Coronavirus

Messina:no ai concerti nel 2021. Sogni piccoli hanno gambe corte e non vanno lontano

Messina non ha grandi industrie, non vive di fabbriche. Non ha aziende multinazionali che investono sul territorio. Messina ha un grande tesoro: ed è Messina. Siamo una città turistica, che vive di quella bellezza naturale, storica, culturale, paesaggistica.

Messina fa HARAKIRI

Il Covid ha spazzato via per tutto il 2020 il pane, quello vero, che viene dal sudore, a migliaia di famiglie. Il settore turistico e culturale rischia di restare in ginocchio per anni e anni. L’amministrazione comunale, è doveroso sottolinearlo, è al fianco delle piccole imprese, delle partite Iva e dei liberi professionisti che costituiscono il tessuto economico di Messina. Ma sul fronte eventi che fa? FA HARAKIRI. In tutta Italia, in tutta Europa e nel mondo, ci si sta organizzando per non far morire il settore culturale e degli spettacoli e si PENSA AL 2021.

No ai concerti nel 2021….

E Messina che fa? Messina che ha uno stadio, il San Filippo che ha ospitato negli ultimi anni meravigliosi concerti (Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti, Laura Pausini, Biagio Antonacci etc etc). CHIUDE LE PORTE A TIZIANO FERRO E AD ULTIMO NEL 2021. E chiude i cancelli in modo a dir poco inspiegabile e in un periodo in cui il Palasport di Acireale è in fase di riqualificazione per chissà quanto tempo. Qualunque amministratore con un briciolo di lungimiranza, alla notizia della chiusura del Palasport di Acireale avrebbe fatto l’impossibile per trasformare davvero Messina nel polo siciliano dei concerti e dei grandi eventi. La nostra posizione geografica, di “porta della Sicilia” ci consente di essere palcoscenico naturale di eventi INTERNAZIONALI. Ogni concerto porta in città almeno 40 mila persone, con un indotto milionario, oltre alla possibilità di far lavorare centinaia di famiglia. Per diventare sede della notte di Capodanno in Rai (o sulle reti Mediaset) ci sono comuni che farebbero follie.

Lo stadio rischia di restare vuoto

E noi invece che facciamo? Ci permettiamo il lusso di dire che no, nel 2021 e cioè tra UN ANNO, non siamo in grado di dire se potremo mettere a disposizione lo stadio perché ancora il bando che ATTENDIAMO DA DUE ANNI, non è definito. I messinesi quindi andranno a vedere i concerti altrove, arricchendo altri territori (Palermo, Catania, Reggio), aiutando altre economie locali. Quando la Terra ricomincerà a girare e con essa l’economia noi avremo uno stadio che se continua così resterà vuoto. Sarà una cattedrale nel deserto. Oh, ma ci resta la polemica sul concerto di Gianni Celesti al Palasport con panino e birra. Ci resta la polemica sui neomelodici e sugli zampognari, sui canterini peloritani e sulle sagre. Gli altri hanno i fatti, noi le polemiche.

i #nemicidelsorriso

Il comunicato di Carmelo Costa (amministratore unico della Musica da bere), uno dei più grandi organizzatori di eventi e che negli anni scorsi ha fatto di tutto, nonostante gli ostacoli burocratici per FAR LAVORARE MESSINA, è un pugno nello stomaco. E’ come se a Palazzo Zanca ci siano i “#nemicidelsorriso” all’opera instancabilmente per ricordarci che prima ce ne andiamo da questa città e meglio è.

Un bando atteso da 2 anni…

Corre l’obbligo informare – si legge nella pec del Comune di Messina – che il Comune ha in itinere la procedura di evidenza pubblica per l’affidamento in concessione dello stadio… Lo svolgersi della gara e l’aggiudicazione di essa ad un soggetto terzo che stipulerà con questa stazione appaltante una convenzione per la gestione dello stadio… rendono impossibile per questo Comune assumere vincoli contrattuali per eventi da programmarsi… nell’anno 2021”.

Ci piace essere piccoli

Tralasciamo ogni commento su un bando atteso da 2 anni e che somiglia più alla tela di Penelope che a un fatto reale, non si capisce perché mai, il futuro vincitore dovrebbe lasciarsi scappare la ghiotta occasione di sfruttare immagine e indotto. Non sia mai che l’immagine del nostro stadio stracolmo faccia il giro del mondo…..a qualcuno potrebbe venire in mente di investire a Messina……A noi piace restare provinciali…., ci teniamo proprio a essere piccoli. Va da sé che il fantomatico bando prevede anche che il Comune abbia piena autonomia di gestione in alcune date ESTIVE per eventi programmati. Forse il Comune vuol fare un bando che sia INAPPETIBILE? Ci siamo affezionati allo stadio vuoto?

Indotto milionario in fumo

I concerti di Tiziano Ferro e di Ultimo (in programma a luglio 2020 e quindi slittati al 2021) avrebbero portato complessivamente oltre 80 mila spettatori. “Ciascuno dei due concerti – ricorda Costa – dà lavoro a oltre 800 lavoratori messinesi per una settimana fra facchini, sicurezza e maestranze varie, mentre sono circa 30 le ditte messinesi impegnate nei lavori e ciascun concerto produce oltre 1200 pernottamenti in hotel di Messina, senza contare i cospicui canoni che il Comune incassa per l’affitto dello stadio. L’indotto sul territorio di questi eventi è stimato in parecchi milioni di euro. E’ nell’interesse della città perdere tutto questo, soprattutto nella profonda crisi economica che saremo costretti a vivere ad emergenza finita? Circa il danno erariale che questa decisione comporterà per le casse comunali deciderà la Corte dei Conti. Fra gli spettatori di ciascun concerto c’è almeno un 25% di messinesi che andranno a vederli in altra città. Circa 10mila messinesi per ogni concerto. Siamo certi che ciascuno degli 800 lavoratori che sarebbero stati impegnati per due settimane avrebbe preferito un uovo di Pasqua in meno ma non perdere questa sia pur minima occasione di portare a casa un po’ di soldi”.

I sogni piccoli hanno gambe corte

L’organizzatore del concerto di Ultimo, Giuseppe Rapisarda, spera in un ripensamento del sindaco e dell’assessore ScattareggiaSono ancora possibilista e credo nella capacità amministrativa del primo cittadino e dei suoi collaboratori che metteranno in campo ogni possibile soluzione per non perdere un concerto che darebbe a Messina un ritorno economico non indifferente. Studi ufficiali dicono che il territorio che ospita un evento del genere acquisisce una ricchezza pari a dieci volte l’incasso. Considerando i 40mila ingressi previsti il conto viene facile” Rapisarda tranquillizza chi ha acquistato i biglietti perché ci sono altre città siciliane che stanno già facendo la fila per prendere quello che Messina lascia. I0 penso che grandi sogni portano lontano, mentre i piccoli sogni hanno le gambe corte.