Cronaca

Prostituzione minorile a Messina, dopo un anno arrestata in Germania 31enne nigeriana

Era l’unica ricercata di un’operazione che aveva portato all’arresto di tre nigeriani e un messinese, per sfruttamento della prostituzione minorile a Messina. “Balance”, dal nome del meccanismo di compensazione (i proventi della prostituzione per ripagare il viaggio dalla Nigeria all’Italia), era stata condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Messina, col coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, e si era conclusa esattamente un anno fa. Da allora la 31enne nigeriana Monica Onaifoghe era latitante.

I carabinieri del Comando Provinciale di Messina, attraverso canali di cooperazione internazionale, l’hanno trovata in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Braunschweig, nella regione della Bassa Sassonia, zona centronord della Germania. E’ stata estradata e portata in Italia al carcere di Roma Rebibbia, a disposizione del giudice.

Tutto era nato proprio dai comportamenti sospetti della 31enne, all’epoca ospite di un centro di accoglienza di Messina per minori non accompagnati, che si scoprì operare per una organizzazione criminale con base in Nigeria e collegamenti in Libia, che si occupava di portare via mare in Italia giovanissime da avviare alla prostituzione.

Dopo averle assoggettate a riti tribali animisti di magia nera, come il “Juju”, alle ragazzine veniva promesso un lavoro dignitoso in Europa. Dovevano riferire alle autorità italiane di essere 17enni, in modo da sfruttare il canale riservato ai minori e poi, al compimento dei 18 anni, potersi sottrarre ai controlli. Ottenuti i documenti, venivano costrette a prostituirsi per ripagare i costi del viaggio. Una quindicina di ragazzine era passata da Messina per poi essere trasferite in vari paesi europei.