Bilancio di previsione 2015, nella relazione dei revisori spunta l’ipotesi di danno erariale

Il parere favorevole espresso dal Collegio dei revisori dei conti (vedi qui) teoricamente spiana la strada per l’approvazione del bilancio di previsione 2015 da parte del Consiglio comunale. Tuttavia, anche la quinta versione del documento contabile esitato dalla giunta Accorinti lo scorso 11 maggio nasconde insidie di cui i rappresentanti del Civico Consesso non potranno non tenere conto al momento della votazione. Le criticità, infatti, sono tante e alcune particolarmente gravi.

Nella relazione firmata da Dario Zaccone, Giuseppe Zingales e Federico Basile viene ad esempio paventata l’ipotesi di danno erariale per la mancata copertura del 36% nei servizi a domanda individuale come previsto dalla procedura del dl. 174/2012, meglio conosciuto come salva –comuni, a cui il Comune di Messina ha aderito ormai tre anni e mezzo fa.

A tal proposito, i revisori spiegano che la giunta Accorinti, con deliberazione n. 237 del 31 marzo 2016 , allegata al bilancio, ha determinato, ex post, la percentuale complessiva di copertura dei servizi a domanda individuale nella misura del 19,38 %, che non solo è al di sotto della soglia prevista dalla norma ma che poi a consuntivo non è stata neanche rispettata, in quanto attestatasi al 16,74%. Zaccone e colleghi sottolineano che la mancata copertura del 36% complessivo per i servizi a domanda individuale potrebbe mandare all’aria anche il piano decennale di riequilibrio, perché tale condizione « rappresentava uno dei requisiti da rispettare per poter accedere alla rimodulazione del piano medesimo, attualmente in fase di valutazione da parte della commissione ministeriale all’uopo deputata».

Secondo l’organo di revisione «l’ente ha scelto di non adeguare complessivamente le tariffe ai limiti di legge» e siccome già nel 2015 al Comune di Messina è stata comminata una sanzione pari 2.399.561,00 euro, con riferimento al 2014 (vedi qui), per non aver rispettato la soglia del 36% , i revisori dei conti hanno inviato la loro relazione alla Sezione Regionale della Corte dei Conti , «al fine di valutare se sussistano i presupposti per l'ipotesi di danno erariale».

Tra le criticità emerse dalle verifiche condotte dall’Organo di revisione, c’è poi il mancato adeguamento delle somme iscritte in bilancio agli accertamenti ed impegni effettivamente assunti al 31 dicembre 2015, come invece -secondo i revisori – sarebbe stato necessario affinché il previsionale 2015- che ormai è un consuntivo- fosse il più possibile attendibile. Gli uffici della ragioneria, invece, hanno semplicemente ridotto alcuni capitoli di spesa (ed altrettanti di entrata) per valori complessivamente pari a – 51.372.322,02 euro senza ricondurli al limite indicato dall’Organo di revisione.

«Tale attività, pur se non condivisa dal Collegio- si legge nella relazione – ha certamente ricondotto le previsioni di entrata e spesa, se non a valori certi come richiesto, quantomeno a valori di accettabile approssimazione». Per Zaccone e colleghi, la differenza di oltre 51 milioni fra i valori complessivi della quarta e quinta versione del previsionale è comunque la prova provata che il bilancio approvato il 21 aprile (la quarta versione appunto) non rispettasse i principi di veridicità, congruità ed attendibilità delle previsioni di entrata e di spesa e non che era loro intenzione cercare il pelo nell’uovo, come è stato loro rinfacciato dall’amministrazione Accorinti, quanto piuttosto l'equilibrio di bilancio.

Anche per la quinta versione del bilancio di previsione, esattamente come avevano fatto in occasione dell’analisi della quarta versione del bilancio, i revisori dei conti contestano sia la mancata previsione degli interessi di mora per i ritardi nei pagamenti sia l’utilizzo di entrate correnti, derivanti da Tasi per 1.174.885,70 e fitti attivi per 679.239,00 euro pari a oltre3,4 milioni di euro totali, per spese di investimento.

Tra le spese di investimento che si vorrebbero coprire con il tributo sui servizi indivisibili rientrano ad esempio il progetto di riqualificazione di Piazza Cairoli, gli, interventi per la difesa del suolo e la realizzazione di nuovi impianti per la pubblica illuminazione. Sempre sulla TASI, il Collegio dei revisori ha rilevato l’errata previsione di finanziamento per la prima casa, circostanza abolita dal Decreto salva-Italia.

Di tutto questo elenco di criticità dovranno adesso farsi carico i consiglieri comunali, chiamati ad adottare formalmente il bilancio di previsione 2015, senza il quale non potrà essere sbloccato il contributo statale ordinario da 72 milioni di euro .

Per Gaetano Gennaro, consigliere che sostituirà in Aula Paolo David – finito agli arresti nell’ambito dell’operazione Matassa – si profila, quindi, un rientro col botto . La sessione del Consiglio dedicata al previsionale sarà invece l’ultima per i consiglieri comunali dimissionari Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Ed oltre ai due rappresentanti del Civico Consesso c’è adesso un altro dimissionario: il presidente dei revisori Dario Zaccone, che prima di lasciare l’incarico dovrà però far trascorrere i 45 giorni di preavviso previsti dalla legge. Resterà in carica fino al 5 luglio.

Insomma, a Palazzo Zanca c’è chi va e c’è chi viene. In un clima di particolare tensione alimentato dalle oggettive difficoltà a cui si è dovuto far fronte in assenza dello strumento finanziario e con le casse comunali sempre più vuote.

Danila La Torre