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“No al ponte per salute, ambiente, acqua e beni culturali” VIDEO

MESSINA -“Il no al ponte ha tantissime ragioni. Questo non è un progetto veramente aggiornato e i punti interrogativi sono tantissimi. Tutto è rimandato al progetto esecutivo”. Oggi affollata iniziativa di tante associazioni a Palazzo Zanca. In primo piano la necessità di “tutelare la salute, l’ambiente, la natura e i beni culturali. Davvero incredibile quanti elementi non siano stati chiariti e non si dice nemmeno quanta acqua sarà necessaria, ad esempio”, hanno rilevato i rappresentanti delle tante realtà presenti. Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Lipu (Lega italiana protezione uccelli), Kyoto Club, Man (Associazione mediterranea per la natura), SdT Onlus (Società dei Territorialisti), “Invece del ponte”, “Noponte Capo Peloro” hanno illustrato alcuni dei rilievi critici espressi nelle 534 pagine di contestazioni e controdeduzioni. Si tratta delle “osservazioni” presentate al progetto del ponte sullo Stretto di Messina.

Ha introdotto i lavori Stefano Lenzi (Ufficio relazioni istituzionali del Wwf Italia – collegato in teleconferenza da Roma) e sono intervenuti Giuseppe Magazzù (ordinario di Pediatria – Università di Messina, associazione “Invece del ponte”), Francesca Valbruzzi (archeologa di prima fascia, Comitato “Noponte Capo Peloro”), Anna Giordano (naturalista, Wwwf). Ha coordinato Laura Giuffrida ( “Invece del ponte”).

“L’impatto sulla salute andrebbe valutato prima”

“Va debitamente considerato l’impatto sulla salute della popolazione residente provocato dalla drammatica modifica del paesaggio condiviso, dell’orizzonte visivo e acustico naturale e della riduzione degli spazi naturali. Impatto che va considerato e debitamente valutato ante operam e di cui non v’è traccia nel documento”, hanno messo nero su bianco le associazioni. Considerate le “patologie cardio-respiratorie e tumorali associate all’inquinamento ambientale”, rimarcano, dovrebbe essere preliminare una “Valutazione d’impatto sanitario” (Vis).

Da parte sua, invece, l’archeologa Valbruzzi si è soffermata “sulle disastrose conseguenze sui beni culturali e archeologici”, dopo l’appassionato l’intervento di Anna Giordano sul “patrimonio unico dello Stretto e il primato per quanto riguarda il fenomeno migratorio degli uccelli. Il tutto senza dimenticare i temi centrali della sicurezza idrogeologica e della carenza idrica”.

Scrivono le associazioni nelle loro osservazioni: “Sulle 239 richieste d’integrazione, ben 66 sono relative alla Valutazione d’incidenza sui siti della Rete Natura 2000 e su tutte le componenti ambientali più rilevanti da parte della Commissione Tecnica Via, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Eenergetica. E attestano l’impossibilità di approvare un progetto (non) definitivo e il fatto che passare al progetto esecutivo e aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno, sia semplicemente una chimera”.