Politica

Nuovo Piano di Riequilibrio. Gli interessi di Messina prima di tutto

La rimodulazione del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale deliberata dall’amministrazione De Luca l’1 febbraio scorso, introduce innegabili vantaggi per i contribuenti messinesi. L’azione condotta dal Comune sino al 31.12.2021, ha ridotto sensibilmente la massa debitoria da ripianare. Dai 552,2 Mln. di Euro dell’attuale Piano approvato dal Consiglio comunale il 23.11.2018 si è passati a 249,2 milioni di euro, meno della metà. Peraltro in quest’ultima cifra è compreso l’accantonamento di 73,9 milioni di euro al Fondo Rischi Straordinario. Questa voce è una sorta di riserva volontaria e, dunque, va detratta dall’esposizione complessiva vera e propria che si ferma a 175.3 mln. di euro. Con l’eliminazione e la contrazione di alcune voci, il Piano di Riequilibrio rimodulato perviene ad un ulteriore miglioramento del monte debiti che si attesta a 142 milioni di Euro. Si tratta sempre di una cifra consistente ma di certo meno paurosa dei 552,2 Mln. dell’attuale Piano.

L’impegno di rientro del debito è meno pesante

La montagna è, dunque, meno alta da scalare e l’impegno di recupero a carico della nostra comunità è meno gravoso.

Le novità migliorative introdotte nel nuovo Piano di Riequilibrio, recepiscono sostanzialmente le controdeduzioni dell’amministrazione De Luca alle osservazioni formulate dalla Corte dei Conti al Piano di Riequilibrio versione Salva Messina. La magistratura contabile ha preso atto delle argomentazioni ribadite dall’ex sindaco nell’audizione dell’8 febbraio scorso e non risulta che abbia eccepito nulla. Questo lascia sperare bene in merito alla possibilità che il nuovo Piano possa essere accolto favorevolmente dalla magistratura contabile, l’unica a doversi esprimere dopo l’approvazione deliberata il 31 marzo 2021 in sede ministeriale.

La parola passa al Commissario straordinario

Dalla data del 31 gennaio 2022, quando il Comune di Messina ha comunicato la volontà di modificare il Piano, ci sono 120 giorni di tempo per presentare la rimodulazione predisposta dalla giunta De Luca, munita dell’approvazione del Consiglio comunale e dotata del parere dell’organismo di revisione. La Corte dei Conti ha deciso di pronunciarsi sul Piano nei giorni successivi alla scadenza dei 120 giorni, sia che la nuova versione del Piano di Riequilibrio venga esitata sia che, invece, trascorra invano il termine per introdurre le modifiche. Adesso, dunque, la parola passa al Commissario, Leonardo Santoro, al quale spetta il compito di presentare la delibera di rimodulazione al Consiglio comunale che dovrà discuterla e deliberare su di essa.

I numeri del Piano di Riequilibrio rimodulato

A beneficio di tutti, appare il caso di evidenziare adesso gli elementi di maggior rilievo che hanno condotto al drastico ridimensionamento della massa debitoria.

La riduzione più consistente riguarda le perdite d’esercizio e i debiti verso terzi delle partecipate in liquidazione o già liquidate. Si tratta dell’ormai famosa partita di 132 milioni di euro che De Luca ha deciso di cancellare dal Piano di Riequilibrio. La Corte dei Conti ha approvato questa scelta, con motivazioni diverse da quelle dell’ex sindaco ma con esito sostanzialmente concordante. Resta, comunque, da considerare l’osservazione della Corte circa gli “effetti derivanti dal coinvolgimento dell’ente nell’ambito di procedure concorsuali, sia come socio che come debitore del soggetto sottoposto alla procedura.”

I debiti fuori bilancio

Veniamo, poi, ai Debiti Fuori Bilancio per sentenze esecutive. Al 31 dicembre 2020, De Luca aveva sottoscritto accordi con 12.149 creditori su un totale di 17.550. Le transazioni si sono concluse con l’abbattimento del 50% e/o la rateizzazione del dovuto. E’ stato, poi, eliminato il debito prescritto, legato alle 3.700 sentenze Polizia municipale, quantificato in 3,7 milioni di euro. Con queste novità, i debiti fuori bilancio per sentenze esecutive sono passati dai 112,3 milioni di Euro del Piano approvato nel 2018 ai 24,4 milioni di Euro riportati nel Piano di Riequilibrio Rimodulato. A questa voce si aggiungono i debiti per i quali si è giunti ad un accordo di rateizzazione in 13 annualità che ammontano a 19,4 Mln. di Euro.

I debiti fuori bilancio senza sentenze esecutive sono passati da 56,5 milioni a 21,4 milioni di euro, per effetto di accordi transattivi e sistemazioni di partite. L’importo è aggiornato al 31.01.2022.

L’importante ruolo del Consiglio comunale

Bisogna sottolineare l’importante lavoro svolto su questo fronte dal Consiglio comunale, che in questi anni ha riconosciuto una mole imponente di debiti fuori bilancio. Questo passaggio, soprattutto per le esposizioni con sentenze esecutive, era in buona misura un atto dovuto, ma comporta comunque un’assunzione di responsabilità. Se l’ammontare del bubbone storico costituito dai Debiti Fuori Bilancio si è ridotto, è, dunque, anche merito del civico consesso che, con il suo lavoro, ha dato sostanza contabile agli accordi transattivi con i creditori, come richiesto dalla Corte dei Conti.

Dimuiscono decisamente i debiti potenziali

I debiti potenziali con giudizi pendenti passano da 71,6 milioni di euro a 30 milioni avendo tratto beneficio soprattutto dall’accordo con l’impresa Schipani, che ha comportato un risparmio di 39,5 milioni di euro.

Più risorse da spendere per i servizi essenziali della città

Il ridimensionamento della massa debitoria censita ha consentito di ridurre il Fondo rischi straordinario, con cui si farà fronte agli eventuali disallineamenti rispetto alle previsioni di rientro. Tale voce, per la durata residua del Piano dal 2022 al 2033, è stata valutata in via prudenziale per l’importo di 12 milioni di euro, molto meno dei 73,9 milioni del Piano attuale. La più contenuta dimensione delle somme da destinare al fondo, libererà risorse che potranno essere destinate, secondo quanto affermato dall’Amministrazione De Luca, “al potenziamento dei servizi essenziali della città”.

Il Nuovo Piano merita di essere esaminato con imparzialità

Questi sono i numeri più significativi del nuovo Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale (Prfp) elaborato dall’Amministrazione De Luca prima di dimettersi. Adesso spetta al Commissario straordinario, Leonardo Santoro, portarlo in consiglio. Siamo sicuri che il dirigente regionale saprà adempiere al suo compito con l’imparzialità connaturata al suo ruolo e alla sua storia personale, esaminando le carte con cura e tempestività. Altrettanta fiducia ispirano in questo senso i due Sub-Commissari, la Soprintendente Mirella Vinci e il Vice-Prefetto Francesco Milio, che opereranno in un contesto di collegialità con Santoro.

E’ lecito attendersi che anche il Consiglio comunale approfondisca attentamente l’articolazione del Piano rimodulato, verificandone puntualmente la sostenibilità e procedendo, se necessario, ad emendamenti. E’ giusto però che l’assemblea di palazzo Zanca, nello svolgere responsabilmente la sua attività, non si faccia guidare dall’acredine nei confronti dell’ex sindaco e, men che meno, da valutazioni di ordine elettoralistico. Quello che, infatti, deve prevalere è l’interesse supremo di Messina.

D’altronde se il Piano di Riequilibrio con la massa debitoria ridotta andasse definitivamente in porto con l’approvazione della Corte dei Conti, non sarebbe una vittoria da ascrivere solo all’ex sindaco De Luca. Sarebbe, piuttosto, un successo della città intera e un incoraggiante messaggio di speranza per una comunità che non vuole perdere la fiducia nella possibilità di un futuro migliore.