Attualità

“No alla mala movida a Messina, sì a discoteche lontane dai centri abitati”

Pubblichiamo un intervento sul tema movida di Diego Vermiglio, operatore del settore turistico.

Intervengo in merito alle richieste dei titolari di lidi e locali, della litoranea e del centro storico, di approvare un nuovo regolamento che preveda una diversa zonizzazione acustica con conseguente aumento dei decibel consentiti. È impensabile e improponibile che, in zone ad alta densità residenziale di avanzino simili richieste. L’equazione Messina città turistica uguale a Messina città dei volumi alti è una falsità che deriva dalla mancanza di visione strategica sia a breve, sia a medio e lungo termine. Lo sviluppo di una città a vocazione turistica non passa dai volumi alti ma da programmazione e sviluppo basate su un altro tipo di strategia ben più articolata.

Abbiamo una città che si affaccia sul mare, con chilometri di costa, sia ionica che tirrenica, che per conformazione sono assai diverse tra loro e per questo sfruttabili con obiettivi diversi ma che insieme possono offrire una completezza di servizi e sviluppo turistico. La litoranea non si presta assolutamente a ospitare discoteche, dj set e spettacoli dal vivo a causa della vicinanza alle abitazioni e alle strutture ricettive che stanno sorgendo sempre più numerose.

“Per una movida sostenibile a Messina”

Al contrario dovrebbe diventare un luogo di movida sostenibile in cui il turista e anche il messinese va al mare nei lidi organizzati, pranza o cena in questi lidi e nei ristoranti, anche ascoltando musica di sottofondo, perché il silenzio non piace a nessuno. Una zona in cui la bellezza, l’eleganza, la sostenibilità e la vivibilità siano i pilastri di un luogo magnifico e ineguagliabile.
Stesso discorso vale per il nostro centro storico. Non è possibile che migliaia di residenti e centinaia di turisti o viaggiatori per motivi di lavoro siano martellati ogni giorno della settimana fino all’una e mezza di notte da locali nati come pizzerie, bar, ristoranti che si scordano della loro attività prevalente e decidono di organizzare veri e propri spettacoli dal vivo. Un ballo non autorizzato con conseguenti ripercussioni sulla salute delle persone, sulla sicurezza di questi luoghi storici pieni di cultura e sulla vivibilità. Tra l’altro non rispettando in alcuni casi alcun limite consentito di decibel. Tutto questo porta a una mala movida che nel tempo non sarà più né controllabile né gestibile.

“Una città a vocazione turistica deve far sorgere discoteche e locali notturni lontano dai centri abitati”

Una città che decide con forza di trasformarsi finalmente in una città a forte vocazione turistica deve proporsi un altro tipo di approccio. Piuttosto che chiedere di cambiare la zonizzazione acustica della litoranea e del centro storico, dobbiamo fare delle richieste più ambiziose e importanti.
Chiediamo alle istituzioni di individuare delle aree, penso alla costa tirrenica per i periodi estivi e non solo, in cui si punti a far sorgere discoteche e locali notturni lontani dai centri abitati in cui si possa fare musica e ballare non fino alle 3 ma fino alle 5 del mattino. Una città a vocazione turistica deve offrire servizi e svaghi diversi per varie tipologie di turista. Non mischiare in un unico posto qualsiasi attività ma diversificare le proposte in luoghi diversi idonei a quello scopo.
È sotto gli occhi di tutti che le discoteche da anni siano scomparse dalla nostra città. Perché non proporre un piano di rilancio per queste attività senza che subiscano decine di controlli per disturbo alla quiete pubblica e concorrenza dal primo bar, che decide di fare una serata danzante non autorizzata in pieno centro o sulla litoranea. Penso anche alla via Don Blasco che già ospitava discoteche. Facciamola diventare una zona a vocazione notturna con locali e discoteche.
Le soluzioni esistono, è necessario che esista anche la volontà politica di attuare determinate scelte e strategie. È necessario allo stesso tempo che i soggetti interessati, le associazioni di categoria e gli imprenditori del settore facciano richieste ambiziose nell’interesse di tutti.

Diego Vermiglio