“E’ necessario realizzare un miracolo di ingegneria, una struttura leggera ed ecosostenibile e nel caso anche sottomarina”. Così, ad agosto 2020, da presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in riferimento ad un collegamento stabile sullo Stretto.
Quindi rilanciava l’idea del tunnel (scartata da tutti gli esperti del settore), poi diceva che avrebbe valutato il progetto “senza pregiudizi”.
Ieri il leader del Movimento 5 Stelle, ora all’opposizione, arriva a Messina, e parla di progetto “folle” e “inutile”.
“Noi dobbiamo lavorare per realizzare le infrastrutture che servono sia in Sicilia, sia in Calabria. Qui addirittura si è tolto dai Fondi sviluppo e coesione un miliardo e 300 milioni alla Sicilia, che servono per una Siracusa-Gela, attesa da una vita” – dice.
E ancora: “L’alternativa al ponte? Facciamo le infrastrutture che servono. La Sicilia è senz’acqua, ad esempio: realizziamo impianti idrici. In questo momento, bisognerebbe migliorare le infrastrutture che vanno completate da decenni in Sicilia e Calabria. Servono quelle viarie. Una volta che saranno state realizzate, possiamo tutti insieme, ma con razionalità, progettare come velocizzare l’attraversamento di questo Stretto. Noi avevamo stanziato una discreta somma, ma sostenibile finanziariamente, per potenziare il sistema d’attraversamento con navi più veloci. Una soluzione concreta, poco costosa, utile e immediatamente spendibile”.
Infine sottolinea di “non fare opere che cementifichino inutilmente. In questo progetto c’è tanta superficialità e frettolosità. E tutto questo quando ci dobbiamo mettere 5, 10 ore per attraversare la Sicilia”.
Le parole di Conte sono quelle, trite e ritrite, che aveva pronunciato poco tempo fa anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. Non si capisce perché bisognerebbe accorciare i tempi di collegamento tra Siracusa e Gela (che pure bisogna fare) e non quelli sullo Stretto di Messina. Non si capisce perché realizzare impianti idrici vieti di fare anche infrastrutture per diminuire molto i tempi di collegamento sullo Stretto di Messina, che nel 2024 sono ancora lunghissimi, altro che fretta, è un tema che andava affrontato molto prima e invece non si è mai fatto nulla.
E infatti Conte dice che servono infrastrutture viarie, non sapendo, o tralasciando, che il progetto del Ponte prevede proprio infrastrutture viarie, ad esempio la tangenziale nord di Messina, opera fondamentale anche a fini di protezione civile, visto che ad oggi ancora non esiste un’autostrada di collegamento da e verso l’ospedale Papardo.
Conte ricorda di aver previsto il potenziamento del sistema d’attraversamento “con navi più veloci. Una soluzione concreta, poco costosa e immediatamente spendibile” ma… questa sì, quasi inutile. E’ una soluzione che non è stata abbandonata, infatti dallo scorso dicembre sono iniziate le prove di traghettamento su treni a batterie che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) dimezzare i tempi di attraversamento in treno da due a un’ora.
Ma è una soluzione che risolve ben poco. Anzitutto un’ora è sempre tanto, poi riguarda solo gli Intercity, i treni più lenti, per cui continua ad escludere la Sicilia dall’alta velocità. E non cambia nulla per le auto che anzi, col nuovo porto di Tremestieri, vedranno aumentare ancor di più i tempi di attraversamento.
Ecco perché la tangenziale nord di Messina, tanto per fare l’esempio di una delle tante opere previste a corredo del progetto Ponte, e che insieme valgono finanziariamente più dello stesso Ponte, non è cemento inutile. Come non lo è il raddoppio Messina – Catania, lavori in corso ad alto impatto ambientale, con 40 km di nuove gallerie sui Peloritani. Ma qui non si gioca la partita politica.
Come tante altre opere già in corso per migliorare le ferrovie siciliane, sulla Catania – Palermo, sulla Palermo – Trapani e sulla Ragusa – Caltanissetta. Non si può aspettare che si concludano questi lavori prima di fare anche altro, bisogna agire contemporaneamente.
E nessuno ha ancora trovato una soluzione alternativa al Ponte (perché non esiste) per abbattere i tempi di attraversamento sullo Stretto. Se poi il Ponte non si può tecnicamente fare vorrà dire che non si farà. Attendiamo serenamente l’iter in corso, l’opera non potrà partire se non avrà tutte le autorizzazioni necessarie.