochi laureati

Lascia molto da pensare, poi, anche in prospettiva economica, il basso numero di laureati: al 2020 la percentuale era del 19,20% dei soggetti tra i 25 e i 39 anni, contro il 42,50% di Ascoli, prima in classifica e il 41,90% di Milano, seconda. Se pensiamo che molti dei laureati vanno via, si comprende bene come la presenza di personale con un livello di studio elevato sia davvero contenuta nella nostra provincia e questo incide notevolmente sulla qualità della nostra condizione produttiva. Su questo, naturalmente, il sindaco non ha alcuna responsabilità mentre più di una domanda bisognerebbe porsela sull’assetto del nostro sistema formativo.

Tempo Libero e Turismo

La graduatoria su Tempo Libero e Turismo ci regala qualche soddisfazione. La nostra provincia si colloca ad un buon 58° posto complessivo. I dati per molti indicatori sono molto vecchi: alcuni di essi risalgono addirittura al 2017. Volendosi soffermare su quelli che, verosimilmente, non hanno subìto variazioni a tutt’oggi, è buona la dotazione di alberghi per 100.000 abitanti (48,38) che ci permette un confortante 31° posto.

Buone infrastrutture sanitarie

Il sistema Salute ci assicura un ottimo 29° posto. In particolare la provincia di Messina possiede 30 posti letto per mille abitanti in Cardiologia, Cardiochirurgia e Unità coronariche (11° posto in classifica). Più scarso il numero di posti sempre per mille abitanti in Ostetricia e Ginecologia (15,40). Neanche l’oncologia va male con 10,59 posti letto per mille abitanti. In tutti questi casi i dati si riferiscono al 2019. Abbiamo poi 4,58 TAC ogni ogni 100.000 abitanti: il numero non è poi così alto ma ci assegna in ogni caso un ragguardevole 15° posto. Insomma, osservata dal lato strutturale, la nostra sanità non è messa così male. Il problema è la qualità del servizio reso che, purtroppo, ancora alimenta i viaggi della speranza.

Interessante il dato riguardante l’andamento della pandemia che vede la provincia di Messina tra quelle che hanno risentito di meno l’effetto del Covid-19. Alla data del 14 ottobre 2021 i casi registrati di Coronavirus erano 55,48 su 1000 abitanti. La nostra provincia rispetto a questa componente si colloca così al 22° posto In Italia.

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17 commenti

  1. DISPIACE 🥺MA LA VERITÀ È VERITÀ……….OTTIMO ARTICOLO di FACILE e CHIARA LETTURA A SCANSO DI EQUIVOCI 👍👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏….non vedo l’ora di SENTIRE la replica 😏ANZI DI RISENTIRE perché SARÀ SEMPRE LA SOLITA 😡😤😖

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  2. Non amo peccare di disfattismo ma Messina non sarà mai una città vivibile. Molteplici i motivi afferenti a questa mia affermazione. La mediocrità dei politici peloritani, dalla campagna elettorale fondata sulla pacca sulla spalla, ha sempre avuto il sopravvento sul potenziale illuminista che sebbene non numeroso gode di qualche referente. Città in decadenza da almeno 60 anni vivacchia tra lamentosi isterismi e ogni iniziativa è più un desiderio personale che una determinazione per un un futuro migliore. Non si è elevata in nessun campo e i bassifondi della classifica mostrano in dettaglio le carenze strutturali di cui si ” vanta “. Manco da 40 anni da Messina e ogni volta che torno, mi sforzo di vederla con occhi estranei per cercare di apprezzare almeno un suo aspetto, sia esso politico, sportivo, urbano, sociale ecc. Ahimè, lo sconforto è tanto. Poveri ragazzi. Fanno bene ad emigrare. Essere isolani è dura e lo capisco. Una cultura, che non è quella dei nostri bisavoli, non aiuta e i gattopardi razzolano sempre come nell’800. Il mio contatto con Messina, mia terra natìa, è forte. Il cuore pulsa sempre ma la difesa strenua ( immotivata ) contro i miei attuali concittadini purtroppo mi vede perdente. Dignità… Onestà… Raddoppiare gli sforzi per tentare di mettersi alla pari con gli altri e non essere isolati più di un isolano.
    Grazie.

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    1. Disamina quasi perfetta la sua, su un punto non mi trova d’accordo…la rassegnazione a rimanere in questo nostro degrado generazionale, politico, sociale e culturale! Come diceva il grande Mario Monicelli: la speranza è una grande stronzata, ti fotte sempre, personalmente non voglio rinunciarci a costo di essere fottuto!

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      1. Lei mi incuriosisce.
        Sa alternare commenti “poveri” a considerazioni che condivido sotto molti aspetti.
        Povero Monicelli, quell’uomo mi ha sempre ispirato grande integrità e coraggio, spero riposi in pace.
        Una buona serata.

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        1. Spero di soddisfare la sua curiosità dicendole che probabilmente si tratta di personalità bipolare ( mi auguro non dal punto di vista patologico). Anch’io spesso trovo i sui “commenti” interessanti…sopratutto quando scatascia con modi educati ma decisi, contro il bommacaro di Fiumedinisi! Buone cose a Lei.

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        2. Arcistufo i commenti “POVERI “celano in realtà GRANDI RICCHEZZE…..poi ci sono commenti già RICCHI come lo sono i SUOI ,ma dietro ogni commento c è la storia nostra che ci rappresenta nello scrivere……….DEVO DIRE che mi sto “ARRICCHENDO ” pure io su TEMPOSTRETTO perché mi sto facendo una GRANDE CULTURA……acquisisco termini, nozioni a me sconosciute,notizie del PASSATO che disconoscevo, e del PRESENTE che non mi lasciano INDIETRO nel SAPERE…..e come ritornare per certi versi a scuola ….a una scuola di VITA che mi sta INSEGNANDO VERAMENTE TANTO anche nei COMMENTI!!!!!!

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          1. Non credo che con il termine “poveri”, Arcistufo volesse sminuire i commenti. Ad ogni modo, come hai detto bene tu ( mi permetto di darti del tu ) dietro ogni commento c’è la storia di ognuno di noi. Comunque, come direbbe qualcuno “a me mi piacciono assai assai” i commenti poveri! P.S. anche i tuoi mi piacciono! Buona giornata Rosaria.

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    2. quello che fa riflettere, è che persone come Lei, in grado di scrivere così e così bene, siano andate via da Messina. Complimenti sinceri per quanto ha scritto.

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  3. Per quanto attiene reddito e ricchezza al Sindaco DE LUCA
    non si può rimproverare nulla.
    E nemmeno per la qualità della vita: dobbiamo constatare che se la sta scialando alla grande. Specie in questi ultimi mesi è sempre impegnato, con un nutrito seguito, in visite nei bar, locali gastronomici, sagre,trattorie e ristoranti .
    Insomma dove si mangia e si beve.

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  4. Ho fatto salti mortali 20anni fa per rientrare in questa città, adesso non vedo l’ora di abbandonarla al suo esponenziale, irrefrenabile abbrutimento.
    No future!

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  5. Ronald Reagan disse ” il governo e’ il problema non la soluzione”.

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  6. francesco crupi 16 Novembre 2021 09:27

    ….però abbiamo arancini.. focaccia.. i cozzi ..mezza con panna..!! che vergogna!!

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  7. Pur non avendo ben compreso a chi sono rivolti i complimenti ringrazio a prescindere. Vede caro Fabiano, il messinese non è rassegnato, è semplicemente abulico e smargiasso. Mi dispiace non poco dover citare i reggini con il loro ” buddace ” ( semplice campanilismo ) ma è la verità. L’analisi introspettiva non può appartenere a integralisti dell’analfabetismo e della maleducazione civica. Usi e costumi appartengono alla cultura di millenni e anche se le storture temporali possono essere anche figlie del sistema planetario, a Messina attecchiscono come gramigna. Negli anni …anta ( non specifico per evitare riconoscimenti ) mio suocero era impiegato comunale, specificamente destinato all’ufficio anagrafe allo sportello contrassegnato con le lettere O – P – Q. – R. che di certo non era quello più frequentato. Ebbene mi diceva sempre che malgrado allo sportello non ci fosse nessuno qualcuno s’introduceva all’interno per richiedere i certificati de visu esaudendo così il desiderio di prevaricazione che lo faceva sentire forte e nel contempo dando sfogo a una sorta d’immagine vanesia col ” io posso “. Qualcuno potrebbe pensare che l’atteggiamento di questi ” buontemponi ” potesse scaturire dall’atteggiamento di mio suocero. Garantisco il contrario, ne era sconcertato anche lui tanto da riferirmelo con rincrescimento. Sintomatico. Ogni commento lo ritengo superfluo. Potremmo parlare, anzi scriverci per giorni interi, tante sarebbero le riflessioni da enunciare. Quanto al sindaco non mi pronuncio perchè ritengo la classe politica impreparata, litigiosa e inespressiva di idee costruttive. Ovviamente senza colore specifico. Non mi interessa il sindaco. Non dev’essere lui a dirmi di non buttare le carte delle caramelle per terra.
    Ma non voglio tediare oltre. Ma per favore: non chiamatemi disfattista.

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  8. Ma quanta goliardia e ricerca della dialettica più intellettuale per esprimere concetti che fanno vedere che alla fine siete Buddaci… In sostanza le lamentele peggiori (dette in maniera quasi aristocratico) le leggo da persone che esordiscono con “è da tanto che non vivo più a Messina ecc…” O esartano a scappare ed essere fieri di averlo fatto…. A me del vostro vissuto non mi importa Na Min… Se volete essere di aiuto (provate) se siete capaci a consigliare soluzioni invece di fare, anche in maniera ricercata, i soliti Buddaci… Buona vita a tutti! Messinese e fiero!

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    1. Sparare a zero è facile e anche “accattivante” trovare soluzioni è molto più impegnativo!

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  9. Per mia cultura non amo condannare alcun commento negativo al mio pensiero. Il rispetto dei convincimenti degli altri mi serve per metabolizzare le loro idee e farmi crescere. Vede, caro Valentino, quello che lei asserisce essere ricerca dialettica da intellettuale quasi aristocratico presuppone da parte sua il piacere di una lettura forse borghese -proletaria che si esprima con frasi ” non m’importa una m…”. Apprezzabile come vernacolo : colorito e spiritoso. Ma evidentemente no ha mai comprato una bottiglia di vino pregiato o non l’ha mai stappata perche le piace tenerla in casa senza gustarne l’eccellenza!!!??? Mal di poco, berrà vino comune. Le soluzioni alle quali fa riferimento lo so bene che per mille motivi non sono facili . Ma mi dispiace che lei debba essere fiero delle baraccopoli centenarie, della criminalità imperante, di sporcizia in ogni angolo della città, della situazione occupazionale, di un turismo assente, di acquedotti fatiscenti, di smottamenti a catena ecc. Se di questo ne va fiero si goda pure il palcoscenico, nessuno glielo impedisce. I miei raffronti con altre realtà italiane non sono frutto della mia fuga. E’ stata una destinazione forzata per motivi di lavoro che anche sette messinesi al giorno affrontano. Leggevo su un giornale locale che Messina tra cinquantanni sarà deserta. Si faccia una domanda. Probabilmente sono proiezioni di chi ha studiato più di noi e sta cercando di stimolare, quelli che sono rimasti, a rivedere le proprie posizioni. Non sia astioso. Messina per me sarà sempre la mia città natale e ogni mia denuncia che spesso mi proviene peraltro da fonti non siciliane, dev’essere considerata come pungolo e non come distruzione. Si dia da fare come può, lei che può farlo da vicino ammesso che già non lo faccia. Torno periodicamente a Messina per incontrare i miei familiari. Spero la prossima volta di poter asserire che la mia città è diventata la nuova Bengodi e che quel brutto sogno di quasi 60 anni era dovuto alla mia gastrite. La ringrazio comunque per avermi permesso di esprimere un pensiero che forse è condiviso da più di un messinese. Forse un giorno mi convincerò dei miei errori di valutazione. Caffè pagato. A presto.
    Cordiali saluti.

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    1. Veda caro Mario, nel suo primo commento lei ha esordito dicendo: Non amo peccare di disfattismo ma Messina non sarà mai una città vivibile. Spiegando i motivi “afferenti” a questa sua affermazione ( e qualcuno di noi ha dovuto far ricorso al vocabolario, io per primo ). Ho risposto al suo commento, dicendo che mi trovava d’accordo quasi su tutto, tranne su un punto, che le ho espresso. A questo suo commento i like sono stati tanti, tra cui il mio, anche se una parte di essi sono stati dettati a mio avviso dalla…peculiarità e dai termini forbiti a cui lei spesso ha fatto ricorso. Quello di lasciarsi “affascinare” dalle belle parole più che dai contenuti, è un antico difetto di noi meridionali e dei Messinesi in particolare, personalmente è un difetto che non ho! Probabilmente, sulle ali dell’entusiasmo per l’apprezzamento ricevuto ( lei certamente mi dirà che non è così) ha voluto a mio parere “esagerare” nel suo secondo commento, inducendo ancora una volta, all’utilizzo del vocabolario. Il tutto confermato dalla pochezza dei like ricevuti e dalla critica del nostro amico Valentino…per quel che può valere, da me condivisa! Avrei altro da dirle, ma mi fermo qui per non abusare della pazienza di chi legge. Caffè pagato anche a Lei…stia bene!

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