Politica

Messina fuori dal dissesto. Da Croce a De Luca 9 anni sulle montagne russe

In principio fu Croce, e per la verità il commissario, nel lasciare al futuro sindaco le redini del Comune suggerì agli allora candidati (era il 2013) di prendere la strada del dissesto, tanto erano disastrate le casse di Palazzo Zanca.

9 anni di rimodulazioni

Da allora, dicembre 2012, sono trascorsi 9 anni e di acqua ne è passata sotto i ponti, tanta quante sono state le modifiche e le rimodulazioni del Piano di riequilibrio. Al traguardo sta arrivando l’ultima versione, quella targata De Luca, il cosiddetto “Salva Messina sul quale Cateno ha scommesso tutte le sue carte, insieme a quella parte del Consiglio comunale che votò sì. Il sindaco ci ha creduto in quel Salva Messina e alla fine è proprio quel Piano di riequilibrio che ha ottenuto il via libera della Commissione di stabilità Finanziaria per gli enti locali del Viminale.

Il Salva Messina

Un passo fondamentale anche se non l’ultimo, giacchè adesso spetta alla Corte di Conte verificare che non vi siano scorciatoie o percorsi farlocchi nel Piano di riequilibrio. Ma in linea di massima non dovrebbero esserci ostacoli ad un Piano di Riequilibrio che dal sindaco De Luca è stato modificato rispetto a quello lasciato da Accorinti, soprattutto sul fronte dei numeri relativi alle partecipate. L’amministrazione ha lavorato prioritariamente sull’abbattimento della massa debitoria, sfoltendo, e di molto, i numeri che erano lievitati in modo esponenziale.

Una doppia rivincita

Uscire dal tunnel default, in piena crisi pandemica, in realtà è una doppia vittoria, perché in caso contrario sarebbe stata la morte della città. Soddisfatto De Luca che si prende una doppia rivincita. Ironia della sorte infatti a comunicare il sì della Commissione sono stati i parlamentari del M5S, quello stesso movimento che è sempre stato a favore del dissesto e che, il 23 novembre del 2018 votò contro il Piano di riequilibrio targato De Luca. Proprio in quei giorni il Salva Messina veniva definito dai 5stelle “Ammazza Messina” e il Piano una vergogna. Tre anni dopo i toni cambiano. Ma il risultato resta.

La Corte dei Conti

Se il Riequilibrio passerà anche dal vaglio della Corte dei conti per Messina arriverà un sospiro di sollievo e nelle casse comunali 300 euro pro capite per cittadino. Voltandoci indietro sono passati 9 anni, tra polemiche, piani fantasmagorici e scontri sui debiti fuori bilancio. Resta l’amaro in bocca per le modalità con le quali si è arrivati sull’orlo del baratro e non consola sapere che non siamo stati certo l’unico Comune ad aver rischiato il peggio.