REGGIO CALABRIA – Mercoledì scorso s’è svolto a Reggio – nella sede del partito ad Archi, nella periferia Nord della città – il congresso regionale per la Calabria del Partito comunista dei lavoratori.
Il Pcl era chiamato a pronunciarsi sulla necessità di costruire un fronte unico di lotta contro il Governo presieduto da Giorgia Meloni, la cui azione – si legge in una nota divulgata ai media – «è favorita dalla debolezza e dalla cecità delle varie forze d’opposizione presenti in Parlamento».
Secondo i dirigenti del partito di Marco Ferrando «crisi pandemica, guerra, miseria, oppressione di genere, un Sud reso ancora più debole dall’autonomia differenziata e in particolar modo la ritenuta ondata reazionaria internazionale rendono più urgente la risposta di un Governo dei lavoratori».
Nel congresso si sono confrontate due diverse piattaforme programmatiche: il 58% dei suffragi è andata a quella che esprimeva la necessità di mantenere una chiara identità comunista, il 33% all’altra, imperniata su rinnovamento dei simboli e delle modalità di proiezione esterna.
Astenuto il 9% degli aventi diritto al voto.
La seconda, fondamentale tappa per il Pcl sarà adesso il Congresso nazionale, in programma a Rimini nel giorno dell’Epifania.
A seguire saranno poi eletti gli organismi regionali calabresi, come accadrà per gli altri territori.