Cronaca

Messina, arrivata la Ocean Viking con 182 migranti

MESSINA – 35mila persone dal 2014 al 2018. Messina era il porto siciliano ad aver accolto più migranti, poi tutto si era fermato. L’ultimo sbarco risale al 25 agosto 2018 ed è quello della “Diciotti”, una delle navi rimaste a largo della Sicilia per giorni, che aveva scatenato l’ira dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ed anche il sindaco Cateno De Luca non aveva gradito la decisione.

Stamani, tredici mesi dopo, è stata la volta della Ocean Viking, nave delle ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, con 182 migranti, soccorsi in tre diverse occasioni davanti alla Libia. Tra loro anche 13 minori e una neonata di 10 giorni, salita a bordo praticamente appena nata.

La nave ha attraccato al molo Norimberga poco dopo le 8 e ora i migranti saranno portati all’hotspot di Bisconte, dove la Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Messina ha il compito di identificarli, dopo i sopralluoghi di ieri.

La città, dunque, rispolvera la macchina dell’accoglienza, che era ormai rodata in passato col coordinamento della Prefettura, per fornire assistenza alle persone, rimaste ferme per giorni a largo di Linosa, che hanno affrontato il mare in tempesta, dopo essere state esposte a violenze in centri di detenzione africani. Al lavoro, oltre alle forze dell’ordine, anche la Croce Rossa, il Comune e le associazioni di volontariato.

Il Ministero ha quindi individuato in Messina il porto sicuro. “Succede alla vigilia dell’incontro tra leader #UE a #Malta: l’Italia apre un porto alle persone salvate in mare, è un segno di speranza”, ha commentato su Twitter Medici senza frontiere. “Siamo sollevati”, aggiunge Sos Mediterranee. Cinque Paesi europei si sono offerti per la loro accoglienza.

Proprio ieri, infatti, a La Valletta (Malta), si è svolto il vertice sul tema dell’immigrazione. Italia, Malta, Francia e Germania hanno trovato un accordo che prevede un meccanismo di redistribuzione dei migranti soccorsi in mare in un tempo massimo di un mese, con l’obiettivo di ampliarlo a più Paesi possibili, e la rotazione dei porti di sbarco, su base volontaria. Il documento comune sarà discusso nel Consiglio giustizia e affari interni a Lussemburgo l’8 ottobre.