La riflessione

Oggi è l’anniversario dello Statuto Siciliano, ma anche a Messina c’è poco da celebrare

Di seguito la riflessione di Gianluca Castriciano, portavoce del circolo Rosa Donato del movimento Siciliani Liberi.

Statuto mai attuato

Oggi ricorre il 74° anniversario dell’Autonomia Siciliana, carta statutaria che il nostro popolo ha conquistato a caro prezzo, dando tutto se stesso e dimostrando il proprio valore. Avremmo tanto da celebrare se lo Statuto fosse stato attuato, soprattutto in un momento critico come quello che stiamo vivendo, in cui la pandemia ha aggravato pesantemente la situazione economica della città.

Il Porto franco, diritto negato

Messina è emersa tra le città più penalizzate dalla mancata Autonomia, in quanto molti dei suoi diritti vivono in un limbo dal quale nessuno vuol tirarli fuori. Emblematica, in tal senso, è la questione del Porto Franco, un diritto negato dal 1951 e per il quale Siciliani Liberi si è sempre battuto e sempre si batterà.Messina, nel 1600, era tra le dieci città più importanti d’Europa e fino al 1861 accoglieva diverse comunità di mercanti, il suo porto era infatti fiorente e centrale nel movimento degli affari cittadini in ambito internazionale. A causa della chiusura del Porto Franco da parte del governo italiano, la città perse il suo ruolo strategico negli affari nel Mediterraneo e nell’arco di cinque anni si persero trentamila posti di lavoro.

70 anni di partitocrazia

Messina riuscì a riconquistare lo storico diritto del Punto Franco solo nel 1951, ma malauguratamente, 70 anni di politica sbagliata della partitocrazia italiana ne hanno impedito l’attuazione, penalizzando, tra le altre cose, il rilancio della Fiera Internazionale di Messina, la Fiera più antica del mondo. Oggi, tutto ciò compromette lo sviluppo delle piccole e medie imprese, che, considerate le eccellenze presenti nella nostra città, sarebbero state in grado di competere a livello internazionale, generando ricchezza e nuovi posti di lavoro.

Riprendiamoci il futuro

Nell’attesa che il 15 maggio divenga presto un giorno da celebrare, ci auspichiamo che i Messinesi ed i Siciliani riescano a riappropriarsi del loro futuro, pretendendo l’attuazione integrale di quella Autonomia tradita e negata da 74 anni.